La stimolazione elettrica può riattivare i neuroni spinali e consentire così a pazienti paralizzati di tornare a camminare. Lo ha dimostrato un gruppo di ricerca coordinato dai neuroscienzati Jocelyne Bloch e Grégoire Courtine di EPFL | Politecnico Federale di Losanna, dopo una lunga sperimentazione basata sull’innesto di elettrodi nel midollo spinale. Insomma: per chi deve tornare a camminare, ottime notizie arrivano dal mondo della ricerca.

«L’impianto che abbiamo approntato è in grado di stimolare la regione del midollo spinale che attiva i gruppi muscolari del tronco e delle gambe», spiegano Bloch e Courtine nel corso dell’intervista rilasciata al portale di EPFL.

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Già originariamente progettato per essere posizionato sotto le vertebre, l’impianto è controllato da remoto e riesce ad attivare il midollo spinale simulando l’azione naturale del cervello, compromessa dalla lesione traumatica. Come abbiamo già raccontato su queste pagine, non si tratta della prima sperimentazione che coinvolge gli elettrodi nella cura di disturbi motori.

Il risultato è che, grazie all’impianto, il paziente può compiere anche fuori dal laboratorio i movimenti necessari per tornare a camminare, per restare in piedi, per fare le scale ma anche per nuotare o per andare in bicicletta.

Grazie al nuovo impianto, tre persone ora sono tornate a camminare

Appartengono al gruppo di pazienti coinvolti nella ricerca le prime tre persone al mondo che sono tornate a camminare grazie all’impianto messo a punto dal Politecnico Federale di Losanna.

«Era il 2017 quando ebbi l’incidente. Ero in motocicletta e purtroppo un animale mi attraversò la strada: non riuscivo quasi più a muovermi, quindi già lì per lì capii che mi era accaduto qualcosa di molto grave», racconta Michel Roccati, uno dei tre pazienti che oggi utilizzano con successo il nuovo impianto a elettrodi e camminano grazie al supporto di un tablet e di un deambulatore.

«Conobbi il gruppo di ricerca coordinato da Jocelyne Bloch e da Grégoire Courtine di EPFL durante un convegno, nel 2020; decisi così di prendere parte alla sperimentazione», continua Michel. «Oggi, dopo due anni in cui ho proseguito parallelamente la mia riabilitazione, sono tornato a camminare e posso stare in piedi fino a due ore al giorno: questo, oltretutto, migliora la mia esercizio-terapia riabilitativa. So che si prevede di estendere le possibilità offerte da questa tecnologia anche alle altre persone che ne hanno bisogno; nel frattempo, il messaggio che mi sento di dare ai pazienti con lesioni spinali è quello di non smettere di allenarsi e di mantenere la propria condizione psicofisica nello stato migliore possibile».

Guardare avanti: verso l’applicazione dell’impianto a elettrodi su larga scala

Partito nel 2016 dallo sviluppo di un’interfaccia in grado di alleviare i deficit dell’andatura post-lesione midollare nei primati, il gruppo di ricerca coordinato da Bloch e Courtine capì di trovarsi sulla strada giusta già nel 2018 quando il loro impianto di stimolazione elettrica dei neuroni spinali ebbe successo su David Mzee, sportivo e studente di Scienze del Movimento, divenuto paraplegico in seguito ad un incidente sportivo e tornato a camminare e ad allenarsi dopo aver preso parte alla sperimentazione.  

Oggi, nel 2022, dopo gli ulteriori successi pubblicati integralmente dalla rivista internazionale Nature, l’obiettivo dei ricercatori di EPFL | Politecnico Federale di Losanna è di produrre un impianto tecnologico clinicamente utilizzabile su larga scala nel giro di un quinquennio. «Con i colleghi svizzeri è al vaglio l’inizializzazione di una startup dedicata che possa diffondere ricerche come questa nell’ambito clinico più largamente inteso», spiega il professor Silvestro Micera dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

 

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Chiara Iaquinta

Chiara Iaquinta

Chiara Iaquinta, aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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