Il Coni è salvo, ma lo sport di base?

Lo sport italiano è uscito dalla crisi politica che lo attanagliava ed è partito alla ricerca delle soluzioni per il futuro. Le ultime notizie che arrivano dal fronte CIO fanno ben sperare per un rilancio dello sport in Italia in questo insolito anno. Il Governo è riuscito in extremis a concedere l’autonomia necessaria al Coni per permettergli di evitare l’onta del commissariamento alle prossime Olimpiadi. Il Coni ora è focalizzato verso la ripresa.

I bambini, l’oro dello sport

Per riuscire a ribaltare completamente le sorti dello sport italiano, occorrerà chiarire che lo sport di base è la colonna portante del professionismo.

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Ripartire dall’importanza dello sport per bambini e nelle scuole riavvicinerà moltissimi ragazzi all’attività, rimettendo in moto il sistema economico che permetterà la costruzione di nuove infrastrutture e associazioni. Giovanni Malagò, numero uno del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, sentito da Buone Notizie, sembra orientato a progettare un lavoro sui giovani, ma chiede anche un’azione da parte di chi si avvicina allo sport: “I nostri giovani dovranno trovare i giusti stimoli per evitare che una o due generazioni si allontanino definitivamente dallo sport“.

Lo sport di base nelle scuole deve ritornare centrale

La concezione dello sport in Italia deve essere riscritta e le scuole dovrebbero inglobare nei propri obiettivi un miglioramento dell’educazione allo sport. “L’educazione fisica non deve più essere considerata un orpello, è fondamentale per la crescita e la cultura del bambino. Lo sport deve essere rifatto sul modello americano: deve entrare nelle scuole, nelle pagelle, nei programmi e progetti delle scuole di ogni ordine” afferma Flavio Tranquillo intervistato da Buone Notizie come autore del libro “Lo sport di domani“. Questa prima soluzione fornita da Tranquillo suggerisce un sistema basato sul reale insegnamento dello sport nelle scuole che potrebbe darci nuove idee e visioni al fine di migliorare l’universo sportivo italiano. Anche quello professionistico.

Sport di base: uno sguardo altrove

Il modello sportivo statunitense si basa su pochi e chiari elementi. Il primo è l’indipendenza economica, infatti negli USA non esiste il Ministero dello Sport e i fondi vengono gestiti unicamente da fondazioni nate per determinate discipline sportive come nel caso del nuoto. Queste fondazioni supportano il sistema sportivo americano, incluso quello scolastico. Nelle scuole infatti si investe moltissimo sulle strutture e sui giovani atleti che determinano in media l’80% del medagliere olimpico nazionale. La professionalità è senz’altro il fattore determinante nel modello americano: la maggior parte dei lavoratori di associazioni e fondazioni è volontario, ma questo non fa che accrescere la dedizione e la passione con le quali ci si dedica allo sport.

I modelli francese e australiano

Un altro modello ideale è quello francese. A partire dalle scuole medie le ore di educazione fisica salgono a quattro. I ragazzi hanno accesso all’Associazione Sportiva Scolastica che partecipa, tra gli altri eventi, a manifestazioni di carattere internazionale e ad incontri privati con grandi campioni.

Gli obiettivi del sistema sportivo scolastico sono quelli di insegnare il nuoto e l’atletica come attività basilari; l’adattamento all’ambiente attraverso attività di arrampicata ed orienteering; la cooperazione degli sport di squadra e la sana competizione degli sport individuali; infine l’attività artistica attraverso discipline come la danza. Questo percorso trasmetterà ai giovani l’educazione alla salute, alla sicurezza, alla responsabilità e al rispetto delle regole.

Infine il modello australiano che opera attraverso piani biennali per la diffusione dello sport all’interno della comunità, è gestito dalla Commissione australiana per lo Sport. Questa è responsabile del sostegno e dell’investimento del sistema. Senza percepire soldi dallo Stato, lo sport in Australia ha un budget annuale di circa 400 milioni di euro contro gli 83 milioni del CONI. Servono progettazione, business management e strategie per vincere la medaglia d’oro dello sport di base.

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Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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