La rabbia è un’emozione primitiva che riguarda tutti, ma è anche quella le cui manifestazioni vengono maggiormente represse. Dunque, come far passare la rabbia senza portarla dentro all’infinito? Nascondere la propria rabbia dipende dalla convinzione che esprimerla è considerato un atteggiamento negativo, e quindi da tenere sotto controllo.

È assolutamente vero che la rabbia non va scaricata sugli altri (soprattutto su chi l’ha scatenata), ma non dimenticate che si tratta di un’emozione importante per il vostro benessere. Quindi dobbiamo imparare ad ascoltarla.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

È quasi impossibile essere felici se si prova rabbia repressa che emerge ogni volta che ci sentiamo impotenti, frustrati, messi in un angolo, insoddisfatti. In psicologia, la rabbia passiva viene etichettata come comportamento passivo-aggressivo. Dopotutto, nel silenzio, si nasconde sempre una grande componente aggressiva, ovvero la voglia (che talvolta esiste) di aggredire anche fisicamente chi scatena in noi la rabbia.

Per vivere bene, non bisognerebbe reprimere mai le proprie emozioni. I sentimenti di rabbia inespressa sono alla base di molti disturbi psicosomatici, dalla gastrite ai dolori alla schiena, e molti altri. Se è così, è sempre meglio affrontare il vostro malessere in modo più esaustivo con un bravo psicologo.

Intanto, ecco qualche piccolo consiglio.

Vivere felici richiede piccole accortezze che spesso si dimenticano. La reazione ottimale è quella di essere assertivi. Il confronto richiede maturità: chi è assertivo comunica chiaramente i propri pensieri ed emozioni, si mostra senza artefici e si assume la responsabilità delle proprie idee. Questo modo di agire appartiene a chi vuole sempre avere la gioia di vivere con sé ogni giorno, senza rimuginare all’infinito.

Le persone passivo-aggressive non sono in grado di verbalizzare la propria rabbia. Ecco perché si chiudono e smettono di rivolgere la parola a qualcun altro, per loro non esiste né confronto né conflitto perché si sentono nel giusto considerando colpevoli gli altri.

Avendo come certezza che l’aggressività passiva è un segno di immaturità emotiva, pur rimandando ad ulteriori approfondimenti, ricordo che essere assertivi è sicuramente più difficile perché richiede il mettersi in gioco, imparando a gestire la rabbia.

Una caratteristica lampante del comportamento delle persone piene di rabbia passiva è il silenzio e, nel loro silenzio, vi é tutta la loro aggressività repressa. La mia esperienza mi porta a suggerirvi di spronare sempre chi ha un conflitto con sé stesso. Spesso riesco nell’intento di stanare le persone piene di rabbia passiva. Non tutte sono disposte ad ammetterlo ma, quando ci riesco, costruisco con loro una relazione ancora più bella e vera.

Non accettate chi si ritira in silenzio senza reagire: un mare calmo (almeno in apparenza) è in realtà una pozzanghera! Non esiste chi non soffre, solo perché non dimostra la propria rabbia. Il silenzio è un campanello d’allarme. Semmai affrontiamo queste persone quando le incontriamo al lavoro, nelle amicizie, o in famiglia. Facciamolo con calma e in un momento adatto: provochiamo una reazione. Affrontare queste persone serve a restituire loro quella vitalità che hanno perso.

Il rancore è come la brace che cova e ti divora dall’interno. È un fuoco soffocato. La rabbia che proviamo e che rivolgiamo all’esterno è in realtà una rabbia verso noi stessi, verso tutto quello che non riusciamo a fare per rendere gratificante la nostra vita!

Volete vivere felicemente? Bene, accettate di chiarire con gli altri ciò che non va, ammettete pure il vostro risentimento se siete arrabbiati, senza scappare dagli altri. Bisogna affrontare tutto sempre a viso aperto, da adulti,  senza stagnazione alcuna: questo eliminerà la zavorra dal vostro animo e vi restituirà la capacità di essere felici.

Se scegliete di essere reattivi e capaci di affrontare gli altri e voi stessi affrontando la vostra rabbia, vi sentirete subito sollevati, leggeri e pronti a vivere!

Leggi anche:

La nostra mente può tutto: condurci verso la felicità o allontanarci da lei

Condividi su:
Alessandra Hropich

Alessandra Hropich

Alessandra Hropich, scrittrice romana, è autrice del libro “La felicità? Ve la do io!”, una raccolta di storie vere di persone felici ed infelici. Un libro con molti consigli su come comportarsi quando qualcosa non va nella vita. La felicità viene attirata dall’ottimismo. Chi crede di non poter essere felice, in realtà, respinge ogni possibilità.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici