Il 28 marzo 2023 il Consiglio dell’Unione europea ha approvato l’adozione del regolamento europeo che prevede il divieto di nuove immatricolazioni per auto a benzina e diesel dal 2035. I Paesi che avevano portato al rinvio di febbraio sono riusciti ad ottenere una deroga per i carburanti e-fuel, per la strada che porta alla decarbonizzazione.

I piani per azzerare le emissioni di CO2 nel settore automobilistico fanno parte del Fit for 55, un pacchetto più ampio sulla lotta al cambiamento climatico. Ad oggi l’alternativa principale al passaggio completo all’elettrico è quella di investire nella ricerca tecnologica. In particolare, i Paesi contrari alla prima stesura del regolamento hanno richiesto di considerare validi anche i combustibili sintetici, per evitare di trascurare elementi socio-economici, portando avanti una linea comune basata solo sull’elettrico.

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L’alternativa all’elettrico sono i carburanti e-fuel

I carburanti e-fuel sono tutti quei combustibili liquidi o gassosi di origine sintetica. Vengono prodotti trasformando l’energia elettrica rinnovabile in combustibili. Alcuni Paesi si sono interrogati sul loro ruolo nel mercato automobilistico futuro perché credono che possano assicurare una transizione meno netta verso la decarbonizzazione.

Sono considerati green perché l’energia utilizzata proviene da fonti rinnovabili e perché la CO2 emessa nell’aria durante la combustione è pari a quella che viene assorbita durante la produzione. Attraverso un processo di elettrolisi si scompone l’acqua nei suoi elementi base come idrogeno e ossigeno. Infine, si miscelano l’idrogeno e la CO2 estratta dall’aria e si converte il composto in un vettore energetico liquido.

Il Paese che ha sostenuto di più la necessità di tenere in considerazione i carburanti e-fuel è stata la Germania. Berlino chiedeva infatti da tempo che la Commissione europea ideasse un progetto di legge complementare sulle eventuali immatricolazioni di auto e veicoli commerciali alimentati con combustibili sintetici anche dopo il 2035, considerandoli climaticamente neutri.

I carburanti e-fuel potrebbero facilitare la decarbonizzazione

Foto di Muhammad Nasir su Unsplash

Il consenso verso l’elettrico resta, ma il fronte dei Paesi titubanti si allarga

Francia, Croazia e Slovenia restano convinte che l’unica strada percorribile sarebbe stata quella dello stop alle nuove immatricolazioni di motori a diesel e benzina. La Francia aveva mostrato rammarico per il rinvio dell’approvazione. Il regolamento iniziale infatti aveva ricevuto approvazione sotto la presidenza francese dell’Ue del 2022. Inoltre, il ministro dei trasporti francese Clément Beaune aveva sottolineato la necessità di fare fronte comune, per creare un mercato dell’automobile elettrica competitivo e accessibile.

Per la Croazia e la Slovenia solo con l’approvazione del divieto sarà possibile raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La Slovenia aveva però mostrato segnali di apertura verso i combustili sintetici, sottolineando il ruolo di monitoraggio della Commissione europea. In corso d’opera si potrebbe decidere di continuare a vendere veicoli a combustione interna, se alimentati con carburanti e-fuel.

Tra i Paesi che avevano appoggiato la Germania nel rinvio dell’approvazione di febbraio c’erano anche l’Italia e la Polonia. La soluzione che l’attuale governo italiano aveva suggerito era quella che ogni Paese membro perseguisse una propria strada verso la decarbonizzazione nel settore automobilistico, in base alle proprie peculiari esigenze. Durante il voto che ha portato all’approvazione finale, l’Italia si è astenuta.

Per quanto riguarda la Polonia, questa aveva già votato contro il regolamento anche nel 2022. Le perplessità mostrate fin dall’inizio erano legate alle tempistiche, considerate troppo brevi per adeguarsi. Queste potrebbero infatti comportare uno squilibrio nella competitività sul mercato, a sfavore soprattutto dei Paesi più piccoli. Con la deroga sui carburanti e-fuel, basterebbe investire sull’innovazione dell’industria attuale, senza stravolgere i processi di produzione. Nonostante questo, la Polonia ha mantenuto la propria posizione contraria.

Per una transizione più rapida le due alternative devono essere considerate come complementari

Il problema principale delle alternative alle auto tradizionali considerate dai Paesi europei è legato agli elevati costi di produzione. Per questo, al momento il ruolo di auto elettriche e combustibili sintetici resterebbe marginale, se presi come alternative a se stanti. Ad esempio, per quanto riguarda i carburanti e-fuel, il centro di ricerca Concawe ha stimato che entro il 2035 questi potrebbero soddisfare il 3% della domanda di carburante stradale in Europa.

Ad oggi, non è quindi pensabile immaginare i carburanti e-fuel come unica alternativa agli attuali combustibili fossili. Tuttavia, anche se i carburanti sintetici non rappresentano una reale soluzione, questi potrebbero ricoprire un ruolo chiave, se pensati come complementari all’elettrico. Infatti, anche se le auto elettriche avrebbero il pregio di portare ad un abbattimento pressoché totale delle emissioni di CO2, il loro mercato è ancora poco accessibile per molti strati della popolazione.

Il principio fondante dell’ecologia è quello di garantire una transizione rapida, senza però trascurare gli aspetti socio-economici che regolano la nostra società. Il 2035 rappresenta una scadenza ravvicinata e per conseguire il cambiamento necessario prospettato, la transizione dovrà essere accessibile a tutti.

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Giovanni Beber

Giovanni Beber

Giovanni Beber. Studio Filosofia e Linguaggi della Modernità presso l'Università di Trento e sono il responsabile della comunicazione di un centro giovanile a Rovereto. Collaboro con alcuni blog e riviste. Mi occupo di sostenibilità, ambientale e sociale e di economia e sviluppo.

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