Lupi mannari, lupi voraci, lupi fondatori di città. Nell’immaginario collettivo il lupo è un animale misterioso, legato a miti e al folklore. Negli ultimi anni, però, l’aumento del numero dei lupi in Italia in particolare nel territorio alpino, ha creato disinformazione e incrementato la sfiducia dell’uomo verso questo animale. Yannick Fanin, guida ambientale e consulente nel monitoraggio dei lupi e di altre specie animali, parla ai microfoni di buonotizie per sensibilizzarci sul ritorno del lupo nelle nostre aree, dando consigli su come comportarsi in caso di avvistamento, senza cadere in superstizioni o paure legate alla cattiva informazione.

L’espansione del lupo in Italia

“Negli ultimi 30 anni, il lupo è tornato in Italia, sulle Alpi, in un processo di espansione naturale –spiega Yannick- intorno alla fine del 1800 il lupo è stato eradicato dalla catena alpina ed è sopravvissuto negli Appennini e nei vicini Balcani. Questa discrepanza territoriale ha creato così delle differenze sul fenotipo e su alcune caratteristiche fisiche: i lupi dell’Italia centrale, ad esempio, sono leggermente più piccoli, hanno manto fulvo ed occhi color nocciola, mentre quelli balcanici sono di maggiori dimensioni, grigi e con gli occhi gialli. Negli anni Settanta, la presenza del lupo sugli Appennini, era ai minimi storici. Questo fatto ha imposto l’attivazione di vincoli per la protezione del lupo in Italia. A partire dagli anni ’90 c’è stata una ripresa, alimentata da una serie di fattori, tra i quali: la diminuzione della caccia, che ha favorito l’aumento del numero di ungulati selvatici insieme alla rinaturalizzazione di molti ambienti marginali e delle zone fluviali. Essendo una specie adattabile, il lupo ha così avuto un’espansione veloce“.

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Il falso mito delle aggressioni in Italia

Se in alcune zone, come nel centro Italia e nei Balcani, si era storicamente abituati alla presenza del lupo –continua Yannick– nel territorio alpino la zootecnia è cambiata, senza però considerare i nuovi arrivati. Alcuni casi di aggressioni a greggi e mandrie sono avvenuti in diverse zone. Ciò avviene in particolare quando gli animali da pascolo sono lasciati liberi senza la protezione di cani da guardiania o di recinti elettrificati a più fili. Cosa fareste se vi trovaste davanti uno dei cibi più appetitosi al mondo, gratis e senza limiti di consumo? Inizialmente queste perdite sono state animate da titoli sensazionalistici, che hanno minato la vita del lupo e la relazione con l’uomo. Alcuni esponenti del mondo venatorio vedono ancora il lupo come un competitore “nocivo” in particolare per la caccia agli ungulati. Ciò ha portato addirittura a fenomeni di bracconaggio. Per mitigare questi conflitti è imperativo che le Pubbliche Amministrazioni diano alla popolazione informazioni corrette per far comprendere la vita del lupo e agli allevatori gli strumenti tecnici per proteggere il bestiame e mitigare il problema delle predazioni”.

La comunicazione e il monitoraggio del lupo

“Il lupo non è dannoso, ma ci sono molti falsi miti, spesso legati al folklore. Se non si sa dialogare con il pubblico generico è facile incorrere in errori; è importante la comunicazione, per mitigare i  problemi di attacco del lupo e tutelarli. A livello nazionale è in atto un grande progetto di monitoraggio denominato il “Piano di monitoraggio nazionale del lupo; esso vuole mettere insieme la realtà alpina e appenninica per ottenere dati esaustivi sulla presenza dell’animale sul territorio. Parallelamente e a supporto delle attività del piano Nazionale lupo si sta svolgendo un ambizioso progetto LIFE cofinanziato grazie fondi europei denominato LIFE WOLFALPS che oltre ad includere l’area alpina italiana coinvolge anche, Francia, Austria e Slovenia. 

Il lupo buono o cattivo?

“I lupi sono quindi animali da tutelare; il monitoraggio è fondamentale per evitare di incorrere in una serie di rischi, che possono minare alla loro vita. Fra questi: 

-l’ibridazione: in questo caso il rischio è che i lupi si riproducano con cani vaganti; la genetica del lupo viene inquinata e questo può creare dei problemi anche nelle reazioni fra gli animali stessi; 

-la confidenza: gli animali cercano cibo e possono avvicinarsi ai centri urbani; è fondamentale non fornire nessun tipo di alimento agli animali selvatici per evitare che si abituino alla presenza dell’uomo.

Il lupo in Italia è oggetto di studio e in futuro ne sentiremo parlare sempre di più. È un animale elusivo, che non cerca sicurante di attirare l’attenzione dell’uomo. Quando si parla di attacchi all’uomo, ricordiamoci che statisticamente sono davvero pochi e se avvengono è perché il lupo si è sentito in pericolo. Anche il suo spostamento verso i centri abitati è causato dalla deforestazione e dalle azioni della società contemporanea”. 

I consigli per una giusta relazione uomo-lupo

“I miei consigli per tutelare il lupo -conclude Yannick– sono innanzitutto quello di distaccarsi dalla visione tradizionale dell’animale feroce, senza cadere nel rischio di una visione disneyana, antropofizzando l’animale; ricordiamoci che è un predatore e dobbiamo accettare la sua natura. Quando si cammina in montagna con i cani, è importante tenerli al guinzaglio per non arrecare disturbo alla fauna selvatica locale. L’incontro con un lupo è un esperienza rara e fugace, fidatevi: se ne andrà prima ancora che possiate farvi un selfie con lui. 

 

 

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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