Le truffe hanno una storia molto lunga e nel tempo si sono fatte sempre più precise e sofisticate, fino a sbarcare online. Con la diffusione del mondo virtuale, i truffatori si sono trovati davanti a uno spazio vasto e raggiungibile facilmente adattando i propri metodi.

Se le truffe sono sempre spiacevoli, quelle che fanno leva sul buon cuore delle persone sono particolarmente odiose. Imparare a riconoscerle e a difendersi anche online può renderle poco remunerative e aiutare a combattere così i malintenzionati.

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Come funzionano le truffe online a tema beneficenza

Le truffe online spesso usano le tecniche del cosiddetto “phishing“. Si tratta di un inganno che punta a ottenere dalla vittima dati personali e codici di accesso. Il truffatore generalmente contatta direttamente gli utenti che sono il suo bersaglio fingendosi un ente, una banca o una azienda e chiede informazioni su di loro.

Lo scopo di queste truffe online è ottenere le password per accedere ai conti bancari o gli estremi delle carte di pagamento. Una volta ottenuti, i truffatori svuotano conti correnti e carte di credito nel più breve tempo possibile e spariscono.

La beneficenza talvolta può essere il pretesto per farsi dare queste informazioni, ma non necessariamente. La persona che cade nella truffa online consegnerà lui stesso spontaneamente del denaro, convinto di dare una mano per un tema che gli sta a cuore. Il truffatore non avrà bisogno di raccogliere informazioni per realizzare un profitto. Per questo, la falsa beneficenza è una truffa che è diffusa anche fuori dal mondo virtuale, per la strada.

Come difendersi dalle truffe online

Donare del denaro online è senz’altro un pensiero generoso e lodevole. Tramite alcuni accorgimenti, è possibile ridurre il rischio di truffe e assicurarsi che le donazioni arrivino realmente nelle situazioni in cui c’è più bisogno.

Non è necessario smettere totalmente di fare beneficenza online. La generosità dei privati ha permesso di raggiungere risultati straordinari e affiancare efficacemente gli interventi pubblici.

Si tratta di non farsi sopraffare dai sentimenti e dalle emozioni, ma prestare attenzione ad alcuni particolari.

Bisogna ricordare che le raccolte di fondi solitamente sono concordate con l’ente al quale la somma è destinata. Questo ente avrà senz’altro pubblicizzato l’iniziativa sul suo sito web ufficiale, dove riporterà anche le coordinate bancarie corrette e i modi previsti per donare. Se non si trova traccia della raccolta fondi nelle pagine online ufficiali, c’è la concreta possibilità di essere di fronte a una truffa.

Esistono diversi siti web dedicati alle raccolte fondi online e di recente hanno cominciato a offrire questa funzionalità anche alcuni social network. La presenza su questi siti e social però non garantisce protezione dalle truffe: è indispensabile controllare sempre chi sia il promotore e quale sia la sua reputazione online.

In generale, bisogna sempre diffidare delle raccolte fondi che prevedono la ricarica di carte prepagate. Si tratta di uno strumento scomodo, molto limitato e perciò mai utilizzato per questo tipo di attività. Se possibile, è meglio utilizzare portafogli digitali come Paypal o Google Wallet per la transazione, in modo da non dovere comunicare i propri estremi bancari. Vanno sempre evitati versamenti a conti esteri.

Come assicurarsi che i soldi raccolti siano utilizzati correttamente

Alcune raccolte fondi non costituiscono vere e proprie truffe online: parte del denaro raccolto è effettivamente impiegato per scopi benefici; la beneficenza però è una maschera per secondi fini indesiderati dai donatori.

Il senso di urgenza e la leva sulle emozioni del lettore sono strumenti molto utilizzati, anche per raccolte fondi non truffaldine. La commozione può portare ad abbassare le difese: è meglio richiamare la propria razionalità prima di versare dei soldi.

Senza farsi trasportare dai sentimenti, è opportuno controllare che l’appello non sia troppo generico ma spieghi nel dettaglio come concretamente saranno usati i soldi raccolti online. La richiesta di aiuto deve indicare le singole azioni che saranno adottate e che cambiamenti ci si aspetta di produrre.

Molti enti rendono pubbliche le rendicontazioni dei loro progetti: l’ideale sarebbe che almeno il 65% delle donazioni sia direttamente destinato alla causa. Se la proporzione è molto inferiore, c’è da chiedersi se si tratti di una reale organizzazione benefica o piuttosto non nasconda uno scopo di lucro.

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Giovanni Pigozzo

Giovanni Pigozzo

Nei modi più vari mi sono sempre occupato di quel che succede nel mondo del Lavoro. Analizzo come è fatta e come evolve l'attività umana che più di tutte occupa le nostre giornate. Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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