Se il cambiamento climatico condiziona il nostro modo di fare sport, allora si può cambiare il modo di fare sport per contrastare la crisi climatica. L’esempio viene dall’ Emilia Romagna, regione devastata dall’alluvione a maggio con un bilancio di 14 morti, oltre 26mila sfollati e 44 comuni coinvolti tra cui Forlì Cesena. Qui per dare un segno di ripresa sostenibile il 5 giugno è stato inaugurato il primo villaggio interamente dedicato al mondo della bici in Italia. E non è l’unico esempio di azioni adottate dallo sport contro il climate change.

L’Emilia Romagna e lo sport sostenibile

Il simbolo del fare sport contro la crisi climatica è l’Emilia Romagna con il BRN Village, che prende il nome dall’azienda leader in Italia nel settore della componentistica per ciclismo, inaugurato a un mese dall’alluvione che ha devastato la regione. Con una superficie di 70 mila mq, l’azienda dà lavoro a circa 30 persone e offre ai visitatori 6 differenti tracciati adatti a tutte le età e a tutte le discipline di ciclismo. Un segnale come sottolineato dal Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, importante:

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Bisogna fare in modo che non vi siano sentimenti di resa, di abbandono. Al contrario occorre una reazione immediata per riprendere con forza il cammino produttivo, di vita sociale e di tutti gli aspetti che sono stati coinvolti da questo evento così pesante e pericoloso

Se il cambiamento climatico influisce su qualcosa di così centrale come lo sport, allora vuol dire che per ridurre l’impatto ambientale dobbiamo cambiare stile di vita. E se ancora poche persone seguono la scienza del clima, la stragrande maggioranza segue lo sport. Così in questo Climatic Reality lo sport, soprattutto outdoor, assume il ruolo di impedire che il cambiamento climatico conduca il gioco.

Viaggi in bici, all’insegna di trekking, corsa a piedi in mezzo alla natura (trail running), vela, attività in villaggi sportivi, tour sportivi in parchi attrezzati sono tutte attività su cui scommette il turismo sostenibile. Lo sport outdoor è protagonista del turismo sostenibile nell’estate 2023: si attendono 56.6 milioni di presenze in campeggi e villaggi.

Fare sport contro la crisi climatica

Lo sport incide sul cambiamento climatico, tanto quanto lo subisce chi lo pratica. Mentre l’intero comparto continua la corsa alla sostenibilità per compensare una impronta di carbonio paragonata a quella emessa dalla Spagna, quarto Paese d’Europa più inquinante nel 2022, gli sportivi a causa dello stress di calore corrono seri rischi di salute. Affrontare la crisi climatica per lo sport significa praticarlo in modo sostenibile e in sicurezza adottando misure di prevenzione che coinvolgono strutture, organizzazioni sportive e i singoli individui.

Ma se l’impatto ambientale di eventi come partite di calcio, Olimpiadi o attività dentro impianti sportivi risulta potenzialmente controllabile dalle organizzazioni sportive, come fare a controllare le migliaia di persone che praticano attività fisica autonomamente? Per esempio facendo leva sull’emulazione. In Italia Sofie Pedersen, calciatrice della Juventus Women in Italia, premiata nel 2022 con l’eBuy Values Awards per il suo impegno ambientalista, gioca con la maglia 2 per ricordare l’importanza di limitare l’aumento della temperatura del pianeta. Il Potenza Calcio indosserà magliette riciclate per il prossimo campionato.

Cambia il nostro modo di fare sport, ed è un bene

Le ondate di calore sono sempre più frequenti, tanto che si preferisce allenarsi la sera. Sempre a causa del cambiamento climatico alle medie latitudini, il riscaldamento globale prolunga la primavera nel corso dell’anno. Per molti sport outdoor, significa che la stagione all’aperto può iniziare prima e finire più tardi. Di contro, c’è un calo dell’attività fisica dovuto all’aumento delle ondate di caldo. Per esempio si rileva una diminuzione dell’uso della bicicletta in estate e di un suo uso più frequente il resto dell’anno quando la temperatura è più mite. Simili cambiamenti sono previsti anche per gli sport invernali: in tutto il mondo, il cambiamento climatico sta portando a una diminuzione delle aree innevate. Il calo previsto per lo sci a bassa quota sarà almeno in parte compensato da un ampliamento dell’offerta locale di sport di montagna alternativi: mountain bike, escursionismo e arrampicata come turismo di 4 stagioni.

Stagioni prolungate e un aumento del numero di giorni di sole possono anche comportare un aumento dell’esposizione ai raggi UV se non usiamo le giuste precauzioni. Per molti atleti, trascorrere più tempo ad allenarsi all’aperto significa una maggiore esposizione cumulativa ai raggi UV. Prendere il sole ha anche effetti positivi. Può prevenire i sintomi della depressione come disturbo affettivo stagionale, aumentare i livelli di vitamina D, ridurre il rischio di malattie correlate alla carenza come l’osteoporosi.

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Anna Restivo

Anna Restivo

Editor e creator freelance nel motorismo sportivo e storico.  Ho collaborazioni in F1 dal 2014, passando anche dalla Motogp, e dal 2019 in manifestazioni di auto e moto d'epoca. Mi piace raccontare il motorismo e le sue connessioni con società, arte, ambiente, creando format e progetti. Attualmente collaboro con BuoneNotizie.it, grazie al quale ho avuto l'opportunità di conoscere il giornalismo costruttivo.

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