Molte sono le trasposizioni cinematografiche ispirate alle storie di migranti. Vicende di persone con un’innata capacità di sopravvivere, di mantenere la speranza e di adattarsi alle circostanze avverse.

Dal 3 novembre è in programmazione sulla piattaforma Sky Unwanted – ostaggi del mare”, una serie Sky original. Otto episodi di una produzione internazionale, basata su storie vere di naufraghi resilienti. La miniserie è infatti tratta da “Bilal, il libro inchiesta del giornalista sotto copertura Fabrizio Gatti sul viaggio intrapreso lungo le rotte del Sahara. Un racconto di zone popolate non solo da migranti che si spostano dall’Africa per raggiungere l’Europa ma anche da quanti fanno affari lucrando sulla loro disperazione.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Un’altra storia di migranti è il film “Le nuotatrici”, per esempio, uscito nelle sale nel 2022, ha come protagoniste due sorelle siriane. Human Flow” è un altro esempio di come un documentario abbia portato alla luce 65 milioni di abitanti del pianeta costretti a fuggire dalla propria terra per colpa di guerre, persecuzioni e calamità.

“Unwanted – ostaggi del mare”: la nave della salvezza?

Orizzonte, una lussuosa nave da crociera, è in navigazione verso l’Africa. Cinquemila sono le persone a bordo, tra passeggeri ed equipaggio. La prima sera, vengono salvati ventotto migranti dal mare. Per quei naufraghi resilienti, persone in fuga da guerre, miseria e fame sembra essere la salvezza. Per i passeggeri invece, l’incontro con i naufraghi, è una doccia fredda di realtà. Alcuni dei passeggeri mostrano empatia altri invece indifferenza o addirittura fastidio. Due mondi da sempre tenuti a distanza si troveranno a collidere, a pensare a concetti di uguaglianza, libertà, empatia e resilienza. Dilemmi morali e questioni etiche, speranza e dolore, solidarietà e crudeltà, vita e morte si intrecciano.

La scoperta, in seguito, da parte dei migranti che la nave è diretta in Nord Africa, da dove fuggono, li spinge a dirottarla, trasformando la crociera in un teatro di scontro. La serie non solo racconta la storia di questi migranti, ma affronta anche tematiche come la femminilità, l’infertilità, il bisogno di sicurezza e la definizione della propria identità. In “Unwanted” ci sono solo esseri umani con gioie e dolori, indipendentemente dalla condizione sociale o umana in cui si trovano. “Il mio impulso è stato subito quello di creare una serie che avrebbe portato il pubblico a cambiare il modo di vedere i migranti”, racconta a Sky Tg24 il regista Oliver Hirschbiegel. “In altre parole, volevo cercare di rendere le persone considerate “invisibili” visibili, dando loro un volto, una voce e delle storie”.

“Le nuotatrici”: storia di due sorelle simbolo della resilienza dei migranti

Il film in onda su Netflix racconta la storia vera di Yusra e Sara Martini, sorelle siriane adolescenti fuggite da Damasco nel 2015, durante la guerra civile. Due sorelle nuotatrici con un unico sogno: le olimpiadi di Rio. Dopo aver raggiunto la Turchia, in preda alla disperazione, per attraversare il mare Egeo e raggiungere l’isola greca di Lesbo, hanno pagato dei contrabbandieri per salire su un’imbarcazione sovraffollata. A metà percorso il gommone ha iniziato ad imbarcare acqua. Le ragazze si sono buttate in mare e nuotando per oltre tre ore fino all’altra sponda hanno trascinato con sé la barca. Un altro esempio di naufraghi resilienti: determinazione, forza ed essere pronti a tutto pur di sopravvivere.

Il nuoto mi ha letteralmente salvato la vita”, dichiara l’atleta olimpica, “prima, quando ero in viaggio verso la Germania. Poi, arrivata qui, mi ha dato la possibilità di ricostruirla”. Grazie alla sua dedizione, Martini si è qualificata per le olimpiadi di Rio 2016 come parte della prima squadra olimpica di rifugiati. Inoltre, è stata portabandiera per la selezione dei rifugiati, nonché la più giovane ambasciatrice di buona volontà dell’UNHCR, l’Alto commissariato delle la Nazioni Unite per i rifugiati. “Trasmetterò il messaggio che rifugiati possono sognare e avere successo come chiunque altro”. Questo tipico esempio di migranti resilienti mostra come può esserci una vita migliore nonostante sfide e difficoltà.

Youth oh the run: il gioco di ruolo sulle migrazioni della Croce Rossa

Youth oh the run: un gioco di ruolo di ventiquattro ore ideato dalla Croce Rossa Italiana, CRI, per far comprendere la dura vita di una persona migrante in fuga da un Paese per salvarsi la vita. Si tratta di un faccia a faccia pieno di ostacoli, basato sull’interazione tra i partecipanti. Gli istruttori della CRI interpretano quei personaggi incontrati dai migranti stessi durante il loro lungo e doloroso tragitto verso l’Europa.

La simulazione ha come obiettivo finale di sensibilizzare i giovani tra i 15 e i 32 anni sulle pressioni psicologiche e sulle situazioni di grande pericolo alle quali si espone chi è costretto a spezzare il legame con le proprie origini per avere salva la vita. Un tortuoso viaggio, il labirinto della burocrazia, e tante altre sfide. Sapranno affrontarle?

Condividi su:
Mizar Fava

Mizar Fava

Master in sceneggiatura e critica cinematografica. Appassionata di arte, cinema, fotografia, viaggi e sport estremi. Da più di 15 anni seguo il sistema nazionale di protezione civile in tutte le sue iniziative. Mio padre, per farmi addormentare da piccola, mi raccontava sotto forma di favola le guerre mitologiche greche. Narrare storie è la mia passione fin da bambina. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici