L’idea di Euro digitale nasce come risposta della Banca Centrale Europea alle monete digitali attualmente scambiate. A partire dal 2026, la Central Bank Digital Currency (denominazione tecnica dell’Euro digitale) diventerà ufficialmente la moneta virtuale dell’Eurozona, affiancando gli Euro cartacei.

Una moneta digitale virtuale contribuirebbe a rafforzare il potere della moneta tradizionale cartacea e legittimerebbe la natura “eterea” del conio, perché sarebbe supportata ed emessa dalla BCE.

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Come nasce la moneta elettronica

A monte dei processi di creazione di una moneta unica europea digitale vi è la crescita dell’industria delle monete digitali. La prima moneta virtuale, il Bitcoin nasce nel 2009, a cui seguiranno Ethereum e LiteCoin. Le monete virtuali differiscono dal resto delle monete per due caratteristiche principali. In primo luogo, il loro valore non è fissato o regolamentato da una banca centrale. Secondariamente, la validità dello strumento di pagamento è garantita e mantenuta da una tecnologia, basata sulla crittografia.

L’appartenenza della moneta ad uno specifico soggetto e il conseguente potere d’acquisto sono assicurati da un codice cifrato, memorizzato in un registro digitale. Questo è il meccanismo alla base della blockchain, ovvero la “catena di blocchi” in grado di garantire la sicurezza dei pagamenti.

Euro digitale? MICA semplice, il discorso

Allo scopo di regolamentare i meccanismi correlati alla diffusione della moneta virtuale, il Parlamento Europeo ha approvato, il 31 maggio 2023, la direttiva MICA (acronimo di Market in Crypto Assets, rinominato in italiano “Regolamento Criptovalute”). Questo documento è il primo, a livello mondiale, che norma l’utilizzo delle criptovalute e dei token, intesi come prodotti digitali dei processi gestiti attraverso blockchain (lo spieghiamo qui).

Scopo della direttiva è fissare i termini, temporali e merceologici, entro i quali le monete virtuali troveranno ambito di negoziazione. Le criptovalute tradizionali sono associate a meccanismi poco trasparenti di creazione: i produttori sono chiamati miners, cioè minatori. Ogni Bitcoin è frutto di complessi calcoli realizzati da computer molto potenti. Creare un Bitcoin equivale a estrarre oro dalle miniere: da qui il termine. Inoltre, le realtà in cui hanno sede i provider di scambio delle informazioni sono, spesso, paradisi fiscali.

I presupposti dell’Euro digitale

Sull’onda della pubblicazione del Regolamento Criptovalute, la BCE ha iniziato a porre concretamente l’opportunità della creazione di un Euro digitale. Il professor Emilio Barucci prende in considerazione l’argomento, nel suo saggio “Euro Digitale”. Una moneta unica europea digitale rafforza la sovranità monetaria, anche a livello virtuale, in un mondo di incertezze sociali e geopolitiche. La Cina è fra i Paesi ad aver portato avanti questo discorso.

Il rafforzamento della sovranità monetaria fugherebbe il rischio di sostituzione monetaria da parte di altre valute. Inoltre, semplificherebbe l’accesso alla valuta per una buona fetta di popolazione che non dispone di strumenti finanziari. Un Euro digitale contribuirebbe a cumulare la riserva monetaria digitale nazionale, per tutte le banche centrali dell’Unione la sua natura virtuale scongiurerebbe rischi deflattivi.

Privacy e tracciabilità dei pagamenti con Euro digitale

L’Euro digitale contribuirebbe al contrasto al riciclaggio di denaro, poiché per definizione le transazioni digitali lasciano evidenza a beneficiari, ordinanti e intermediari. Resta pur lecita la richiesta, da parte dei privati, di gestire in maniera differente transazioni legate a piccoli importi. La BCE sta, infatti, pensando di rendere i pagamenti digitali in euro accettati ovunque e di gestire, con gli intermediari, una sorta di tecnologia simile agli attuali pagamenti contactless.

Al posto, o in alternativa, ai conti bancari, ci saranno dei portafogli digitali che conterranno moneta Euro digitale. Il cliente sarà identificato attraverso procedure simili all’attuale adeguata verifica, svolta dagli operatori bancari.

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Donatella Bruni

Donatella Bruni

Mi occupo di economia, lavoro e società, con uno sguardo alle dinamiche del lavoro, ai consumi e ai cambiamenti della società (fisica e digitale). Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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