Il Reddito di cittadinanza cambia nome e prevederà nuove disposizioni normative a sostegno dei nuclei familiari più deboli. Il governo Meloni ha deciso di riformulare il sussidio di Stato necessario per il reinserimento lavorativo e sociale. I nuovi provvedimenti sono rivolti ai cittadini che si trovano in situazione di povertà per dare loro un sostegno economico.

A tale proposito, lo scorso 4 maggio è stato pubblicato il decreto Lavoro che prevede l’abolizione del reddito di cittadinanza a favore di due nuove misure: l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro.

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Reddito di Cittadinanza: cosa prevede il nuovo decreto Lavoro

Il 4 maggio scorso, è stato pubblicato il nuovo decreto Lavoro in Gazzetta Ufficiale. Cambiano i requisiti, gli importi e i nomi delle nuove disposizioni, ma nella sostanza gli aiuti statali rimangono i medesimi. Con l’abolizione del sussidio da parte dello Stato (il Reddito di Cittadinanza), a partire dal 2024, entreranno in vigore due nuove misure: l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro.

Sono diverse le disposizioni adottate in materia di lavoro presenti nel pacchetto di misure del decreto, come la disciplina dell’Assegno di inclusione, il nuovo strumento che sostituirà il reddito di cittadinanza. La nuova legge stabilisce anche l’introduzione della disposizione per il Supporto per la formazione e il lavoro. Oltre a ciò, è previsto il nuovo taglio del cuneo fiscale che porterà aumenti nelle buste paga dei lavoratori con redditi fino a 35mila euro.

Inoltre sono previsti nuovi bonus assunzione e nuove misure per le famiglie, come la maggiorazione per l’assegno unico e l’aumento della soglia dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli. Si tratta dei cosiddetti “benefici accessori” come i buoni pasto, i prestiti agevolati e le borse di studio.

L’Assegno di inclusione: quali sono i requisiti per ottenerlo

L’Assegno di inclusione entrerà in vigore da gennaio 2024 e sarà dedicato ai nuclei familiari in cui ci sono persone disabili, minori o anziani con più di 60 anni a carico. Coloro che attualmente percepiscono il Reddito di Cittadinanza possono continuare a riceverlo fino al 31 dicembre 2023, quando cesserà di esistere. L’Assegno è un sostegno continuativo, viene erogato fino a che permane la necessità e viene definito nella norma come la “misura nazionale di contrasto alla povertà”. 

I componenti del nucleo familiare tra i 18 e i 59 anni occupabili, che non rientrano nella categoria fragili, devono intraprendere un percorso di inserimento lavorativo registrandosi presso il nuovo sistema informativo gestito dai Centri per l’Impiego, sia per la ricerca del lavoro sia per le attività di orientamento.

Se l’iscrizione non avverrà, scatterà la revoca del sussidio a tutto il nucleo familiare. La stessa cosa accadrà se rifiuteranno anche solo una volta un’offerta di lavoro sia a tempo indeterminato, full time o part time a qualsiasi distanza, con stipendio in linea con i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro mentre a tempo determinato entro 80 km dalla residenza. Quando il contratto di lavoro si concluderà, il cittadino può tornare a ricevere l’aiuto statale. 

Supporto per formazione e lavoro: la misura a sostegno degli occupabili

La normativa che disciplina il Supporto per la formazione e il lavoro entrerà in vigore da settembre 2023. Definita nella norma una “misura di attivazione al lavoro”, prevede un assegno da 350 euro mensili per un massimo di 12 mesi, soltanto agli aventi diritto che parteciperanno a programmi di formazione e qualificazione professionale. La misura è personale, quindi è possibile che all’interno della stesso nucleo familiare vi siano più percettori. Il decreto legge indica anche quali sono i requisiti necessari per accedere alla misura.

Il Supporto per la formazione e il lavoro può essere richiesto dai cittadini di età compresa tra 18 e 59 anni in condizioni di povertà assoluta, con un valore dell’ISEE familiare non superiore a 6mila euro annui, che non possono usufruire dell’Assegno di inclusione. Il sussidio statale può essere utilizzato anche da più componenti della stesso famiglia e le persone interessate devono rilasciare una dichiarazione di disponibilità immediata al lavoro.

La persona interessata dovrà poi firmare un patto di servizio in modo da potere ricevere offerte di lavoro o partecipare a corsi di formazione, orientamento e accompagnamento al lavoro. A differenza dell’assegno di inclusione, il Supporto per formazione e lavoro non è una misura contro la povertà, ma un aiuto temporaneo che si rivolge agli occupabili che non fanno parte di un nucleo familiare con minori, disabili o over 60 che necessitano di un assegno di sussistenza per vivere.

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Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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