Il 4 novembre si è spenta Marina Cicogna, la prima produttrice cinematografica in Europa, da sempre considerata la contessa del cinema italiano. È stata capace di affermarsi in un ambito e un periodo storico in cui le donne raggiungevano difficilmente la notorietà.

La contessa del cinema italiano

Marina Cicogna è stata l’unica donna della sua generazione a essere produttrice cinematografica. Personalità imprevedibile e anticonvenzionale, icona del cinema. Nel documentario di Andrea Bettinetti, presentato alla Festa di Roma nel 2021, Marina Cicogna – La vita e tutto il resto, viene raccontata la sua storia. La storia di una donna che si è fatta strada in un mondo in cui gli uomini prevalgono, negli anni Sessanta e Settanta.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

“Il folle amore della mia vita è stato il cinema” ha raccontato nel suo memoir, Ancora spero, scritto da Sara D’Ascenzo. Lo conosce e lo vive sin da bambina con la sua famiglia: il nonno Giuseppe Volti di Misurata era presidente della Biennale di Venezia e fondatore della Mostra del Cinema. Suo padre era stato tra i produttori di Ladri di Biciclette, ma l’amore per l’arte viene da sua madre. Con lei aveva fondato Italia Nostra, Associazione Nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale, insieme anche a Giorgio Bassani.

Nel 1967, suo fratello Bino diventa capo della Euro International Films e lei lo segue, mettendosi in prima linea nell’azienda. Qui finanzia molti film, come C’era una volta il west di Sergio Leone o Medea di Pier Paolo Pasolini. Oltre a sfidare le differenze nel settore, Marina Cicogna lancia il suo sguardo oltre. Nel film Helga coglie la portata scandalistica: realizzato in Germania Ovest su richiesta del ministro della salute, il film affronta il tema della salute sessuale e riproduttiva. È sempre anticipatrice dei tempi, soprattutto se si pensa ai pensieri che avevano i governi italiani all’epoca sul quel tema.

“Non ho mai prodotto un film per ragioni anche vagamente politiche, né mi interessava se il regista e i protagonisti fossero di sinistra o di destra. Mi premeva piuttosto che la trama e gli attori risultassero convincenti” ha spiegato. La lista di film prodotti da lei è lunga e piena di successi. Vince un Oscar con Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e un Leone d’Oro con Bella di Giorno. Solo due dei tanti riconoscimenti ricevuti. Una vita di successi ma di poca ostentazione. Ha vissuto sempre sopra le righe e senza mai farsi sopraffare da un mondo fatto di uomini, portando avanti il suo stile indipendente.

Marina Cicogna e la sua vita queer

Marina Cicogna è stata una delle poche donne bisessuali a non aver nascosto le sue relazioni. “Ho vissuto semplicemente come volevo vivere. Ma a casa mia – ha detto in un’intervista – ho rispetto per gli altri. Non si dovrebbe spiare cosa succede in camera da letto. Non mi piacciono le ghettizzazioni, ma neanche gli esibizionismi. Allo stesso modo non bisogna avere paure. E forse io e Florinda siamo state tra le prime a non avere paura. Eravamo due persone note, con una vita pubblica che suscitava interesse”.

Ha parlato della sua vita sentimentale, in particolare dei suoi due amori più importanti più volte. Ma non ha mai voluto etichettarsi o utilizzare la parola “omosessuale”. Nel suo libro si legge: “Spesso le persone mi hanno messo delle etichette. Ma la mia vita e le mie scelte parlano per me. Ho vissuto per vent’anni con Florinda, da quasi quaranta vivo con Benedetta. Eppure non ho mai amato le manifestazioni eclatanti della propria sessualità”.

Benedetta, il suo secondo amore, è stata adottata da Marina. Una scelta determinata dal fatto che altrimenti non avrebbe potuto lasciarle nulla, a causa della diversità di trattamento e di diritti che nel nostro paese riguarda le coppie dello stesso sesso. In un’intervista a Vogue spiega questa scelta: “Dopo molti anni di vita insieme, in modo naturale e libero, si interfacciarono dei problemi tra una parte della mia famiglia e Benedetta e così per tutelare lei e il suo futuro quando io non ci sarò più, in totale accordo con i suoi genitori, decisi di adottarla, cosa che dieci anni fa era l’unico modo possibile per regolamentare in qualche modo il nostro rapporto e darle la protezione che merita”.

Leggi anche:

L’evoluzione della rappresentazione femminile nel cinema

“C’è ancora domani”, l’esordio alla regia di Paola Cortellesi

Stand-up comedy e donne, un fenomeno in ascesa, anche in Italia

Condividi su:
Eva Ricevuto

Eva Ricevuto

Laureata in Arti Tecnologiche e appassionata di cinema, femminismo e sostenibilità. Sono un'aspirante giornalista pubblicista e cinematografica. Collaboro con BuoneNotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici