Il 24 ottobre si celebra la Giornata delle Nazioni Unite, un’importante occasione per riflettere su quanto l’idea di cooperazione internazionale sia ancora centrale nella nostra società. Come ricorda il Segretario Generale António Guterres: «La speranza richiede che tutti i Paesi lavorino insieme. La speranza richiede le Nazioni Unite». In un mondo segnato da conflitti, disuguaglianze e cambiamenti globali, l’intervento della comunità internazionale, incarnato dalla Nazioni Unite (ONU), resta più che mai indispensabile.

Oggi che la Carta delle Nazioni Unite ha superato gli 80 anni, è il momento di guardare con realismo ai progressi compiuti, alle sfide che restano e alla strada da percorrere insieme.

La storia e il significato della Giornata delle Nazioni Unite

Il 24 ottobre è l’anniversario dell’entrata in vigore, nel 1945, della Carta delle Nazioni Unite, documento che segnò la nascita ufficiale dell’ONU grazie alla ratifica da parte della maggioranza dei Paesi fondatori, inclusi i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza.

Con questi presupposti nasceva un organismo pensato per mantenere la pace e la sicurezza internazionale, promuovere lo sviluppo, tutelare i diritti umani e favorire la cooperazione tra le nazioni. Oggi la Giornata delle Nazioni Unite ci invita a rinnovare quell’impegno comune, la carta che ha dato vita all’organizzazione è ancora un faro nel panorama globale.

Inoltre, la celebrazione della Giornata delle Nazioni Unite nel 2025 assume un’accezione ancora più simbolica, l’ONU festeggia circa 80 anni di attività, e questo traguardo è un promemoria della necessità di rimanere uniti e vigili, in un’epoca in cui le sfide globali si moltiplicano.

I progressi e le sfide del sistema internazionale dei diritti

Nel ripensare al ruolo dell’ONU, è fondamentale osservare da vicino lo stato dei diritti umani nel mondo, elemento centrale del mandato dell’organizzazione. Il recente rapporto Amnesty International “The State of the World’s Human Rights” fornisce alcuni spunti significativi. Se da un lato persistono violazioni diffuse, dall’altro si moltiplicano le risposte coordinate di governi, imprese e cittadini. In oltre 40 Paesi, negli ultimi dodici mesi, si sono registrati progressi significativi in ambiti come la libertà di stampa, l’accesso all’istruzione per le donne e la tutela dei difensori dei diritti umani.

Secondo Human Rights Watch, anche il settore privato sta mostrando segnali di maturità. Cresce il numero di imprese che aderiscono ai Principi Guida ONU su imprese e diritti umani, solo nel 2018 erano un centinaio, oggi superano le 500. In Italia, l’Osservatorio Imprese e Diritti Umani ha segnalato nel suo Rapporto 2025 un aumento delle aziende che integrano politiche sociali e ambientali nei bilanci di sostenibilità, soprattutto nei settori moda, energia e agroalimentare.

L’Africa orientale e l’America Latina sono tra le regioni che più sorprendono per la resilienza delle società civili. In Kenya, ad esempio, una nuova legge contro la violenza di genere, approvata a marzo 2025, è stata accompagnata da un piano nazionale per la protezione delle attiviste, mentre in Colombia si è aperto un tavolo ONU di monitoraggio che ha già portato al rilascio di decine di prigionieri politici. In Europa, l’UE ha approvato la Direttiva sulla due diligence delle imprese in materia di diritti umani e ambiente, che entrerà in vigore nel 2026 e obbligherà le grandi aziende a verificare l’impatto delle proprie catene di fornitura. È un passo concreto verso una responsabilità globale più equa e sostenibile.

Naturalmente, le sfide restano, i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, le restrizioni alla libertà di espressione in molti Paesi, e il rischio che l’intelligenza artificiale venga usata per limitare i diritti anziché promuoverli. Ma la differenza, oggi, sta nella risposta. Le Nazioni Unite e i loro Stati membri stanno imparando a reagire con strumenti nuovi, missioni di pace più integrate, cooperazione con le ONG locali e un monitoraggio più trasparente delle violazioni.

Verso un futuro migliore: cooperazione e azioni concrete

Cosa significa tutto questo per ciascuno di noi e per i Paesi membri? Significa che la speranza tradotta in azione richiede collaborazione, innovazione e attenzione ai bisogni reali. L’ONU ha fissato gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) entro il 2030 proprio per mettere al centro lo sviluppo, la pace e la sostenibilità. Affinché questi obiettivi non restino parole, serve che gli Stati, la società civile, le imprese e i cittadini lavorino insieme, ad esempio, rafforzando la protezione dei diritti umani nei conflitti, sostenendo i rifugiati, contrastando le discriminazioni e adottando misure efficaci contro il cambiamento climatico.

In Italia, la rielezione al Consiglio Diritti Umani è una buona notizia. È un riconoscimento del nostro contributo in ambito umanitario e della crescente attenzione al rispetto delle libertà fondamentali, anche attraverso iniziative come il Piano nazionale per le imprese responsabili e il rinnovato impegno nella tutela dei rifugiati. Ma significherà anche assumersi responsabilità, promuovendo effettivamente l’inclusione, la giustizia e la cooperazione internazionale. Per tutti noi, la Giornata delle Nazioni Unite può diventare un momento per agire, per sostenere associazioni, partecipare a iniziative locali e sensibilizzare sul valore del noi globale.

Il 24 ottobre e la Giornata delle Nazioni Unite ci ricordano che la speranza non è un lusso, ma un progetto comunitario. L’ONU, oggi più che mai, rappresenta quel progetto. Di fronte a sfide globali complesse, non possiamo retrocedere nell’individualismo, serve una comunità mondiale che lavori fianco a fianco. I progressi ci sono stati, ma anche le battute d’arresto, riconoscerli è il primo passo per trasformarli in occasione.

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Eva Ricevuto

Dottoressa in NTA, giornalista pubblicista e critica cinematografica. Sono una voce emergente nel giornalismo culturale con una profonda passione per il cinema, l'arte e lo spettacolo, il femminismo e le tematiche di genere.Amo sperimentare, intrecciare progetti diversi e dare voce a storie che meritano di essere raccontate.

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