Lo scorso 21 aprile la Dottoressa Barbara Capovani, medico psichiatra, responsabile dell’Unità funzionale salute mentale adulti e SPDC dell’Ospedale di Pisa, viene aggredita all’uscita dal lavoro da un ex-paziente. La dottoressa riporta ferite tali da causarne la morte nelle ore successive. È sicuramente il più grave, ma non certamente il primo dei sempre più frequenti casi di aggressione che si verificano ai danni del personale sanitario, fenomeno in costante crescita e che desta non poche preoccupazioni.

Il fenomeno in numeri

  • 4.800 casi codificati dall’INAIL come violenze, aggressioni, minacce e similari nei confronti del personale sanitario e socio-sanitario nel triennio 2019-2021, con una media di circa 1.600 l’anno. Considerando che una grande maggioranza delle violenze (soprattutto se verbali) non vengono denunciate, risulta chiaro come la situazione sia piuttosto grave;
  • 60-90% i casi in cui la violenza a danno degli operatori sanitari è causata dai pazienti o dai loro familiari;
  • 51,8% i casi in cui l’aggressore è di sesso maschile;
  • 61,9% degli operatori sanitari ha subito una forma di violenza sul posto di lavoro. Di questi il 42,5% ha fatto esperienza di una violenza verbale mentre il 24,4% di violenza fisica.

I dati raccolti dall’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie mostra come le categorie più a rischio di subire violenza nel corso dell’esercizio della professione siano quelle degli infermieri e del personale dei mezzi di soccorso.

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Categorie di professionisti particolarmente a rischio sono costituite da sanitari di giovane età e di sesso femminile (71% dei casi).

Grafico che descrive gli episodi di violenza nei confronti di personale sanitario in base all'età e al genere della vittima nel triennio 2019-2021

Le aree assistenziali in cui episodi di aggressioni al personale sanitario accadono con maggiore frequenza sono i dipartimenti di emergenza urgenza (in particolare il pronto soccorso) e le psichiatrie, in cui la violenza sul luogo di lavoro è percepita ed accettata da molti come parte del lavoro stesso.

A livello territoriale gli episodi di violenza sono invece più frequenti nell’ambito della continuità assistenziale.

Quali le violenze e le cause che scatenano le aggressioni al personale sanitario?

Esistono diverse forme di violenza perpetrate ai danni del personale sanitario. Le violenze più frequenti sono verbali, in particolare insulti e urla. Ricevere una spinta è la forma di violenza fisica più comune. Il comportamento violento avviene spesso secondo una progressione che, partendo dall’uso di espressioni verbali aggressive, arriva fino a gesti estremi quali l’omicidio.

Le più comuni cause scatenanti di un atteggiamento violento nei confronti dei sanitari sono:

  • eccessivo tempo di attesa nell’erogazione delle prestazioni;
  • aspettative irrealistiche da parte dei pazienti;
  • scarsa conoscenza da parte dei pazienti e dei loro familiari del sistema sanitario e dei servizi;
  • scarsa comunicazione tra i pazienti e sanitari;
  • condizioni connesse al setting ospedaliero;
  • lunghi turni di lavoro;
  • salute psicologica del paziente, inclusa ansia, reazioni acute di stress, intossicazione alcolica e/o da droghe e demenza, sono predittori di violenza fisica contro gli operatori sanitari.

Esistono possibili soluzioni? Che cosa stiamo facendo?

Tutto si basa sull’attuazione di strategie di prevenzione:

  • Potenziare il personale di sicurezza (guardie giurate nei pronti soccorso e nei presidi di continuità assistenziale):
  • Percorsi di formazione mirata: la maggior parte degli operatori sanitari non ha mai ricevuto formazione su come gestire un paziente violento;
  • Definizione di strategie di comunicazione e di campagne informative e di sensibilizzazione pubbliche sul fenomeno.

Per sensibilizzare la popolazione al problema è stata indetta il 12 marzo (decreto del Ministro della Salute del 27 gennaio 2022), la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. A pochi giorni da questa giornata, il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha presentato la nuova campagna #laviolenzanoncura.  “Gli operatori sanitari e socio-sanitari lavorano tutti i giorni per la tua salute. Aggredirli verbalmente e fisicamente è un reato e un atto di inciviltà che va contro il tuo stesso interesse e quello della collettività”, recitano le locandine della campagna.

Il ministero della Salute nel 2022 ha istituito un Osservatorio nazionale sulla sicurezza dei professionisti della sanità con il compito di monitorare gli episodi di violenza, analizzare il fenomeno nel complesso e promuovere azioni e programmi di prevenzione.

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Caterina Poli

Caterina Poli

Medico Chirurgo con focus sulla salute materno-infantile. Credo in un tipo di informazione chiara e accessibile a tutti, ma sempre rigorosa. Amo parlare di salute, benessere e diritti. Collaboro con Buonenotizie e partecipo al laboratorio di giornalismo costruttivo.

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