Il Parlamento dell’Unione Europea, lo scorso 15 febbraio, ha votato a larga maggioranza un testo che esorta con fermezza l’Unione Europea a ratificare la Convenzione di Istanbul. Questo testo rappresenta lo standard internazionale e uno strumento chiave per sradicare la violenza di genere, compresa la violenza domestica.

L’UE ha firmato la Convenzione ormai sei anni fa, ma la ratifica non è finora arrivata per l’opposizione di alcuni Stati Membri. Il Parlamento Europeo ha dunque ritenuto di dovere insistere affinché anche questo passaggio sia effettuato.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Cos’è e come si aderisce alla Convenzione di Istanbul

La Convenzione di Istanbul è un trattato internazionale noto anche come Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. Nel 2011 ne è stata firmata la versione definitiva.

L’accordo mira a prevenire, punire e contrastare la violenza nei confronti delle donne, enunciando una serie di principi generali. Tra l’altro, prevede l’equiparazione della violenza di genere alla violazione dei diritti umani. L’Italia l’ha ratificato nel 2013.

La firma di un trattato internazionale non è sufficiente per la sua attuazione: serve solamente a confermare che il testo corrisponde agli accordi presi durante un negoziato. Uno Stato aderisce e assume l’obbligo di attuare un trattato solamente quando è ratificato dalle sue assemblee rappresentative. In Italia, per esempio, la Costituzione prevede che la ratifica sia fatta dal Presidente della Repubblica solo se autorizzato con una legge del Parlamento.

A che punto è la ratifica nella UE

L’UE ha firmato ma non ha ancora ratificato il trattato. Manca la ratifica anche di alcuni Stati Membri: Bulgaria, Cechia, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia.

L’Unione Europea ha un funzionamento particolare: il potere legislativo non è esercitato solo dal Parlamento Europeo. Prima che una norma entri in vigore, c’è bisogno che sia approvata anche dal Consiglio dell’Unione Europea, l’assemblea che rappresenta i Governi degli Stati Membri.

Nel Consiglio, alcuni Stati Membri si oppongono alla ratifica in quanto colpirebbe alcune politiche restrittive sull’aborto che di recente hanno adottato.

Il Parlamento Europeo ha individuato nella Polonia il principale oppositore. Ha quindi invitato il Consiglio a procedere alla ratifica senza altri indugi, dal momento che non occorre l’unanimità per questo tipo di provvedimento.

Come attuare la Convenzione di Istanbul in Europa

Il Parlamento Europeo ritiene che la ratifica della Convenzione di Istanbul sia urgente. Risulta infatti che 62 milioni di donne nella UE (una su tre) hanno subito violenze fisiche o sessuali almeno una volta. Inoltre, più della metà delle donne (precisamente il 55%) nell’UE ha subito molestie almeno una volta dopo avere compiuto i 15 anni di età.

Insieme alla ratifica, il Parlamento Europeo ha individuato nello stesso testo anche le misure necessarie per darvi piena attuazione.

La giustizia penale dovrebbe essere solo una prima risposta globale alla violenza di genere. La risposta dell’UE, secondo gli eurodeputati, dovrebbe comprendere anche la prevenzione della violenza e la protezione delle vittime. Gli Stati membri dovrebbero essere tenuti a garantire a polizia e magistratura una formazione, delle procedure standard e linee guida attente alle tematiche di genere. Dovrebbero sviluppare misure di sostegno e protezione specialistiche, con un approccio incentrato sulle vittime, per tutti i professionisti coinvolti.

Condividi su:
Giovanni Pigozzo

Giovanni Pigozzo

Nei modi più vari mi sono sempre occupato di quel che succede nel mondo del Lavoro. Analizzo come è fatta e come evolve l'attività umana che più di tutte occupa le nostre giornate. Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici