Gli orologi smartwatch ci hanno cambiato la vita. Sono in grado di svolgere funzioni ormai al pari di un telefono. Di pari passo con la tendenza ad indossarne dei più svariati tipi, si è deciso di rendere il dispositivo più gettonato degli ultimi anni, utile alla causa di prevenzione degli episodi di violenza.

Nel caso, per esempio, dello smartwatch di Mobile Angel, l’orologio è stato testato appositamente per rispondere alle chiamate in caso ci si ritrovi vittima di abuso o fenomeni violenti. Lo strumento lavora a contatto con le forze dell’ordine, è dotato di servizio di geolocalizzazione e definirlo intelligente sarebbe riduttivo.

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Un’analisi della violenza in numeri

Secondo le indagini Istat e Ministero della Salute nel 2019 (ultimo anno reperibile pre-pandemia) si sono registrati circa 7 milioni di accessi al Pronto Soccorso di donne, di cui quasi 6.300 con l’indicazione di diagnosi di violenza. Molto pochi rispetto ai casi realmente ipotizzati di violenza che hanno portato nello stesso anno all’uccisione di una donna ogni tre giorni a causa di abusi. Questo significa che si fa ancora fatica ad accettare e confermare che la violenza domestica che conta per la maggior parte vittime femminili sia un dato reale e purtroppo significativo. Prendiamo come esempio la violenza sulle donne che è la più impattante, ma si parla in generale di stalking, mobbing, violenza verbale, psicologica e di qualsiasi altro tipo nei confronti anche di uomini.

Il problema della violenza è che pesa sulle spalle degli enti del terzo settore che spesso sono gli unici a porre l’attenzione sul come ridurre tale impatto sulla società. Dunque tutte le campagne contro i maltrattamenti e di sensibilizzazione o avvicinamento alla causa hanno un duplice scopo, oltre a quello di diminuire i fenomeni violenti; si punta anche a rendere concreto il dato sulle vittime di violenza con l’augurio che ci si muova al più presto su larga scala. Questo vuol dire che dando alle previsioni un triste epilogo e rendendo i numeri tangibili si potrà richiedere un intervento più grande da parte delle istituzioni di primo ordine. Nel campo dell’innovazione e della tecnologia Mobile Angel renderà più semplice la comunicazione con le forze dell’ordine che saranno facilitati a tenere traccia degli effettivi numeri delle violenze in Italia.

L’orologio smartwatch non è più solo un accessorio

Mobile Angel, così è stato soprannominato l'”angelo custode” formato orologio intelligente. I primi 45 smartwatch sono stati distribuiti a Napoli grazie all’Arma dei Carabinieri, alla Vodafone Italia e alla Soroptimist International.

Il progetto è già in fase di allargamento nelle maggiori città. Un’idea tutta italiana quella del device anti-violenza destinato alle vittime di maltrattamenti. Per ora sarà distribuito a donne già vittime di episodi minori di violenza per testarne l’efficacia. L’orologio infatti è dotato di un sistema di geolocalizzazione e di un contatto diretto con la Centrale Operativa dell’Arma.

In caso di violenza le vittime potranno schiacciare un tasto o lo strumento si attiverà automaticamente percependo movimenti bruschi e battito accelerato. Lo smartwatch invierà istantaneamente un segnale d’allarme e consentirà alle forze dell’ordine di intervenire tempestivamente sul luogo del fatto.

Le altre iniziative contro la violenza

L’Arma dei Carabinieri è da sempre impegnata nella campagna contro la violenza. Mobile Angel si inserisce in un progetto di più ampio respiro destinato al sostegno alle vittime di maltrattamenti. L’orologio smartwatch lavorerà sulla prevenzione di episodi di violenza e riuscirà ad infondere più fiducia nelle vittime affinché possano parlare. Lo scopo del device non è infatti solo quello di difendere le donne che subiscono abusi.

Nel disegno di Mobile Angel ci sono anche iniziative mirate alla tutela e al dialogo tra chi ha subito vessazioni e team di esperti che possano accompagnare le vittime in un periodo di recupero. La tecnologia è un di più, come spiega il comandante Provinciale dei Carabinieri di Napoli: “Questo è un elemento d’attenzione in più che l’Arma dei Carabinieri dedica al contrasto di reati di questa tipologia. Non solo con la formazione del personale particolarmente preparato nel ricevere le denunce e nell’ascoltare le vittime, ma soprattutto nel garantire la prevenzione e la tutela di chi è in percolo con un immediato intervento“.

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Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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