Con l’espressione IoT dall’inglese Internet of Things – o Internet delle Cose – e dispositivi intelligenti si fa riferimento a tutti gli strumenti che sono in grado di comunicare tra loro attraverso la condivisione di una rete dati.

Limiti e prospettive per l’ Internet of Things

La Commissione Europea in un report dedicato alla diffusione delle tecnologie IoT ha fatto il punto della situazione sull’Internet of Things al termine di un’indagine avviata nel mese di luglio.  Nonostante si calcoli che entro il 2030 il mercato relativo a IoT e dispositivi intelligenti potrebbe generare a livello globale un valore da 5.500 a 12.600 miliardi di dollari,  alcune preoccupazioni derivano dai costi di ingresso nel settore che solo pochi operatori possono permettersi.

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La produzione e la distribuzione di dispositivi intelligenti e IoT richiedono l’investimento di notevoli risorse che non garantiscono l’accesso al mercato a competitor  minori. Inoltre, secondo il rapporto McKinsey  la sicurezza e l’interoperabilità tra piattaforme diverse costituiscono ulteriori limiti ad un’espansione più capillare. Infatti per funzionare gli oggetti devono essere identificabili e reciprocamente riconoscibili attraverso la connessione ad una rete wifi o bluetooth tra diversi dispositivi. È proprio l’aspetto della sicurezza informatica che desta più perplessità da parte degli utenti.

Quali possibilità offre l’IoT?

Tuttavia il ricorso a IoT e dispositivi intelligenti presenta un potenziale enorme in ogni ambito della vita quotidiana con notevoli benefici personali e sociali: in ambito medico, queste tecnologie aiutano a migliorare la cura dei pazienti e la prevenzione di rischi letali attraverso il monitoraggio continuativo dello stato di salute e l’invio di informazioni a computer in tempo reale.

L’installazione di sensori sui veicoli, attraverso lo scambio di dati con altri dispositivi, può migliorare le prestazioni in termini di consumo, sicurezza, riduzione dell’inquinamento e supporto alla guida attraverso strumenti di geolocalizzazione e interfacciabili con chi guida.

IoT e dispositivi intelligenti sono sfruttati anche attraverso formati indossabili – chiamati wearable – come occhiali, orologi, bracciali che permettono di controllare da remoto dispositivi ubicati altrove.

L’Internet delle Cose è utilizzato anche nel campo della distribuzione alimentare per fornire informazioni sui prodotti – come la loro provenienza, i valori nutrizionali, la data di scadenza, i tempi di cottura – in tempo reale nel momento dell’acquisto e ricordarli al consumatore interagendo con apparecchi domestici.

L’IoT svolge un ruolo di primo piano nell’ambito della domotica, cioè l’insieme dei dispositivi intelligenti che migliorano la qualità della vita nella casa attraverso l’interazione tra elettrodomestici, utenze e smartphone interconnessi.

Un approccio consapevole ai dispositivi intelligenti

L’effettiva diffusione dell’ IoT e dei dispositivi intelligenti richiede due importanti presupposti: innanzi tutto è necessaria la volontà politica di realizzare quadri normativi che superino le difficoltà legate alla sicurezza e alle politiche commerciali di settore.  In secondo luogo è necessario che le persone acquisiscano maggior famigliarità con IoT e dispositivi intelligenti e il loro funzionamento per ridurre i rischi legati all’inesperienza e alla non conoscenza.

Restare informati, conoscere e seguire le trasformazioni socio-culturali consapevolmente per non essere colti di sorpresa è sempre una soluzione preferibile all’essere spettatori passivi e inconsapevoli. Sta a ciascuno la possibilità di scegliere se si vuol navigare o lasciarsi trasportare dalla corrente dei cambiamenti.

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Giacomo Capodivento

Giacomo Capodivento

Insegno religione dal 2012. Laureato in Comunicazione e Marketing e studente in Comunicazione e innovazione digitale. Per me occuparmi di comunicazione è una questione politica. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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