Il teatro sociale è un’espressione artistica che mira a coinvolgere la comunità e affrontare questioni sociali, culturali e politiche attraverso la performance teatrale. Non si limita a intrattenere il pubblico, ma cerca di stimolare la riflessione critica e il dialogo su tematiche importanti.

Questa forma di teatro può essere utilizzata come strumento per il cambiamento sociale, la consapevolezza e l’empowerment delle persone.

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Il teatro sociale un po’ di storia

Il concetto di “teatro sociale” ha radici antiche, ma il termine stesso e la sua istituzionalizzazione hanno avuto origine principalmente durante il XIX secolo. Durante questo periodo, in Europa, in particolare in Italia, il teatro sociale ha iniziato a prendere una forma artistica con lo scopo di coinvolgere la comunità e di promuovere la cultura in modo accessibile a tutti i ceti sociali. Nel corso degli anni sono stati molte le esperienze sociali legate al teatro: i teatri sociali più noti, in Italia, sono il Teatro di Como ed il Teatro di Bergamo fondati nel 1813. Questi teatri sono spesso considerati tra i primi esempi di teatro sociale aperto a tutte le classi sociali. Spesso venivano finanziati dalla comunità locale e avevano lo scopo di promuovere la cultura e l’arte nella società.

Nel corso del XIX secolo, il concetto di teatro sociale si diffuse in altre parti d’Europa. Questo movimento ha influenzato l’apertura di numerosi teatri che cercavano di coinvolgere il pubblico in modi innovativi e inclusivi. Oggi, il concetto di teatro sociale è reinterpretato e adattato alle esigenze e alle sfide del mondo contemporaneo. Ci sono molte organizzazioni e teatri che continuano a promuovere l’arte e la cultura in modo inclusivo, coinvolgendo la comunità e affrontando questioni sociali importanti attraverso le rappresentazioni teatrali. In sintesi, sebbene il termine abbia avuto origine principalmente nel XIX secolo, l’idea di coinvolgere la comunità attraverso il teatro e di promuovere la cultura in modo accessibile ha radici antiche e continua a essere una parte importante della scena teatrale contemporanea.

Benefici del teatro sociale

Il teatro sociale offre una serie di benefici tangibili per chi partecipa e per la comunità nel suo insieme e può apporatare diversi benefici alle persone e alla comunità:

  • Empowerment Individuale. Partecipare al teatro può aumentare la fiducia in se stessi e l’autoconsapevolezza. Gli individui possono scoprire nuove abilità, sviluppare capacità di comunicazione e imparare a lavorare in gruppo. Questo può avere un impatto positivo sulla loro vita personale e professionale.
  • Sensibilizzazione alle Questioni Sociali. Affronta spesso tematiche sociali importanti, come la discriminazione, l’ingiustizia e la marginalizzazione. Partecipare a produzioni teatrali che trattano tali questioni può aumentare la consapevolezza e la comprensione dei problemi sociali, incoraggiando il pubblico a diventare agenti di cambiamento nella propria comunità.
  • Costruzione di Comunità. Il teatro sociale coinvolge spesso gruppi di persone provenienti da diverse sfere della vita. Questo promuove la coesione sociale e la creazione di legami più forti all’interno della comunità. Il senso di appartenenza e di condivisione di esperienze può avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere delle persone.

“Non io…” il viaggio nella mente di Becket della Cooperativa Immaginaria

Il viaggio della Cooperativa Immaginaria è tutt’altro che immaginario. L’esperienza del laboratorio di teatro sociale, a Benevento, ha coinvolto la comunità e diversi soggetti, tra cui anche persone con disabilità, a prendere parte ad una compagnia teatrale che mettesse in scena una commedia dai caratteri surreali sulla vita e le opere di Samuel Becket. Il titolo della commedia è “Non io..”, il progetto nato dalla mente di Massimiliano Sacchi, ideatore e coordinatore, mentre il laboratorio teatrale e la regia è affidata «maldestramente», come dichiara lui stesso, ad Enzo Mirone in collaborazione con Ilaria Masiello.

Lo spettacolo è stato organizzato attraverso nove incontri laboratoriali durante lo scorso settembre, è «un piccolo studio – dichiara Enzo Mirone – sulla vita e le opere di Samuel Beckett. Ci siamo incontrati nove volte e poi per altre nove ci siamo reicontrati e poi reincontrati ancora, fino a decidere di uscire allo scoperto con questa rappresentazione. Questo progetto avrà sicuramente un seguito anche se maldestramente». Questa della Cooperativa Immaginaria è un’esperienza che non rimarrà isolata ma continuerà a vivere all’interno delle comunità locali e che avrà un seguito anche oltre i confini nazionali con la collaborazione con registri europei.

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Vittorio Palmieri

Vittorio Palmieri

Napoletano. Emigrato nell'entroterra irpino-sannita, in controtendenza con l'emorragia dei paesi interni verso la vita metropolitana. Ignoto poeta "prestato alla burocrazia". Nell’entroterra segue percorsi sociali con enti del terzo settore. Ha collaborato ad un progetto di agricoltura sociale con le Associazioni Irpine “Ecopotea Aps” e “Al Centro dei Ragazzi Odv”. Nell’ultimo anno fonda Introterra Aps, nata con lo scopo di rivalutare e riscoprire l'entroterra campano, e con la quale rileva un progetto giornalistico editoriale decennale "bMagazine.it" e fonda l'etichetta "Introterra Edizioni" Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per Buonenotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista

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