Il modello gestionale della leadership gentile sta prendendo sempre più piede sia nel mondo dell’economia, che della finanza che in quello politico. Molti pensano che gentile sia sinonimo di debole ma questa credenza viene ampliamente smantellata da chi, negli ultimi anni, sta basando la propria “strategia” di comunicazione sull’apertura di ascolto verso l’altro.

Se molti leader hanno potere pochi però hanno la leadership, accogliendo quindi il pensiero costruttivo  che da soli non si è nessuno. La leadership gentile in questo sta dando prova di generare molti più risultati sia in termini di aumento di produttività sia in benessere sul posto di lavoro.

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La gentilezza come arma dei leader più forti

Secondo una ricerca del 2020 svolta da infoJobs, il 65% degli intervistati considera la gentilezza un punto di forza sul posto di lavoro. Il 20% un elemento imprescindibile, il 6,2% un’illusione, l’1,5% una debolezza e il 7,4% una strategia per trarre vantaggio. Questo sentimento post-pandemia ha accelerato un fenomeno già preesistente da tempo negli ambienti aziendali. La piramide gerarchica in cui un capo impartisce ordine mentre una mandria lo segue in cambio di un adeguato salario sta risultando, ad oggi, un modello ormai alla deriva.

In tempi moderni non ci si limita più a parlare dei risultati da raggiungere nel lavoro e nella vita, l’interesse si fa vivo anche sulle difficoltà che una persona è tenuta ad affrontare. In questo una guida di riferimento diventa fondamentale. La filosofia machiavellica del “il fine giustifica i mezzi” inizia a diventare visione obsoleta. Un vero leader, oggi, assume autorevolezza grazie ad una naturale conseguenza delle sue azioni.

Anche Angela Merkel ha messo la sua impronta sulla strada di questo metodo sempre più vincente. L’ex cancelliera tedesca, infatti, nel suo ultimo discorso al termine del suo mandato, ha esortato ad aprirsi al prossimo a vantaggio di un’interesse comune. Nelle sue parole si evince un inno all’empatia facendo emergere un ex capo di stato tanto autorevole in una personalità ferma quanto gentile:

“Vorrei incoraggiarvi a vedere il mondo sempre con gli occhi degli altri, anche in futuro. Così anche per percepire le prospettive a volte scomode e contraddittorie dell’altro e lavorare per bilanciare gli interessi.”(Angela Merkel)

La Ri-eVoluzione dell’Accademia della gentilezza

Guido Stratta, Direttore People & Organisation Gruppo Enel presso Enel Group e Founder & CEO dell’ Accademia della Gentilezza, insieme a Bianca Straniero Sergio, a tal proposito, raccontano magistralmente nel saggio Ri-eVoluzione lo sviluppo di questa nuova visione del rapporto con i dipendenti e dell’organizzazione del lavoro. Un assaggio di questa filosofia nel seguente video:

Nel testo, inoltre, viene chiarito ampliamente quanto essere gentile non significa essere debole. Un leader di successo, così, incentiva i suoi collaboratori a credere nelle loro qualità allenandole a valorizzare il talento che esiste dentro ad ognuno e metterlo in campo sia per una propria crescita personale sia al fine di raggiungere obiettivi comuni.

“I grandi investitori iniziano a seguire pratiche virtuose di portare i capitali verso imprese che rispettano ambiente e persone. E questo apre una nuova via. Se anche il motore del potere finanziario scorge questa direzione, significa che l’orizzonte questa volta non coinciderà con un’utopia, ma condurrà a un risultato.” (dal testo ‘Ri-eVoluzione. Il potere della leadership gentile’ di Bianca Straniero Sergio e Guido Stratta)

Si evince, inoltre, nel testo che frenare in narcisismo e coltivare la fiducia nell’altro con empatia andrebbe a diminuire quei sentimenti di invidia che nascono in coloro che mancano nell’affermare se stessi. Con questo esito si arriverà al triangolo magico di BENESSERE-MOTIVAZIONE RISULTATO, spingendo così le persone verso un cammino di crescita.

Se questa filosofia a molti sembrerà un modello utopico, c’è da credere che ci troviamo in un momento in cui l’occasione per creare equilibrio tra lavoro e crescita individuale non dev’essere sprecato. E come dicono gli autori del saggio “Non farlo sarebbe un nuovo Medioevo. Realizzarlo un nuovo Rinascimento.”

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Laura Corona

Laura Corona

Aspirante giornalista laureata in Lettere. Scrivo di Cultura e Lifestyle collaborando con BuoneNotizie.it, grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista

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