L’11 luglio 1982, allo Stadio Santiago Bernabéu di Madrid, si gioca la finale del campionato mondiale tra Italia e Germania Ovest. Più di trenta milioni di italiani sono incollati davanti ai teleschermi. In tribuna d’onore, accanto a Re Juan Carlos, siede il Presidente della Repubblica Sandro Pertini con la sua immancabile pipa.

Dopo un inizio altalenante, con Cabrini che calcia a lato un rigore, gli Azzurri prendono il controllo della partita. Segna Rossi di testa, poi Tardelli raddoppia con un sinistro forte e angolato dal limite dell’area. Il suo urlo liberatorio coincide con quello di un Paese intero e rappresenta uno dei fotogrammi indelebili di quell’estate. La terza rete di “Spillo” Altobelli chiude definitivamente il match.

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A scandire quei momenti la voce emozionata e inconfondibile del telecronista Nando Martellini. “Campioni del mondo” ripete tre volte, come per convincersi che sia tutto vero.

Una favola a lieto fine

L’avventura della Nazionale ai Mondiali spagnoli inizia tra le polemiche. Nonostante un girone apparentemente privo di insidie, il gruppo guidato da Enzo Bearzot fatica ad ingranare. Arrivano tre deludenti pareggi contro Polonia, Perù e Camerun e solo la differenza reti qualifica gli Azzurri al turno successivo.

Qui l’Italia si trova di fronte l’Argentina, campione in carica con un Maradona in più, e il Brasile di Sócrates, vero leader morale dei Canarinhos, soprannominato il “Che Guevara del futbol”. Sulla carta la sconfitta sembra inevitabile ma il calcio sa essere imprevedibile. La marcatura ruvida e asfissiante di Gentile sul “Pibe de oro” ne limita l’estro e la squadra del c.t. Menotti viene annullata. Il 2-1 finale, targato Tardelli e Cabrini, segna l’inizio della Rinascita azzurra.

La partita con il Brasile sconfina nell’epica. 5 luglio, Stadio Sarrià di Barcellona, caldo torrido. Alla Selecao basta un pareggio per qualificarsi alle semifinali. Guidati dall’acume tattico del “Vecio”, gli Azzurri compiono un’impresa. L’eroe della serata è Paolo Rossi. Un calciatore sfiduciato, sottopeso, a digiuno di gioco e di gol da due anni per la vicenda calcio-scommesse. In piena trance agonistica Pablito ritrova se stesso e sigla una magica tripletta. Una difesa stoica, guidata dal capitano Dino Zoff e dal leader silenzioso Gaetano Scirea, ferma l’arrembaggio finale verdeoro. Finisce 3-2. Lo stupore dei giocatori a fine partita ci restituisce il valore di quel risultato.

In semifinale l’Italia ritrova la Polonia. La Nazionale gioca sulle ali dell’entusiasmo e la partita si rivela una formalità. A fare la differenza, ancora una volta, è l’incontenibile Paolo Rossi, autore di una doppietta. Gli Azzurri volano così in finale e ad attenderli ci sono i tedeschi, i rivali di sempre. Il resto è storia. Dino Zoff alza la Coppa al cielo. Siamo campioni del mondo.

Il Mundial ’82 come momento di svolta collettivo

Un successo inaspettato ottenuto con grande caparbietà, dignità e orgoglio. Un evento unico, carico di valore sociale, politico e capace di riunire un Paese intero. Dopo anni cupi, segnati dalle stragi e dal terrorismo, la vittoria del Mondiale rappresentò un momento di forte discontinuità e diede impulso ad un decennio improntato sul consumismo, l’edonismo e il divertimento. A fare da colonna sonora a quel periodo “il Maestro” Franco Battiato, con i suoi testi evocativi in grado di cogliere atmosfere magiche e mondi lontani. L’inizio di una nuova era.

Notti magiche

L’11 luglio 2021, esattamente 39 anni dopo la vittoria del Mondiale ’82, si presenta una nuova doppia opportunità di fare la storia. Matteo Berrettini gioca la sua prima finale Slam nel tempio di Wimbledon. Dopo un grande primo set, viene sconfitto in rimonta dal campione serbo Novak Djokovic. È il primo passo verso una carriera luminosa.

Poche ore dopo, a Wembley, si gioca la finale del campionato europeo tra Italia e Inghilterra. I ragazzi di Mancini, sorretti dagli strappi di Chiesa e dalle parate di Donnarumma, giocano una partita arrembante e si impongono ai calci di rigore. Una vittoria capace di scuotere il Paese dopo i mesi difficili legati alla pandemia di Covid-19. Sono le notti magiche di un’estate italiana.

 

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Zeno Ferretti

Zeno Ferretti

Curioso, empatico e alla ricerca di storie da raccontare. Aspirante giornalista pubblicista, collaboro con BuoneNotizie.it.

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