Il 5-6 ottobre si è tenuto a Granada, in Spagna, il terzo vertice della Comunità politica europea (Cpe). Hanno partecipato 44 Paesi, di cui 27 Stati membri dell’Unione europea e 17 partner.

Il vertice si è tenuto all’indomani della raggiunta intesa tra Germania e Italia in merito al nuovo Patto dell’Unione europea sulle migrazioni e asilo. Un tema che ha avuto preminenza anche durante il vertice, ma che non ha esaurito la due giorni. L’incontro è servito infatti anche a fare il punto sul conflitto russo-ucraino e su sicurezza, innovazione e intelligenza artificiale. L’occasione del vertice ha contribuito a rimarcare l’importanza dell’unità europea, in un momento geopolitico assai delicato. 

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Il terzo vertice della Comunità politica europea

L’idea di un organismo di discussione politica e strategica sul ruolo dell’Europa, è stata proposta per la prima volta dal presidente francese Emmanuel Macron, nel maggio 2022. Il mese successivo gli Stati membri dell’Unione hanno approvato la proposta durante la seduta del Consiglio europeo.

Quello di Granada è il terzo vertice della “piattaforma” ideata da Macron, dopo il primo tenutosi a Praga e il secondo a Bulboaca, in Moldavia. Il focus dell’incontro è ruotato principalmente attorno al tesissimo terreno dell’immigrazione, come era prevedibile. Ma è servito anche a ricompattare gli animi nel sostegno all’Ucraina e a discutere di sfide del futuro, come quella concernente l’intelligenza artificiale.

La partecipazione al vertice da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e le manifestazioni di sostegno ricevute durante gli incontri bilaterali con i leader occidentali, hanno messo a tacere le incrinature emerse in questi ultimi giorni, provenienti soprattutto da Slovacchia e Polonia.

La Dichiarazione di Granada e la mancata intesa sul Patto per le migrazioni

“Oggi, a Granada, abbiamo discusso delle priorità e delle azioni fondamentali necessarie per un’Europa forte, dinamica, competitiva e coesa in un mondo che cambia”. Si legge in un passo della Dichiarazione che i capi di Stato e di Governo dei 27 Stati membri hanno sottoscritto nella città andalusa.

Prima la pandemia, poi la guerra di aggressione della Russia, quindi, la sfida energetica per diversificare le fonti d’approvvigionamento: tutte situazioni che hanno testato la capacità di resilienza dell’Unione europea. E, soprattutto, che le hanno dato consapevolezza della sua forza e del ruolo internazionale che è chiamata a svolgere.

Nella Dichiarazione non compare il tema immigrazione, questione che ha tenuto gli animi agitati sino all’ultimo e che ha visto le defezioni di Ungheria e Polonia. Quest’ultime hanno infatti espresso la loro netta contrarietà al Patto sulle migrazioni e asilo. I presidenti Orban e Morawiecki hanno affermato di aver subito uno “stupro legalizzato”.

Al vertice di Granada, l’asse dell’Italia con il Regno Unito

I Governi di Budapest e Varsavia si sono detti contrari alla possibilità sostenuta dagli altri Paesi “di distribuire gli immigrati clandestini senza il consenso degli Stati membri”, ha osservato il presidente polacco. Sia quest’ultimo che il presidente magiaro vorrebbero che per un dossier così importante come quello sull’immigrazione, si decida all’unanimità e non con maggioranza qualificata.

La loro ferma contrarietà ha impedito che nella Dichiarazione conclusiva vi fosse questo importante capitolo. Unanimità, invece, che si è registrata sul tema della difesa delle frontiere esterne. La premier Giorgia Meloni si è ritrovata d’accordo con tutti i suoi omologhi (compreso il presidente tedesco Olaf Scholz) e in particolare con il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak.

Il 6 giugno Meloni e Sunak hanno rilasciato un intervento congiunto pubblicato sul Corriere della Sera e il Times. Essi hanno sottolineato il merito di aver “portato ad un cambio di passo nel dibattito in tutta Europa” su questo tema. Inoltre, nella dichiarazione congiunta si evidenzia che una medesima unità si è palesata con il fermo sostegno all’Ucraina, rendendo Regno Unito e Italia “due tra le Nazioni più vicine in Europa”.

Al centro del vertice di Granada la necessità di coesione

Come viene sottolineato da diversi quotidiani, tra i quali il Corriere della Sera, più che la prospettiva di allargamento dell’Ue, il principale tema affrontato è stato quello relativo all’immigrazione. Il principale punto di successo del vertice informale di Granada, secondo la premier italiana, è proprio quello di aver registrato coesione sulla necessità di contrastare la migrazione illegale.

Coesione che passa dal trovare un punto d’incontro con i principali Paesi dell’Unione, come Francia e Germania, senza dubbio. Ma anche con quelli che pur non facendone parte,  si trovano ad affrontare emergenze simili, come il Regno Unito.

Senza dimenticare l’apporto dei Paesi del Maghreb, come la Tunisia. Più che di distribuzione di soldi a pioggia, nei Paesi nord-africani vi è la necessità di operare investimenti strutturali e abbandonare logiche tampone che guardano al breve periodo. Per far questo, però, è necessario ritrovarsi ad un tavolo comune ed essere consapevoli della sfida importante che l’Ue si trova a dover affrontare. Probabilmente, a Granada, si è fatto un primo passo in questa direzione.

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Diego B. Panetta

Diego B. Panetta

Giurista con specializzazioni in campo notarile, societario e canonistico. Accanto alle norme, una grande passione per la retta filosofia, senza la quale codici e leggi possono ben poco. Autore di tre libri, collabora inoltre con riviste specializzate e testate online, tra cui BuoneNotizie.it.

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