La storia della principessa Odette trasformata in cigno è un classico del balletto. Il lago dei cigni di Tchaikovsky è una storia d’amore tragica, una rappresentazione drammatica e delicata dei chiaroscuri della femminilità. Da oltre un secolo viene reinterpretata, mantenendo sempre intatta la sua carica emotiva.

Una storia d’amore con origini nel Nord Europa

Il 27 settembre scorso si è conclusa la rappresentazione al Teatro alla Scala del balletto Il lago dei cigni, iniziata il 15 settembre. Dopo nove anni di assenza è così tornato in scena, a La Scala, la lettura di Rudolf Nureyev di questo capolavoro. La storia alla base dell’opera sembra avere origini da diverse fiabe popolari russe e tedesche. La versione originale infatti è ambientata in Germania, narrando le tristi vicende della Principessa Odette e del Principe Siegfried. Nella trama Odette viene trasformata in cigno da uno stregone, Rothbart, che si configura come l’antagonista.

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La principessa rappresenta il Cigno Bianco, simbolo di amore etereo e purezza. Solo una promessa di amore vero potrà rompere l’incantesimo. Ingannato dallo stregone però, il principe sceglie la figlia di questo, Odile (la rappresentazione del Cigno Nero), al posto di Odette. Il finale dei due amanti varia in base alle versioni della storia: la prima è sommariamente tragica, con Odette che muore di dolore e il principe che sceglie di morire con lei nel lago. Dalla rivoluzione russa del 1917 in poi, però, fu messo in atto un movimento di rivisitazione volto a trasformare i protagonisti delle storie russe in figure positive, quindi comparve per la prima volta un finale alternativo, con i due innamorati che sconfiggono il malvagio mago.

Gli adattamenti indimenticabili

Chi è cresciuto tra gli anni Novanta e l’inizio dei Duemila ricorderà probabilmente il film d’animazione statunitense L’incantesimo del lago. Ideato dallo studio d’animazione californiano Crest Animations Production, uscì nelle sale cinematografiche nel 1994 e fu candidato ai Golden Globe nel 1995. Una rivisitazione edulcorata ma allegra e romantica, sicuramente un buon modo per far conoscere anche ai più piccoli questa storia risalente a quasi 150 anni fa (la prima rappresentazione in assoluto ebbe luogo al Teatro Bol’šoj, a Mosca, nel 1877).

Più recente (e con toni più scuri e psicologici) il riadattamento del 2010 nel film thriller drammatico Il Cigno Nero. Diretto da Darren Aronofsky, con protagonista Natalie Portman affiancata da Mila Kunis e Vincent Cassel. Il regista statunitense è rinomato per i toni surreali, psicologici, talvolta inquietanti delle sue pellicole – Requiem for a Dream, The Wrestler, Madre! e il recentissimo The Whale, che ha fatto vincere l’Oscar all’attore Brendan Fraser. Il Cigno Nero non è da meno: è una storia dentro la storia. Viene raccontato infatti l’antagonismo tra due ballerine, entrambe coinvolte nella produzione newyorkese del balletto Il lago dei cigni. La vita però finisce per imitare l’arte, per la protagonista scelta per interpretare Odette – il Cigno Bianco.

La pellicola fu acclamatissima dalla critica. Valse a Natalie Portman l’Oscar e numerosi altri riconoscimenti. Un film tuttora rilevante, che indaga la dualità del femminile. La donna, spesso costretta a scegliere tra “bianco” e “nero”, non può che ritrovarsi in una difficile scissione psicologica che finisce per danneggiarla. L’opera cinematografica mette in risalto anche uno spaccato oggi molto attuale, quello sulla salute mentale – soprattutto legata al contesto lavorativo.

Il lago dei cigni, in conclusione, rimane una storia d’amore lunga oltre un secolo che riesce ancora a emozionarci, con la sua grazia innata e profondità concettuale.

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Virginia Allegra Donnini

Virginia Allegra Donnini

Con un background di studi ed esperienze lavorative a cavallo tra economia, marketing e moda scrivo di tendenze, pop culture, lifestyle. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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