Dell’esistenza di un tunnel “vuoto” all’interno della piramide di Cheope si era a conoscenza già dal 2015. La tecnica delle radiazioni però non consentiva di esplorarne lo spazio a causa dell’enorme solidità e dimensione dei blocchi di calcare che costituiscono la piramide.

Per anni è rimasto il mistero intorno a ciò che veniva denominato “the big void” – il grande vuoto- una superficie impenetrabile. Il 2 marzo in conferenza stampa Zahi Hawass, archeologo egiziano di fama internazionale, ha mostrato, grazie al progresso tecnologico giapponese, le foto di un vero corridoio. Le guide egiziane in loco informano che gli archeologi al momento stanno studiando tecniche non invasive per entrare senza danneggiare la struttura.

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Corridoio scoperto nella piramide di Cheope grazie alla tecnologia giapponese

Corridoio scoperto nella piramide di Cheope grazie alla tecnologia giapponese

Il mistero della costruzione del corridoio

Cheope, sovrano della IV dinastia, 2.500 anni fa commissionò la Grande Piramide di Giza, dove custodire il suo sepolcro. I sarcofaghi venivano abilmente nascosti in pozzi sepolcrali in quanto se fossero stati violati ciò avrebbe impedito al faraone di ottenere l’eternità. A dispetto delle copiose ricerche degli studiosi e della “caccia al tesoro” dalle bande dei tombaroli, nessuno ha mai identificato né la tomba né il tesoro del faraone Cheope.

Agli inizi di marzo l’egittologo Hawass ha annunciato ufficialmente il ritrovamento clamoroso dell’inesplorato corridoio all’interno della piramide. L’archeologo ha altresì ipotizzato che possa portare alla camera funeraria del reggente e del suo prezioso corredo funerario. Il tunnel è lungo 9 metri, largo 2.10 e alto 2.30, è situato sul lato nord della piramide, collocato sopra l’ingresso principale e il soffitto è a forma di V rovesciata, detta “tecnica dello chevron“, che serve per proteggere dai pesi sovrastanti.

La tecnologia giapponese per entrare nel corridoio della piramide di Cheope

La scoperta è avvenuta grazie all’evoluzione della tecnica della radiazione cosmica. Il giapponese Kunihiro Morishima dell’Università di Nagoya e altri colleghi hanno effettuato le scansioni. Con il progetto Scan-Pyramids sono state esaminate sezioni inesplorate della piramide: si è riusciti a passare attraverso le fessure dei pesanti blocchi con l’utilizzo di muoni a raggi cosmici, muon X ray, particelle formate dall’interazione fra i raggi provenienti dallo spazio e le molecole dell’atmosfera.

Una sonda giapponese ha filmato la cavità, introdotta attraverso una fenditura di pochi millimetri ricavata tra i solidi monoliti di pietre della struttura. Questa sorta di “endoscopio” ha consentito agli studiosi di effettuare una radiografia e quindi determinare la dimensione del corridoio senza entrarci. I risultati dell’esplorazione virtuale e non invasiva sono stati pubblicati il 2 marzo sulla rivista Nature Communications. 

La cooperazione internazionale per proseguire la ricerca

Tuttavia, durante la conferenza stampa del 2 marzo che annunciava la scoperta, il ministro egiziano del turismo e delle antichità Ahmed Issa ha affermato che “molto rimane ancora sconosciuto“. Infatti l’esplorazione del corridoio non è completata. Questo è solo l’inizio.

Fino ad oggi i sondaggi sono stati perlustrativi e ci vorranno mesi per terminare la ricerca che possa verificare l’ipotesi che il corridoio “nasconda” la tomba del faraone. Le questioni che ora si pongono gli studiosi sono tecniche ed economiche: come riuscire a perlustrare il corridoio con tecniche non invasive senza danneggiare la struttura esterna delle piramidi e dove reperire i fondi per gli eventuali scavi.

Il progetto archeologico è di interesse culturale internazionale essendo le piramidi patrimonio dell’UNESCO. Per continuare la ricerca ed eventualmente avviare il cantiere di scavi, sotto la supervisione del coordinatore Hawass, è necessaria la collaborazione straniera che ad oggi già include Giappone, Germania e Canada.

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Lucia Massi

Lucia Massi

Avvocata, assistente universitaria in U.S.A., interprete del tribunale di Roma e promotrice di cultura italiana presso la F.A.O. Le lauree conseguite in Italia e all’estero, incluso un Ph.D. presso la Columbia University di New York, attengono alle discipline giuridiche e letterarie. Laureata in giornalismo, collaboro con BuoneNotizie.it.

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