Il tema delle dipendenze in Italia è una costante di interesse e vigilanza. Come spiegava già la nostra inchiesta sugli adolescenti all’alba del post pandemia, alcuni valori di consumo (come la droga) sono migliorati anche grazie all’isolamento e altri invece, l’alcool tra tutti, è stato il perno della ripresa sociale e del ritorno all’aggregazione per molti; quasi un comodo “alleato” per esorcizzare il disagio accumulato con la privazione della propria libertà personale.

Questo elemento fondamentale per il benessere psicofisico ha intaccato soprattutto chi biologicamente vive una fase di costruzione della propria identità o inizia a navigare il mondo esterno a bordo di quella che ha costruito, più o meno solidamente. Si tratta della fascia giovane della popolazione, che include in senso ampio dai 14 ai 29 anni. Quanto incidono le dipendenze oggi? C’è un azione di contrasto?

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L’effetto lockdown sulle dipendenze in Italia

Il periodo pandemico, in particolare nei giovani, ha detonato alcune tendenze e ne ha amplificate altre.

La dipendenza da fumo e/o tabacco, nonostante il decremento registrato in pandemia – documentato nell’inchiesta che abbiamo condotto un anno fa –  soffre sempre più l’avanzare dell’uso della sigaretta elettronica e ora anche di prodotti a tabacco riscaldato (dati aggiornati a gennaio 2023) erodendo il traguardo raggiunto. Secondo la relativa indagine Istat, un milione e mezzo di persone dai 14 anni in su l’ha utilizzata regolarmente nel 2021 ma la quota dei maggiori utilizzatori è la fascia 18-34 anni, che rappresenta l’8% e vede una grossa prevalenza maschile.

All’indomani della presentazione dell’indagine Istat sulle dipendenze patologiche dei giovani, il professor Alfio Maggiolini – che insegna psicologia dello sviluppo presso l’Università Bicocca di Milano – ha riassunto così: «Le tendenze degli ultimi 10-20 anni mostrano una leggera posticipazione nell’uso di alcol, al contrario di quanto si registra per le droghe leggere. Bisogna monitorare la differenza tra l’uso sociale e disinibente dell’alcol che si fa come mezzo per la socialità, con quello per cui diventa un fine e si ‘esce solo per bere’».

Il dibattito attuale sulla tacita concessione dell’Unione europea all’Irlanda come Paese apripista per l’inserimento di avvertenze esplicite circa i danni alla salute dell’alcol sulle etichette, cosiddetti ‘health warning’, riapre il tema della piaga sempre più viva in Italia sulla sicurezza stradale e la mortalità giovanile ad essa correlata, sulla base dei dati allarmanti dell’ultimo anno.

I dati sulla dipendenza giovanile da alcol e l’incidenza degli incidenti stradali

Secondo l’OMS il consumo di alcol causa tre milioni di morti all’anno in tutto il mondo, di cui un milione solo in Europa, dove si registra la più alta percentuale di consumo di alcol e di consumatori (44%). Più di un quarto (27%) di questi rientra nella fascia d’età 15-19 anni; una persona su quattro muore in giovane età (20-24 anni) per incidente stradale alla guida in stato di ebbrezza, che è la prima causa di morte prematura in Italia e in Europa.

L’osservatorio nazionale alcol – ONA- e il WHO dell’ISS stabiliscono che le interferenze del settore produttivo sulle politiche di riduzione del consumo sono i principali ostacoli per raggiungere 13 dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030.

In Europa infatti, durante la pandemia del 2020 sono oltre cinque milioni e mezzo i ragazzi sopra gli 11 anni che hanno dichiarato di aver ecceduto abitualmente nel consumo di bevande alcoliche (20,6%), di cui l’81,5% aveva 16-17 anni. In Italia il dato sale al 37% per la fascia 11-17 anni nonostante la Legge 189 del 2012 imponga il divieto per i giovani under18.

Il report “Mobilità dei giovani” di DEKRA sulla sicurezza stradale che è stato presentato in chiusura del 2022, fornisce dati aggiornati sul focus delle dipendenze in Italia che confermano il peggioramento del trend: in Italia, la stima Istat relativa al primo semestre 2022, rispetto al primo del 2021, registra un aumento di quasi il 25%, per un totale di oltre 80 mila incidenti stradali, di cui 1450 vittime e circa 109 mila feriti.

Le cause rilevate sono state nell’ordine: alcol e droga, corse illegali e scarsa esperienza alla guida. Secondo l’indagine del Consiglio europeo dei trasporti (ETCS), in Europa dal 2020 c’è stato un aumento del 41,7% nella fascia dai 15 ai 19 anni.

Come si contrastano le dipendenze?

Sulla base di questo quadro preoccupante, corroborato dai dati pubblicati su Lancet a gennaio 2023 circa i rischi per la salute associati anche a bassi livelli di consumo alcolico, è stato ideato il Piano d’azione globale contro l’alcol 2022-2030, adottato nel maggio 2022 nell’Assemblea mondiale della sanità. La strategia concordata prevede sei settori d’azione cruciali e coinvolge anche le associazioni professionali e il mondo accademico; la riunione di consultazione corale si è appena svolta nella sede OMS di Ginevra. Sul fronte italiano invece ci si muove su un modello partecipativo e integrato per supportare le reti curanti.

Inoltre, sono in atto altri metodi di contrasto concreto, come il modello islandese sbarcato oltreoceano, di cui vi parleremo.

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Roberta Nutricati

Roberta Nutricati

Laureata in Lettere Moderne a Siena e in Relazioni Internazionali a Torino. Dopo aver vissuto e lavorato in Spagna per un anno, ho conseguito un master in Europrogettazione e il riconoscimento alla Camera dei Deputati come Professionista Accreditata presso la Fondazione Italia-USA a Roma. Collaboro con il settimanale TheWise Magazine e scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista.

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