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Procrastinazione, significato e rimedi. Come smettere di “rimandare sempre”

Quando un’attività richiede un certo impegno, si tende spesso a rimandarla e sostituirla con qualcosa di più piacevole, un comportamento che fa parte della natura umana e che psicologia si chiama procrastinazione. È un atto comune che viene spesso associato alla pigrizia o a un’inefficiente gestione del tempo, talvolta però diventa una reazione costante ai vari impegni, in grado di condizionare la propria vita, interferendo sia con la produttività personale, che con la capacità di prendere decisioni importanti o creare legami affettivi stabili.

Per evitare che questo comportamento si consolidi, basta seguire alcuni semplici accorgimenti, come imparare a fare il primo passo e riconoscere le ragioni per cui si tende a procrastinare al fine di inibirle. Il giornale online statunitense di informazione economica e politica Quartz ha raccolto alcuni di questi consigli all’interno di una guida specifica finalizzata non solo a ridurre l’abitudine a rimandare, ma anche a far luce su alcune delle ragioni alla base di questa tendenza.

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Procrastinazione: significato, cause e conseguenze

La parola procrastinazione deriva dal latino pro, cioè “avanti, a favore di” e crastinus che vuol dire “appartiene al domani” e consiste nella tendenza a ritardare volontariamente un’azione, nonostante le prevedibili conseguenze negative, optando per un piacere di breve durata a discapito di benefici a lungo termine. Questo comportamento insorge soprattutto quando ci si ritrova ad affrontare situazioni difficili, che spaventano e inducono a cercare a un’infinità di scuse plausibili per evitare o rimandare ciò che si dovrebbe o vorrebbe fare.

Tra le principali cause di procrastinazione c’è la paura dell’insuccesso: molti rimandano ciò che vorrebbero fare per evitare il fallimento, questa convinzione può essere talmente forte da bloccare qualsiasi tipo di iniziativa. A volte si rimanda un’attività per manie di perfezionismo, in quanto non ci si sente mai abbastanza pronti o sufficientemente sicuri delle proprie capacità, conoscenze e competenze.

Anche temere di avere successo è spesso causa di procrastinazione: riuscire bene in qualcosa aumenta le aspettative da parte di se stessi e degli altri, motivo per cui talvolta si preferisce rimandare un compito, piuttosto che affrontarlo. A questo si associa la paura delle conseguenze e delle responsabilità, da cui derivano reazioni emotive e psicologiche importanti come stress, ansia, rabbia e frustrazione che, se mal gestite, influenzano negativamente diversi ambiti della propria vita.

Smettere di rimandare a domani: ecco la guida proposta da Quartz

Secondo la guida proposta da Quartz, la prima cosa da fare per smettere di procrastinare è prendere l’iniziativa, anche se minima: quando si rimanda la scrittura di una mail, per esempio, si potrebbe cominciare semplicemente dall’accensione del computer. Bisogna poi cercare di riconoscere le emozioni che si celano dietro a questo comportamento al fine di affrontarlo e superarlo.

Un altro passaggio importante consiste nel definire il tipo di procrastinazione o ritardo: può essere inevitabile o derivante dall’arousal, cioè da quello stato di eccitazione temporanea del sistema nervoso in cui si è maggiormente attenti e concentrati. Questo si verifica soprattutto quando ci si sente sotto pressione, motivo per cui si tende a rimandare gli impegni all’ultimo.

Nei ritardi edonistici si adotta la seguente filosofia di pensiero: “prima il piacere, poi il dovere”, motivata dal voler provare gratificazione nell’immediato. Il ritardo intenzionale si verifica quando ci si vuole prendere più tempo prima di svolgere un compito, mentre quello irrazionale non avviene per un motivo reale ma solo per paura e ansia.

Per evitare di procrastinare bisogna, inoltre, scrivere una lista di cose da fare dividendole in prioritarie e secondarie e proiettarsi nel futuro immaginando in modo realistico quelle che saranno le proprie possibilità: spesso si rimanda a domani perché si pensa che si avranno maggiori energie per agire, queste aspettative non sono realistiche perché è impossibile cambiare così tanto in poco tempo.

Elaborare un piano di emergenza in grado di proporre funzioni specifiche riduce la tendenza a rimandare: un pensiero come “se vado a lavoro pedalando, allora mi sentirò allenato per tutto il giorno“, per esempio, è più efficace di “devo andare a lavoro in bici“. Anche prevenire le situazioni a rischio evita di rinviare un’attività, come spegnere il cellulare perché fonte di distrazione e fattore di rischio per la procrastinazione.

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