Istituita nel 2012 dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite (ONU), il 20 marzo di ogni anno ricorre il World Laughter Day, la Giornata Internazionale della Felicità. Un evento che, attraverso attività educative di sviluppo della consapevolezza pubblica e momenti di sensibilizzazione, vuole celebrare la felicità in ogni sua forma.

In un momento particolare dell’anno, l’equinozio di Primavera che segna il fiorire e la rinascita della natura, si cerca di mettere la felicità al primo posto favorendo approcci positivi per il benessere delle persone.

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Che cos’è la felicità?

La ricerca della felicità è un desiderio costante fin dai tempi antichi. Per i Greci era la conseguenza di una pratica virtuosa, della saggezza e dell’amore per la giustizia e della verità, ma nonostante l’essere umano si sia da sempre concentrato con libri, opere letterarie e artistiche, musica e film intorno a questo tema, il termine felicità rimane il più complicato da spiegare.

Certo è che diversi studi condotti negli anni recenti, confermano che una elevata sensazione di soddisfazione e di benessere porta alla riduzione di numerosi rischi per la salute e ad un aumento dell’aspettativa di vita coinvolgendo non solo il sistema cardiovascolare, ma anche la funzionalità del sistema immunitario.

Martin E. P. Seligman, psicologo e saggista statunitense e fondatore della psicologia positiva, rassicura: “la felicità è un obiettivo alla portata di tutti, purché si apprendano e si mettano in pratica i comportamenti corretti, verso gli altri e, innanzitutto, verso se stessi”. Per i non addetti ai lavori può però risultare complicato identificare la felicità in qualcosa di concreto, di definibile o quantificabile a cui tendere.

Nel libro La costruzione della felicità di Martin Seligman, l’autore dà un importante contributo con una teoria in esso contenuta. “La felicità si può analizzare scomponendola in tre elementi, tre forme autentiche. L’emozione positiva, ossia ciò che proviamo come il puro piacere, l’estasi e il conforto; il coinvolgimento, che prende il nome di flusso – flow – come ad esempio essere un tutt’uno con quello che si sta facendo non accorgendosi dello scorrere del tempo; il significato, o scopo di vita, che consiste nel far parte di qualcosa più grande di noi ed è legato alla soggettiva comprensione del mondo, alla gioia di vivere connessa alla realizzazione della propria persona e a ciò che la circonda”.

La felicità, spesso superficialmente paragonata all’essere di buonumore, allegri o sorridenti, è invece qualcosa di più profondo, di più intrinseco. Ha tante forme la felicità, ma tutte devono mirare ad un funzionamento ottimale, il cosiddetto flourishing, ossia l’insieme del benessere fisico, mentale e sociale che permette di costruire rapporti, provare emozioni positive e capire le proprie priorità, non meramente concentrate a stati emotivi positivi passeggeri.

I 4 ormoni della felicità, come produrli naturalmente

Isolata per la prima volta nel 1935 da Vittorio Erspamer, neurofarmacologo originario di Malosco, la serotonina è sul podio dei neurotrasmettitori che producono, tra le altre, sensazioni di benessere. Sintetizzata nel cervello e in altri tessuti, è prodotta per il 95% nelle cellule intestinali e per il 5% nei neuroni serotoninergici cerebrali. Aumentare i livelli di questo messaggero chimico che svolge un ruolo chiave nella regolazione dell’umore, aiuta a gestire al meglio le giornate e a vivere una vita più felice.
Per produrla naturalmente è importante stare all’aperto, meglio se in piena immersione nella natura. Esporsi alla luce favorisce la sintesi di serotonina e costituisce una vera e propria terapia antidepressiva.

L’alimentazione ha un ruolo fondamentale: l’assunzione di cibi che contengono triptofano, un nutriente presente sia nelle proteine animali che in quelle vegetali, favorisce un aumento della sua produzione di serotonina a livello cerebrale. Numerosi studi hanno rilevato la possibilità di integrare triptofano anche per agire su patologie come, ad esempio, la depressione.

Anche fare attività fisica, che sia camminata veloce o corsa, migliora il tono dell’umore e previene le malattie mentali. L’esercizio costante aumenta la secrezione di diversi fattori inclusa la dopamina, legata ai nostri sistemi di piacere e di ricompensa del cervello, potenziando la resilienza ai turbamenti emotivi e migliorando l’autostima.

Attraverso gli sport di gruppo, lo yoga, la meditazione, l’ascolto della musica, i comportamenti altruistici e i momenti di intimità, viene invece rilasciata nell’organismo l’ossitocina. Più comunemente chiamata ormone delle relazioni sociali, contribuisce a tenere alto l’umore influenzando positivamente le relazioni e contribuendo a una maggiore comprensione e sensibilità nei confronti degli altri. Studi condotti su animali hanno dimostrato che, più sono elevati i livelli di ossitocina, più prevalgono comportamenti di affiliazione, legami sociali più forti e cura dei piccoli.

Lara Lucaccioni, Master Trainer di Yoga della risata e autrice del libro Ridi Ama Vivi, ha costruito la sua felicità unendo la pratica dello yoga a quello della risata. “Grazie alla risata – racconta Lucaccioni – è possibile riossigenarsi perché si butta fuori tutta l’anidride carbonica che è ferma nella parte bassa dei polmoni. Quando ridiamo inoltre il nostro corpo produce endorfine, neurotrasmettitori che si generano in risposta alla felicità. Queste sostanze chimiche del benessere riducono il dolore e aumentano le sensazioni di piacere e soddisfazione”. 

Le endorfine agiscono come analgesici naturali. Questi neurotrasmettitori producono una sensazione di calma e contentezza e contribuiscono anche  ridurre stress e ansia, migliorando il nostro umore complessivo. “Ridere insieme ad altri – conclude Lucaccioni – o partecipare ad attività di gruppo contribuisce a rafforzare i legami sociali e migliora la nostra sensazione di appartenenza e felicità“.

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Florinda Ambrogio

Florinda Ambrogio

Laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche con specializzazione in Scienze Forensi, amo la cronaca tanto quanto la narrativa. Da sempre impegnata per portare l'attenzione sui sempre attuali temi della crescita personale. Il cassetto mi piace riempirlo fino all'orlo di sogni che sostituisco non appena diventano realtà. Aperta al cambiamento solo se porta a migliorare.

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