Lanciare una raccolta fondi permette di raccogliere le risorse necessarie per realizzare progetti molto importanti e al contempo sensibilizzare l’opinione pubblica su una particolare tematica. Un utente però può imbattersi facilmente in iniziative di beneficenza che poco trasparenti: talvolta mascherano vere e proprie truffe.

La tecnologia della blockchain può fornire uno strumento agli Enti del Terzo Settore per garantire la tracciabilità dei fondi e la trasparenza nel loro impiego.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

La diffidenza per la raccolta fondi online

Quando si verifica un evento che colpisce l’opinione pubblica, come un’alluvione o un terremoto, spesso parte una vera e propria gara di solidarietà per sostenere i territori e le persone colpite. Sfruttando l’emotività del momento, in questa gara può infiltrarsi una raccolta fondi poco trasparente.

La commozione porta ad abbassare l’attenzione, si rischia di non utilizzare tutti gli accorgimenti necessari per non cadere in una truffa o semplicemente per non affidare i propri soldi a qualcuno che non li userà nel migliore modo possibile.

Se l’utente in passato si è già trovato alle prese con una raccolta fondi fasulla o ha scoperto che l’Ente a cui si era affidato ha realizzato un profitto con i suoi soldi, sarà meno propenso a donare. Ne avranno un contraccolpo così anche le iniziative oneste e benintenzionate.

Le caratteristiche della blockchain

Una opportunità per migliorare la trasparenza – e perciò l’affidabilità – di una raccolta fondi è data dalla blockchain.

In uno studio, l’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano ha mostrato alcune applicazioni di questa tecnologia. La blockchain è una sorta di registro digitale condiviso in cui si tiene traccia di tutti i movimenti di denaro in modo che siano sempre consultabili e non alterabili.

La blockchain si caratterizza per la digitalizzazione e la decentralizzazione delle informazioni raccolte. Il registro delle transazioni è strutturato in modo che sia sempre immutabile, trasparente e visibile a tutti in una piattaforma cloud.

Come la blockchain può supportare una raccolta fondi

Una raccolta fondi può utilizzare la tecnologia della blockchain per tracciare tutti i soldi raccolti. La catena può essere poi prolungata con l’annotazione e la rendicontazione di tutte le spese che l’Ente ha potuto sostenere grazie alle donazioni.

In questo modo, ciascuno può controllare come sono stati utilizzati i soldi che ha donato nella raccolta fondi.

I potenziali nuovi sottoscrittori, prima di donare, possono già verificare la correttezza nella gestione del denaro.

Sarebbe possibile perfino giocare d’anticipo: l’Ente che lancia la raccolta fondi potrebbe programmare nella blockchain le azioni che saranno effettuate al verificarsi di certe condizioni (per esempio, al raggiungimento di un certo obiettivo di raccolta). Le azioni programmate sarebbero avviate in automatico e i così i donatori avrebbero fin da subito il dettaglio di come le proprie risorse saranno impiegate.

L’Ente che avvia una raccolta fondi potrebbe decidere di implementare nella blockchain dei sistemi di votazione. Si tratterebbe di un sistema analogo alle assemblee dei soci e degli obbligazionisti per le società già previste per legge. Tutti coloro che – come certificato dalla blockchain – hanno partecipato alla raccolta fondi possono influenzare le scelte prese nel corso del tempo e contribuire a prendere le decisioni.

Limiti nell’uso della blockchain per la raccolta fondi

Le tecnologie per applicare la logica della blockchain a una raccolta fondi già esistono. In passato, è già stata utilizzata quando si è pensato di sfruttare gli NFT (abbreviazione dei “Non-Fungibile-Tokens”) per sostenere iniziative umanitarie. Rispetto a quei primi passi, si tratterebbe adesso di utilizzare queste soluzioni in maniera molto più penetrante.

In questo momento, una raccolta fondi che utilizzi la blockchain si scontrerebbe con il fatto che l’utilizzo delle criptovalute – indispensabile per il suo funzionamento – non è ancora largamente diffuso.

D’altra parte, la capacità di leggere il registro delle operazioni in cloud è ancora appannaggio di poche persone.

Perché la blockchain sia uno strumento pienamente impiegabile per garantire trasparenza e affidabilità in una raccolta fondi, sarà necessario che questo tipo di strumento diventi familiare al grande pubblico.

Condividi su:
Giovanni Pigozzo

Giovanni Pigozzo

Nei modi più vari mi sono sempre occupato di quel che succede nel mondo del Lavoro. Analizzo come è fatta e come evolve l'attività umana che più di tutte occupa le nostre giornate. Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici