Ursula Von Der Leyen, è una politica tedesca della vecchia guardia. A partire dal 2019 ricopre la carica di Presidente della Commissione Europea, uno dei tre organi portanti di tutto il sistema UE, detiene inoltre il primato di primo presidente donna a sedere sul seggio più alto d’Europa.

Si trova oggi a dover fronteggiare dinamiche interne complicate all’Unione scaturite da un ritrovato senso di protagonismo di diversi Paesi membri.

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Il rafforzamento dell’asse Ue/Usa

“Oggi la produzione e la lavorazione di alcune delle materie prime critiche per la rivoluzione verde sono controllate da un unico Paese, la Cina. L’Europa e gli Stati Uniti possono costruire un’alternativa a questo monopolio istituendo un club delle materie prime critiche. L’idea alla base è semplice: la cooperazione con partner e alleati per l’approvvigionamento, la produzione e la lavorazione ci dà la possibilità di superare il monopolio”. ha detto Ursula von der Leyen a Bruges.

C’è il rischio,  ha detto Ursula von der Leyen, che l’Inflation Reduction Act (Ira) degli Usa “porterà a una concorrenza sleale, utile solo a chiudere definitivamente i mercati e frammentare le stesse catene di valore critiche già messe alla prova dal Covid. Dobbiamo esaminare da vicino questi aspetti e, allo stesso tempo, imparare cosa possiamo fare meglio”.

La Presidente della Commissione Europea Leyen ha poi elencato le priorità da perseguire: “Dobbiamo considerare tre aspetti particolarmente impegnativi: primo, la logica del ‘Buy American’ alla base di parte dell’Ira; in secondo luogo le agevolazioni fiscali che potrebbero portare a discriminazioni; e terzo, i sussidi alla produzione che potrebbero portare a una corsa ai sussidi”.

“La legge sulla riduzione dell’inflazione negli Usa (Ira) dovrebbe farci riflettere su come migliorare i nostri quadri normativi sugli aiuti di Stato e adattarli a un nuovo ambiente globale”, ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

Chi è il presidente Von Der Leyen

Ursula Albrecht nasce il 1° ottobre 1958 nella stessa Bruxelles, dove vivrà durante tutta la prima infanzia perché il padre, Ernst Albrecht , lavorava proprio nella Commissione Europea, da prima come Chef de cabinet poi come direttore generale per l’ente deputato della concorrenza continentale.

Gli anni accademici si potrebbero definire quantomeno travagliati. Il padre sempre più avvezzo alla politica cominciò ad attirare verso di sè e la sua famiglia l’interesse di alcuni gruppi estremisti in Germania. Tutto accadde nel 1977, dopo che Ursula si  iscrisse alla facoltà di Economia dell’Università di Göttingen.

Il padre diventa un bersaglio del terrorismo di matrice comunista. La famiglia si trasferisce quindi a Londra vivendo sotto protezione, mentre Ursula, sotto falso nome, frequenta la London School of Economics.

Lo svezzamento politico della Von Der Leyen

Gli anni universitari avrebbero influito radicalmente sul pensiero ideologico e politico della futura Presidente. Nel 1990 infatti e per tutto il ciclo accademico ha partecipato in maniera attiva militando nei circoli cristiano-democratici della regione bassa della Sassonia.

La prima carica ufficiale invece arrivò nel 2003, quando venne eletta al Parlamento di Stato del “Land”, ricoprendo il seggio di Ministro Regionale.

In questa sede avrebbe approfondito la conoscenza con una giovane e promettente Angela Merkel, con la quale iniziò una stretta collaborazione volta ad apportare importanti e significative riforme a tutto il “social welfare” Tedesco.

Con la nomina di Angela Merkel nel 2005 alla carica di Cancelliere Tedesco e l’inizio del suo primo mandato, inizia conseguentemente la prima carica federale per Ursula Von Der Leyen.

Il neo cancelliere infatti la nomina Ministro della Famiglia e della Gioventù, carica che manterrà per i successivi quattro anni. Per poi divenire Ministro del Lavoro e degli Affari Sociali dal 2009 al 2013, al termine dei quali si spostò al Ministero della Difesa Tedesco.

La rampolla di Angela Merkel, Ursula Von der Leyen, il 2 luglio 2019, dopo diverse riunioni e a seguito di un negoziato finale di rara difficoltà protrattosi per tre giorni, ottiene dal Consiglio europeo la carica di presidente della Commissione europea.

Nel discorso di insediamento la Von Der Leyen avrebbe presentato al Parlamento Europeo il futuro programma della sua commissione. Non ha mancato di sottolineare le differenze con predecessore Jean-Claude Juncker. La Von Der Leyen ha spostato le priorità politiche dalle questioni finanziarie e migratorie ai temi della transizione energetica, della tutela dell’ambiente, dell’innovazione tecnologica e della sovranità economica.

Il suo obbiettivo principe sarà: “rendere l’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. stimolando l’economia, migliorando la salute e la qualità della vita delle persone, prendendosi cura della natura e migliorando l’ambiente”

Le nuove sfide per Ursula Von Der Leyen

Si risvegliano alcuni malumori latenti in seno all’Unione Europea. Negli ultimi mesi infatti stiamo assistendo ad un ritrovato desiderio di protagonismo da parte di alcuni Stati Membri. Si sono riaperte vecchie ferite e risvegliati “antichi” rancori. Non mancano infatti nelle prime pagine dei maggiori giornali europei discussioni spesso anche molto accese tra i membri Ue.

Un esempio recente è sicuramente la Disputa tra Italia e Francia in materia di migranti nel caso della Ocean Vikings. Ma anche più semplicemente la sempre più sentita contrapposizione tra i Paesi del Nord-Europa e quelli dell’Europa Meridionale. Oppure la stessa indignazione dei Paesi occidentali in materia di alcune scelte riguardanti i Diritti Umani di alcuni paesi dell’Europa centro-orientale.

Starà nella capacità della Von Der Leyen di dimostrarsi efficace mediatrice nelle dispute interne all’Unione, il criterio di valutazione del suo primo mandato.

Tuttavia è giusto ricordare che almeno sul piano formale parrebbe che Von der Leyen sia stata in grado di mitigare lo scontro tra Francia e Italia sul caso Ocean Viking, invitando i due Capi di Stato al dialogo, e indicendo prontamente diversi consigli dei ministeri degli esteri e degli interni, raggiungendo nel brevissimo periodo una rilassamento dei toni e la dichiarata messa a disposizione per una soluzione equa e solidale da parte sia della Francia che da Antonio Tajani, in rappresentanza dell’Italia.

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Matteo Cardone

Matteo Cardone

Nato a Torino istruito a Milano, ho frequentato l'Università degli studi di Milano nel corso di relazioni internazionali e istituzioni europee. studio per diventare esperto di geopolitica e relazioni internazionali.

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