La comunicazione empatica e assertiva rappresenta una modalità di rapportarsi agli altri valida anche nei contesti aziendali.

In un mondo dove il linguaggio cerca di essere sempre più inclusivo e rispettoso delle differenze, imparare a comunicare in maniera nonviolenta offre uno strumento in grado perfino di sospingere la produttività.

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Cambiamento nella comunicazione aziendale

L’esigenza di una comunicazione più rispettosa e inclusiva si è fatta strada negli ultimi anni nei luoghi di lavoro. Fa parte di un discorso più ampio, dove rientrano anche la nuova attenzione per i criteri ESG e la responsabilità sociale d’impresa.

Si ritiene che lo scopo dell’iniziativa economica non sia quello di generare profitto a ogni costo, bensì costituire un valore per tutto il contesto dove ha un impatto.

A questa nuova impostazione delle relazioni sono seguite nuove parole e un nuovo linguaggio, anche se talvolta i tentativi di rinnovamento sono stati goffi. Negli Stati Uniti, per esempio, si è preferito cominciare a non parlare più di “feedback” bensì di “feedforward“. In questo modo, dovrebbe essere evidenziata l’intenzione di volere spingere una crescita appunto in avanti con la critica che si sta muovendo.

Caratteristiche della comunicazione empatica

La nozione di comunicazione empatica o nonviolenta è stata ideata dallo psicologo americano Marshall Rosenberg. L’idea di fondo è quella di connettersi a quello che le persone provano.

Ciascun individuo è portatore di bisogni e valori universali che chiedono di essere riconosciuti e rispettati. Dietro ogni sensazione fisica ed emotiva esistono, secondo Rosenberg, necessità della vita che pretendono di essere custodite.

Capita a tutti di metterle da parte per adeguarsi al contesto in cui si è immersi, ma questi compromessi non fanno che generare insoddisfazione a detrimento della propria identità.

Una comunicazione empatica, cioè impostata su richieste invece che su pretese, apre lo spazio necessario per la fioritura della persona.

Vantaggi della comunicazione empatica in azienda

La comunicazione empatica è anche una comunicazione assertiva.

Comunicare in questo modo non richiede una rinuncia a se stessi, piuttosto si porta se stessi pienamente al servizio dell’azienda e del mondo insieme con le altre assertività, ossia con le altre persone“. Davide Facheris è formatore e consulente in ascolto empatico, mediazione dei conflitti e facilitazione dei processi di gruppo: “Quando una persona fiorisce e sta bene dà il massimo, arriva con gioia al lavoro, porta un’energia luminosa“.

Se l’azienda è riuscita a impostare una buona comunicazione empatica avrà lavoratori più creativi, più proattivi a risolvere i problemi o a mettersi a disposizione nei momenti di emergenza.

Il rispetto della diversità permette un migliore coordinamento delle varie competenze e delle varie sensibilità nei luoghi di lavoro. Metterle in comunicazione empatica aiuta a generare quell’armonia che offrirà una spinta alla produttività.

Come si fanno i corsi antincendio, si possono fare anche corsi sulla comunicazione empatica” prosegue Facheris. “Come si cura la sicurezza acquistano i dispositivi antinfortunistica, così lo si fa anche creando un ambiente di relazioni dove esprimere pienamente se stessi.  L’azienda potrebbe scoprire di avere all’interno risorse che le occorrevano ma non sapeva di avere“.

Resistenze all’empatia in azienda

L’impegno per innestare una comunicazione empatica in azienda non è un percorso facile. Trova un primo ostacolo nei pregiudizi e nella poca conoscenza del tema.

Trattando di relazioni si richiede un impegno più assorbente e coinvolgente. Chi riveste ruoli apicali può essere intimorito da un approccio di questo tipo e temere una perdita dei ruoli gerarchici.

Eppure, un leader è proprio colui che incarna per primo ciò che chiede ai suoi collaboratori, che prende per primo una strada difficile, che ha il coraggio di lavorare su se stesso” spiega Facheris. Il leader è seguito perché si fa comprendere, permette di entrare in armonia con il suo modo di fare.” Conclude Facheris: “La comunicazione empatica richiede di vedere l’azienda come un organismo unico, armonico e coordinato anziché come una stratificazione di livelli di potere“.

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Giovanni Pigozzo

Giovanni Pigozzo

Nei modi più vari mi sono sempre occupato di quel che succede nel mondo del Lavoro. Analizzo come è fatta e come evolve l'attività umana che più di tutte occupa le nostre giornate. Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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