Una riflessione necessaria ai tempi del Covid sul rapporto tra musica e giovani: quanto conta nella vita ordinaria?

Sempre più spesso ci si abbandona ad un flusso di notizie che riguardano gli effetti negativi che, la reclusione forzata e la perdita di socialità, producono sui giovani. Nel fronteggiare quotidianamente battaglie personali, il sorgere di preoccupazioni e timori, sempre più giovani ricorrono all’ascolto di musica, generatrice per molti del cosiddetto “effetto placebo”. Il meccanismo alla base di questo effetto è di tipo psicologico. È legato alle aspettative che l’uomo ha nei confronti della “cura” somministrata. Nello specifico, la musica può talvolta esser considerata un vero medicinale privo di controindicazioni. Da non sottovalutare è anche il numero sempre più crescente di giovani che si rifugiano ed evadono con essa. Il sociologo Finarotti è arrivato a formulare un aforisma che tenta di far luce sul legame tra musica e giovani: “I giovani non ascoltano musica, ma la abitano.” Possiamo effettivamente riscontrare miglioramenti e parlare di effetti positivi nello stato psicofisico di ragazzi in difficoltà? Studi al riguardo hanno dimostrato come, per esempio, anche l’ascolto della musica classica sembra incidere e produrre benefici di tipo psichico e fisico. Analizziamo al meglio la questione.

Il Covid si fa musica: il ritmo e la melodia di particelle e proteine

I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) sono riusciti a definire il suono del coronavirus grazie ad una tecnica di intelligenza artificiale, chiamata sonificazione. Il lavoro dell’esperto Markus Buehler, professore d’ingegneria e scienziato del Mit, ha condotto alla traduzione in musica del Covid-19, tramite la sonificazione. Si tratta di un processo lungo ed elaborato che ha presupposto lo studio di tutte le sequenze di amminoacidi che compongono la catena proteica del virus. I ricercatori sono stati poi in grado di riprodurle fisicamente e di dar loro ritmi, vibrazioni e suoni differenti.  Alle particelle e proteine sono attribute melodie, vibrazioni che, messe insieme hanno dato vita ad una sinfonia di 1 ora e 49 minuti. Lo stesso professore Buehler l’ha poi pubblicizzata, pubblicandola su Soundcloud. Tutto ciò fa da premessa al tema della musica come cura psicofisica fondamentale, di cui hanno dato prova scientifica gli esperti.

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Musica e giovani: le capacità curative dimostrate dagli studiosi

Tanti sono gli esperti che hanno mostrato scientificamente i risvolti positivi che la musica ha sul corpo e sulla mente. Ad esempio, uno studioso americano della McGill University ha provato l’efficacia di miglioramenti psicosomatici che si hanno nell’ascoltare e suonare musica. Gli anticorpi risponderebbero meglio se stimolati dalle melodie musicali. L’influenza positiva ricadrebbe in primis su i livelli di stress e sul sistema immunitario. Il legame tra musica e giovani quindi non solo è forte da sempre, ma ad oggi è annoverato tra i sistemi preferibili per combattere le conseguenze di reclusione e mancata socialità. Nel supporto che gli adolescenti stanno, sempre più spesso, chiedendo a figure esterne ed esperte, quali medici o psicologici, fra i consigli maggiormente annoverati, vi è quello di dedicarsi all’ascolto di musica. Crearsi delle distrazioni, concedersi dei momenti di evasione con la musica, rientra anche tra i consigli stilati dall’Unicef, rivolti agli adolescenti per prendersi cura di se stessi e proteggere la loro salute mentale.

Musica e giovani oggi e ieri: i cambiamenti ai tempi del Covid-19

Non c’è un tempo in cui la musica non abbia fatto da sottofondo alle nostre vite. Dall’epoca dei vinili, ai lettori mp3, fino ad oggi, con i servizi streaming digitali. Melodie diverse accompagnano soprattutto i giovani, che sono soliti ascoltare musica durante le loro faccende quotidiane.  Talvolta ciò accade per il semplice gusto di avere un sottofondo, senza prestare loro attenzione. Soprattutto l’era dei millenial è abituata alla velocità, ad avere tutto e subito, a fare tante cose contemporanemante senza apprezzare il valore delle stesse. Un cambiamento decisivo ma non indifferente è avvenuto col subentrare, nelle nostre case, della pandemia. I giovani, abituati a vivere una vita a “riproduzione veloce”, hanno visto mettere in pausa la frenesia dei loro gesti. Le infinite attività distinte in una singola giornata sono state messe da parte; un periodo di stasi obbligatorio ma necessario. Un’ evoluzione simile ha condotto a riassaporare la bellezza della musica, non più sottofondo musicale indistinto, ma colonna sonora principale.

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Antonella Acernese

Antonella Acernese

Antonella Acernese, aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it da settembre 2020 grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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