Fino a qualche mese fa pochi conoscevano il social Mastodon. Ora è una delle alternative più popolari a Twitter che, secondo un report di Bot Sentinel citato dal MIT Technology Review, dal 27 ottobre, ha perso oltre un milione di persone che i hanno scelto di trasferirsi su questo nuovo social network.

Mastodon è una piattaforma di social media open source decentralizzata, cioè senza un unico proprietario, lanciata nel 2016 e che presenta molte somiglianze con Twitter per quanto riguarda le sue funzionalità principali.

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Una comunità da oltre 2,5 milioni di utenti

Mastodon sta raccogliendo sempre più consenso e registrando nuovi account soprattutto tra giornalisti, scrittori, attori, politici e molte organizzazioni, tra cui colossi del web come Google, che sulla rete ha portato il team Google Search Liaison, che si occupa di condividere le novità tecniche riguardanti il motore di ricerca.

Tra ottobre e novembre, il numero di utenti attivi al mese su Mastodon è aumentato da circa 300.000 a oltre 2,5 milioni. L’aggiornamento è arrivato dall’amministratore delegato e fondatore del social, Eugen Rochko, attraverso un post sul blog ufficiale della piattaforma.

Come iscriversi a Mastodon

Per iscriversi al social Mastodon, l’organizzazione della piattaforma è un fattore importante da considerare: questo social è una rete di piccoli social network, chiamati “istanze” o “server”. Ogni istanza ha temi, lingue e obiettivi differenti e ciò significa che l’iscrizione implica in primo luogo la scelta di un server: i più popolari in italiano sono Mastodon.uno e Livello segreto. Dopo aver completato la registrazione si ottiene un nickname, simile a un indirizzo email: @username@nome istanza.

La scelta di un server di Mastodon di solito dipende dalle politiche di moderazione dei contenuti, dalla lingua o dall’argomento di maggiore interesse, ma non influisce sull’esperienza complessiva sulla piattaforma. Una volta registrati, gli utenti possono interagire e visualizzare i contenuti di qualsiasi profilo indipendentemente dallo server in cui sono registrati.

Quali funzionalità offre il social?

Mastodon è una piattaforma di social media che funziona in modo simile a Twitter. Gli utenti possono creare il proprio profilo con foto, immagine di copertina e bio e pubblicare brevi messaggi di testo dalla lunghezza massima di 500 caratteri, chiamati toot, con la possibilità di aggiungere immagini, video e altro contenuto multimediale. È possibile mettere mi piace o ritwittare, chiamato boost, e menzionare altri profili o inviare messaggi privati.

A differenza del social dell’uccellino, però, su Mastodon non c’è la possibilità di condividere un toot aggiungendo un commento. Questa scelta è stata fatta dal fondatore della piattaforma, Eugen Rochkol, ritenendo questa funzionalità potenzialmente tossica in quanto, anche quando viene utilizzata per criticare contenuti pessimi, finisce per dargli visibilità.

Tre timeline per esplorare Mastodon

Sebbene le modalità di pubblicazione di contenuti su Mastodon non siano molto diverse da quelle di Twitter, tuttavia, c’è una grande differenza nel modo in cui gli utenti accedono ai post sulla piattaforma. Su Mastodon ci sono tre timeline, ovvero i flussi attraverso i quali gli utenti possono vedere i toot.

Nella home, compaiono i toot delle persone che l’utente segue, in ordine cronologico dal più recente; nella timeline locale, invece, è possibile vedere tutti i toot del proprio server, sempre a partire dal più recente; infine nella timeline federata, è possibile vedere toot che provengono da altre istanze, ovvero gli altri piccoli social network che compongono la rete di Mastodon.

La Federata è composta sulla base delle interazioni dei membri del server di appartenenza e mostra i toot da account seguiti da almeno un profilo dell’istanza cui si è iscritti e quelli ricondivisi da almeno un utente del proprio spazio, sempre ordinati a partire dal più recente.

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Giovanni Binda

Giovanni Binda

Giovanni Binda, aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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