Per centinaia di bambini e ragazzi, settembre è il mese dei contrasti: da un lato, porta con sé il dolce ricordo delle vacanze, delle nuove amicizie estive, del tempo libero e del divertimento, dall’altro apre le porte al nuovo anno scolastico e al pensiero incombente del primo giorno di ritorno a scuola. Ansie, paure e malumori possono avere il sopravvento, ma basta poco perché si trasformino in curiosità ed energia positiva!

La sindrome da ritorno a scuola e alle attività produttive

Gli inglesi la chiamano post-vacation blues”, vale a dire depressione post vacanze: uno stato di disagio fisico e psicologico che può manifestarsi al termine delle vacanze in vista del rientro alle attività produttive (lavoro e scuola) e alla routine correlata. Non si tratta di una patologia vera e propria, ma piuttosto di una condizione transitoria destinata a passare nel giro di qualche giorno o poche settimane. Nasce dal conflitto tra spensieratezza e stress delle incombenze.  A livello fisico può generare mal di testa, dolori muscolari e un senso generale di spossatezza. A livello psichico si manifesta con ansia, tensione, irritabilità, sbalzi d’umore o addirittura depressione in persone particolarmente predisposte.

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La sindrome da rientro può interessare anche bambini e ragazzi appesantiti dal pensiero del ritorno alla vita tra i banchi. A ridosso o durante i primi giorni di scuola possono manifestarsi sintomi di malessere che i genitori non devono ignorare, perché potrebbero essere espressione di difficoltà e timori legati all’ambiente scolastico e alle dinamiche che lo caratterizzano.

Dopo tre mesi di riposo, tornare tra i banchi può risultare veramente traumatico: sveglia mattutina, ritmi serrati, ripresa di attività che richiedono attenzione e riscontro attivo. Tutti fattori che possono trovare resistenza psicologica da parte di bambini e ragazzi, come facilmente accade anche per gli adulti al rientro sul posto di lavoro.

Come affrontare al meglio il ritorno a scuola

Potrebbero essere più agevolati quegli studenti che hanno trovato la voglia di non staccare completamente dai compiti, ritagliandosi del tempo per la lettura di libri, per i giochi di enigmistica o per l’uso di app che stimolano la memoria, la curiosità e il ragionamento logico.

Per chi ha preferito “staccare la spina” completamente, il consiglio è di recuperare gradatamente l’orario di sonno e veglia invernale già nelle ultime settimane di vacanza, prevedendo un sano risveglio mattutino e un riposo notturno non troppo tardivo. In questo recupero di routine nel rispetto dei tempi della giornata, potrebbero dover essere d’aiuto i genitori o una sveglia ben udibile ed efficace!

Un altro spunto che può addolcire la pillola del rientro a scuola è quello di organizzare un pomeriggio di shopping per acquistare il materiale scolastico. Un’occasione piacevole per scegliere il diario, le copertine dei libri, il colore dei quaderni e accessori vari, non sempre essenziali e utili ma tanto graditi dai bambini.

Per evitare malumori e contrarietà può essere d’aiuto anche ricordare ai propri figli la spensieratezza di molti momenti che la scuola sa regalare: la complicità tra compagni, le risate in classe, le amicizie fatte tra i corridoi, le scoperte apprese durante le ore d’insegnamento e molti altri aspetti positivi. Parlare della scuola in famiglia è sempre un’abitudine corretta, soprattutto per verificare e valorizzare la missione sociale che persegue e la funzione educativa che svolge.

E poi, una volta suonata la campanella, la palla passa dai genitori agli insegnanti. L’augurio per il nuovo anno scolastico è che tutti loro possano sfruttare al meglio le risorse motivazionali e professionali a disposizione, affinché i timori si trasformino in sicurezze e i malumori in piacere d’imparare.

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Maria Ciraolo

Maria Ciraolo

Professionista nel mercato della GDO e della farmacia, osservo il mondo con un occhio di riguardo per le dinamiche sociali, economiche e relazionali. Guardo ai fenomeni considerando soprattutto i loro impatti diretti sulla famiglia. Grazie al Laboratorio di Giornalismo Costruttivo sto scoprendo un nuovo modo (possibile) di fare informazione.

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