Nel vasto panorama della contraccezione esiste ancora una disparità tra i metodi contraccettivi femminili e quelli maschili, gli uomini attualmente hanno solo due opzioni limitate: il preservativo e la vasectomia. Negli ultimi anni, però la scienza sta esplorando nuove possibilità, tra cui una pillola anticoncezionale maschile, soprannominata gergalmente il pillolo, che potrebbe equilibrare le responsabilità.

Ma se esistesse davvero, quanti uomini sarebbero disposti a prenderla? Un sondaggio globale pubblicato sulla rivista Andrology, condotto su 5mila uomini sessualmente attivi e fertili, ha mostrato come il 61% di questi siano interessati a provare un contraccettivo maschile.

La responsabilità è ancora tutta al femminile

La responsabilità della contraccezione ricade quasi sempre sulla donna, che ha a disposizione numerosi contraccettivi, tra i quali la pillola anticoncezionale, l’anello vaginale e la spirale. Metodi che, pur essendo efficaci, spesso presentano effetti collaterali rilevanti e che incidono anche sugli ormoni. Uno studio pubblicato su Endotext ha mostrato che per gli uomini i metodi reversibili non sono del tutto certi e l’unico metodo maschile davvero affidabile è la vasectomia, ma non è concepito come reversibile.

Ad oggi, non esiste ancora nessun nuovo metodo contraccettivo maschile approvato e disponibile sul mercato. Infatti, nonostante l’interesse della ricerca pubblica e il coinvolgimento dell’industria farmaceutica, la mancanza di finanziamenti da parte del settore privato ha rallentato il progresso nello sviluppo di metodi contraccettivi maschili efficaci.

Nuovi metodi contraccettivi per gli uomini: in arrivo il pillolo?

Nuovi studi stanno aprendo prospettive interessanti. Uno dei più importanti è la ricerca dell’Università del Minnesota College of Pharmarcy, pubblicata nel marzo 2025 su Communication Medicine, che ha gettato le basi per quella che viene comunemente chiamata il “pillolo”, ossia la prima pillola anticoncezionale maschile. Si tratta del YCT-529, un farmaco sperimentale privo di ormoni, che agisce bloccando la produzione di spermatozoi, senza però compromettere la fertilità.

Un’altra alternativa è rappresentata da un impianto contraccettivo maschile non ormonale, noto come Adam, attualmente in fase di sperimentazione clinica. Si tratta di un idrogel idrosolubile che viene impiantato nei condotti spermatici, impedendo agli spermatozoi di mescolarsi con il liquido seminale. È non permanente perché l’effetto dell’idrogel si dissolve dopo circa due anni e la procedura può essere ripetuta.

Verso una contraccezione più equa

Ampliare la scelta dei metodi contraccettivi maschili non ha solo scopi scientifici, ma rappresenta anche una scelta con importanti ricadute sociali. Il cosiddetto “pillolo” può distribuire la responsabilità sulla contraccezione dando agli uomini una maggiore autonomia sul controllo delle nascite. In questo modo si riduce il carico emotivo e gli effetti ormonali che gravano attualmente sulle donne.

Superare gli stereotipi di genere radicati nella società, che assegnano alla donna la gestione quasi esclusiva della contraccezione, è un passo importante per favorire una relazione sana e una responsabilità condivisa in merito alla salute sessuale.

Al momento, non ci sono informazioni precise su quando questi nuovi metodi contraccettivi saranno disponibili sul mercato italiano. Tuttavia, le aspettative sono alte: il loro arrivo potrebbe segnare una rivoluzione nella contraccezione maschile, aprendo la strada a un cambiamento culturale che possa rimodellare i ruoli all’interno delle relazioni sessuo-affettive.

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Gemma Mastrocicco

classe 1997, laureata in Informazione, editoria e giornalismo a RomaTre. Scrivo da sempre. Autrice del libro Amami senza mentire. Sostenitrice delle tematiche legate ai movimenti femministi, dell'uguaglianza di genere. Aspirante giornalista, scrivo per Buone notizie.it, grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista

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