Fare sport senza stress è possibile? Buonenotizie.it ha incontrato il dott. Enrico Mariani, medico sportivo, autore della recente pubblicazione “Calore umano e movimento fisico. Ossigeno, alimenti e attività motoria: come sostenere la salute e prevenire le malattie”, che ha proposto consigli per ritrovare energia e benessere, facendo però attenzione al sovrallenamento.

La pandemia è stata per molti un lungo periodo di sedentarietà: quali consigli si sente di dare a giovani e/o anziani, per combattere la propria pigrizia o altri atteggiamenti tossici verso lo sport?

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Il tempo della pandemia è servito a molti a riflettere, ricordare. Ci ha messo in condizione di riflettere sulla ripresa dell’attività sportiva in modo nuovo: non più come avversari, ma come compagni d’avventura, riscoprendo lo sport attraverso la sfera del calore umano. Attraverso questa riflessione cambia anche la prospettiva stessa dell’ esercizio fisico, il concetto di fatica dell’allenamento, di spirito di sacrificio diventa diverso rispetto a prima, perché ci impegniamo a svolgere un’azione più profonda, direi sacra, suggellata dalla coesione sociale.  Il calore prodotto durante l’attività fisica crea un legame fra noi e gli altri e ci fa ritrovare nella sfera corporea delle relazioni. Quelle stesse relazioni che sono state interrotte durante l’esperienza pandemica.

Lei ha parlato dell’azione “sacra” dello sport, in che modo la  manifesta concretamente?

Basti pensare alla gestualità sportiva, all’abbraccio del traguardo in qualsiasi disciplina, dal ciclismo al calcio in un goal condiviso, o alla partecipazione sentita in una maratona. Penso alle maratone nelle città più grandi del mondo, come quella del 2019 a New York con oltre 50.000 iscritti, al termine della quale ci fu un commovente abbraccio, segno di una profonda condivisione aldilà delle diversità etniche, sociali ecc. Il calore dell’anima asseconda quello fisico, mostrando un impatto vantaggioso sulle fonti della salute, la cosiddetta salutogenesi.

A proposito di salute fisico-psicologica, in passato abbiamo parlato dei benefici della natura in questo senso, ce lo conferma?

Assolutamente sì, è importante muoversi il più possibile all’aperto, osservare i colori, i cambiamenti climatici, vivere delle esperienze interiori in rapporto con quello che c’è fuori, in qualsiasi stagione dell’anno; ad esempio il rapporto con l’atmosfera d’estate in qualche modo va introiettato e tirato fuori d’inverno. E’utile respirare con la natura vivendo le sue polarità: quando è spoglia mi concentro su me stesso e quello che produco interiormente con l’attività sportiva, mentre in estate colgo gli elementi riscaldanti e i colori. Tutto va modulato in relazione al clima e al cosmo.

Fare sport fa sempre bene o esistono anche modi di farlo “tossici”? Se sì, come evitarli?

La sindrome di sovrallenamento è molto frequente, dipende da come uno considera lo sport nell’ambito della propria vita, della quotidianità. Ci può essere la possibilità di esagerare come nel caso di una giornata già piena di stress in cui si aggiungono, in modo quasi meccanico, sia corsa che allenamento in palestra. Si tratta di una condizione che può degenerare in patologica per eccesso di passione e generosità. I sintomi psico-fisici come insonnia, stanchezza, agitazione emotiva, sono gli stessi che si creano nei sedentari. L’atleta con sovrallenamento cronico presenta sintomi simili a un sedentario malato di fegato o ai polmoni. E’ dunque necessario che ognuno tari la propria attività fisica in base ai suoi bisogni, all’ età, al tipo di allenamento e sport. Insomma, come diceva diceva Socrate: “O uomo, conosci te stesso!”.

 

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Francesco Bia

Francesco Bia

Docente di lettere e aspirante pubblicista. Ho collaborato per sei anni con due settimanali locali scrivendo di attualità, cultura, spettacolo, cronaca e sport. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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