Il riciclo delle plastiche è già in atto da molti anni. Gli attuali livelli di consumo e la quantità via via più esigua di materie prime a disposizione rendono necessario ripensare i processi che regolamentano questa attività. Alcune iniziative, in campo industriale, sono innovative e lasciano ben sperare.

Il riciclo delle plastiche: qualche numero

La plastica è un materiale con molteplici proprietà: è duttile, leggero e facilmente modellabile. Il suo utilizzo è previsto in moltissimi campi: tecnologico, medicale, produzione di oggetti di uso quotidiano. Nel 2018, in Europa sono state prodotte quasi 62 milioni di tonnellate di plastica. I rifiuti derivati dalla plastica, prodotti nello stesso anno, corrispondevano a 29,1 milioni di tonnellate. Solo il 32% dei questa tipologia di rifiuti è stato riciclato. Riciclare percentuali più alte di rifiuti plastici garantirebbe una maggiore sostenibilità dei processi, in ottica di economia circolare. 

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Occorrerebbe ripensare i processi di produzione, partendo dalla materia prima già utilizzata e trasformata. Pensare in termini di economia circolare significa anche riconvertire impianti esistenti, affinché utilizzino pratiche meno inquinanti, programmare, pianificare e utilizzare quotidianamente materiali biodegradabili. L’European Green Deal, a questo proposito, auspica che entro il 2030 il 55% dei rifiuti plastici possa essere riciclato. Il 28 aprile 2023 il Ministero dell’Ambiente ha approvato il finanziamento di 75 nuovi progetti di impianti di riciclo della plastica, per la cifra complessiva di 115 milioni di euro.

Tipologie di processi di riciclo della plastica

Attualmente, esistono quattro tipi di processo per il riciclo delle plastiche: riciclo meccanico, riciclo omogeneo, riciclo eterogeneo, riciclo chimico.

Il riciclo meccanico è la tipologia di riciclo utilizzata per il 99% dei rifiuti plastici prodotti in Europa. La lavorazione dei polimeri plastici richiede il minimo sforzo; la qualità dei prodotti ottenuti dipenderà dalla qualità della plastica utilizzata alla fonte.

Il riciclo omogeneo, al contrario, opera una importante selezione dei polimeri plastici, all’inizio del processo. La selezione è finalizzata ad ottenere una migliore qualità di plastica riciclata e avviene con diversi metodi, tra i quali: separazione dei polimeri con utilizzo di cariche magnetiche o elettrostatiche, separazione per densità, separazione con galleggiamento, separazione tramite soffio di aria. Successivamente alla separazione, i polimeri vengono poi triturati, lavati, macinati, essiccati e ridotti in granuli.

Il riciclo eterogeneo viene utilizzato nei casi in cui non sia possibile selezionare e separare i rifiuti plastici. Le pellicole in polipropilene o in polietilene e il PVC sono sottoposti a questa tipologia di processo. Il materiale plastico è separato da eventuali particelle metalliche, poi triturato, frantumato e lavorato.

Il riciclo chimico comporta la decomposizione dei polimeri di origine, per separare e isolare componenti quali la colorazione, la presenza di materiale metallico e le impurità. La plastica che meglio si presta a questo trattamento è il PET. I processi chimici consentono il recupero del materiale attraverso la trasformazione in idrocarburi liquidi. Il materiale originario può essere riscaldato sottovuoto, gassificato o trattato con idrogeno.

Esempi e pratiche industriali virtuose di riciclo

L’azienda vicentina Ecostar SRL è specializzata nella produzione di macchine per il riciclo, in grado di vagliare otticamente i rifiuti. La vagliatura dinamica a dischi Hexact permette di separare circa 25 tonnellate di rifiuti l’ora. C’è macchina che lavora con questa tecnologia presso l’azienda toscana Revet SPA, con sede a Pontedera (PI), per un progetto innovativo sul riciclo. Il consorzio europeo PUReSMART comprende nove partner da sei paesi europei (Spagna, Francia, Italia, Germania, Austria, Paesi Bassi) e ha come obiettivo lo sviluppo di nuove tecnologie di selezione intelligente, per separare e trasformare il poliuretano in materie prime di nuova concezione, resistenti e riciclabili. PUReSMART punta al recupero del 90% del poliuretano.

Nel 2020 Versalis, società del gruppo ENI, ha lanciato il progetto HOOP, che prevede la creazione di un impianto per la lavorazione di 6000 tonnellate di rifiuti l’anno nei pressi di Mantova. Obiettivo del progetto è il riciclo chimico pressoché infinito di delle plastiche, con la produzione di nuovi polimeri vergini, adatti ad ogni applicazione tanto quanto la materia prima originaria.

Ohoo Balls e Circular Plastic Alliance

Per contrastare la diffusione delle bottigliette di acqua in plastica, tre ingegneri spagnoli (Rodrigo García González, Guillaume Couche e Pierre Paslier) hanno progettato le Ooho Balls. Si tratta di contenitori, grandi come palline da golf, composti da un involucro di membrana gelatinosa, cloruro di sodio e alghe marine. L’involucro è totalmente commestibile e biodegradabile e può essere riempito di qualsiasi liquido. Produrre ciascuna pallina costa solo due centesimi; la tecnologia, brevettata dai tre ingegneri, permette di produrre fino a duemila unità al giorno. Il vantaggio è il completo smaltimento del contenitore. L’idea è nata nel 2014, ma solo di recente il gruppo di ricerca ha ottenuto la licenza per produrre le Ooho Balls.

Nel 2018 è nata la Circular Plastic Alliance, iniziativa paneuropea che annovera il consenso di più di 300 rappresentanti del mondo accademico, pubblico e industriale. L’accordo è stato firmato a Bruxelles, alla presenza di rappresentanti della Commissione Europea. Scopo dell’alleanza è utilizzare, entro il 2025, 10 milioni di tonnellate l’anno di plastica riciclata, per la produzione di nuovi prodotti. Chi aderisce all’accordo si impegna a produrre o a utilizzare plastica riciclata in percentuali maggiori rispetto al passato.

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Donatella Bruni

Donatella Bruni

Mi occupo di economia, lavoro e società, con uno sguardo alle dinamiche del lavoro, ai consumi e ai cambiamenti della società (fisica e digitale). Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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