Chi l’ha detto che viaggiare è prerogativa di chi ha i soldi? Bisogna innanzitutto distinguere “viaggiare” dal “fare vacanza” e su queste due definizioni è stato detto di tutto.

Credo che la vacanza non ci metta davvero a contatto con la realtà del luogo dove ci troviamo e con le persone che ci vivono e forse, quando siamo in vacanza non ci interessa nemmeno, è come se guardassimo tutto dall’esterno, come degli spettatori in prima fila di quello spettacolo tanto atteso per la quale ci siamo assicurati il biglietto mesi fa.

Ci vengono riservati i posti migliori, le attese diventano minime, le persone del luogo ci sorridono tutto il tempo e spesso ci fanno sentire serviti e riveriti, non entrano davvero in contatto con noi, hanno un ruolo ben preciso e cercano di farlo al meglio perché chi è in vacanza deve rilassarsi, riposarsi, non deve avere il minimo intoppo o problema e se capita è quasi sempre colpa di chi è dall’altra parte del bancone che ha sbagliato qualcosa o non ha anticipato le richieste ed esigenze di chi ha davanti.

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Ho lavorato per molti anni nel mondo alberghiero e non scherzo quando dico che potrei scrivere un libro sulle richieste e pretese assurde che alcuni ospiti hanno in vacanza, scambiando chi è li per servirli in servi.

Improvvisamente pretendono di comandare su orari, fuori programma, menu e riversano sul mal capitato di turno la loro frustrazione per il fatto che “è l’unica settimana di vacanza all’anno e deve essere tutto perfetto” ma quello che ho capito è che sono loro i primi a non godersela perché quell’unica settimana l’hanno aspettata per mesi, come un carcerato che finalmente può prendere un po’ di aria.

La loro cella è fatta di lavoro, incombenze, famiglie, orari, amici, cene, corsi, studio, traffico, mezzi pubblici, etc e hanno la folle idea che in quell’unica settimana dovranno riposare ma anche divertirsi, provare le cose più esclusive ma anche risparmiare, assaggiare il cibo locale ma con le varianti più assurde. Mi è capitato spesso di sentir dire a qualche amico che era rientrato dalla vacanza più stanco di prima.

Il viaggio invece è completamente un’altra esperienza, chi viaggia sceglie le rotte al di fuori dei circuiti turistici scoprendo così paesaggi unici e ancora non inquinati o presi d’assalto dal turismo “mordi e fuggi” e si nutre di esperienze di vita vera.

Capiterà di trovarsi su una spiaggia completamente vuota, di sedersi sugli scogli e assaporare il profumo e il suono del mare e dei gabbiani.

Chi viaggia non vuole trovarsi su un lettino attaccato a tantissimi altri ma sceglie la soffice sabbia, non ha bisogno di qualcuno che in divisa nonostante il caldo soffocante gli porti un cocktail esclusivo e costoso ma si gode una birra guardando l’orizzonte e magari la divide con altre due persone in silenzio.

Non cerca la musica perfetta per l’aperitivo o per il “risveglio muscolare” ma gode del suono della natura o scambia due parole con una persona locale che inizierà a raccontare la storia di quel luogo e forse (come è capitato a me) gli offrirà una cena a casa sua.

Chi viaggia vive, e spesso dorme a casa delle persone locali. Fa l’alba ascoltando i loro racconti, le loro esperienze, apre la mente e il cuore verso altre culture, altre tradizioni e altri modi di vedere la vita, spesso trovando in quelle notti speciali, amici speciali.

Oggi ci sono molti modi per viaggiare in modo low cost e uno di questi è tramite Workaway.

Come funziona? In cambio di qualche ora di lavoro otterrete vitto, alloggio, e a volte anche un compenso economico. Dopo esservi registrati pagando una piccola quota, accessibile a tutti, si sceglie la destinazione. Si possono impostare diversi filtri di preferenza: durata del viaggio, settore, pagato o non etc.

Spesso si ha l’occasione di fare esperienze di volontariato lavorando con gli animali, i bambini o imparando nuovi mestieri: lavorare in un ostello, su una barca, in un’azienda agricola e molto altro, le opzioni sono davvero parecchie.

Trovato ciò che ci interessa, ci si mette in contatto direttamente con l’host, qui servirà un po’ di pazienza perché spesso la risposta può arrivare anche dopo 48 ore, soprattutto se siamo interessati a paesi con un fuso orario diverso dal nostro. Potrete fare una video-chiamata con l’host in modo da conoscervi e spiegarvi reciprocamente le modalità di scambio.

Inoltre con Workaway potrete trovare compagni di viaggio o altri viaggiatori vicino al luogo dove ci troviamo o dove andremo, avendo così fin da subito consigli, dritte e creando rete. La cosa fantastica del viaggiare è proprio questa, si conoscono tantissime persone continuamente, perché ciò che vince è proprio il contatto umano, spesso con persone che parlano un’altra lingua, che hanno un’età diversa e che hanno moltissimo da raccontare.

Personalmente ho utilizzato Workaway due volte e, per entrambi i casi ho un ricordo meraviglioso. Mi sono trovata a lavorare fianco a fianco con persone completamente diverse da me, o molto simili, ed è bellissima la sinergia che si crea. La rete di contatti e ciò che ti lasciano questi incontri sono qualcosa che ti cambia profondamente. Senti che il viaggio è diventato parte di te e del tuo modo di essere, è qualcosa che chiunque dovrebbe provare.

Ecco 8 consigli per vivere l’esperienza Workaway al meglio:

  1. Leggere le recensioni: le troverete sia da parte di chi ospita, sia di chi viaggia e possono essere un valido aiuto. Questo non vuol dire non dare fiducia a nuovi host che ancora non ne hanno, anzi, spesso chi inizia a ospitare viaggiatori con questa modalità sarà ancora più premuroso e attento.
  1. Siate consapevoli che non è vacanza: chi vi ospita ha bisogno del vostro aiuto, spesso avrete di fronte a voi il proprietario di un ostello o di una struttura che ha a che fare con clienti o anche se lavorerete solo con l’host siate sempre professionali nelle ore in cui dovrete dare il vostro aiuto anche perché, provato di persona, potrebbero nascere nuove collaborazioni e potreste ricevere una proposta di lavoro, anche futura. Ho visto “colleghe” Workaway lamentarsi perché, seppur l’host rispettava le ore concordate, erano distribuite in momenti della giornata che loro non gradivano e non gli permettevano, secondo loro, di godere del tempo libero (troppo presto, troppo tardi, domenica…) ripeto, non è vacanza ma non è nemmeno lavoro vero e proprio. Cosa sono 5 ore di lavoro quando sei su una terrazza fronte mare vestita in calzoncini e hai una stanza tutta tua e cibo locale?
  1. Siate flessibili: mi riallaccio al punto 2, proprio perché spesso ciò che per noi è esperienza e un modo per viaggiare low cost, per chi ci ospita è lavoro. Potrebbero nascere delle richieste last minute o la necessità di fare mezzora in più (sempre concordato e chiesto gentilmente. Siate flessibili e fatelo con il sorriso. Si lavorerà tutti in un clima più leggero e vi assicuro che verrete ripagate. Ho assistito a frasi del tipo “io non sono pagata per cui ora vado al mare” o atteggiamenti infantili di richieste assurde e pretese, siete pur sempre ospiti in casa altrui, cercate di essere grati per questa esperienza, che se fatta con l’atteggiamento giusto, potrà davvero essere unica al mondo, ve lo assicuro.
  1. Informatevi bene sulla destinazione: bus, collegamenti a città etc, fate tutte le domande del caso all’host e documentatevi. Meglio sapere tutto prima di partire e non arrivare in un afoso pomeriggio, sfiniti dal viaggio senza un bus disponibile prima di 5 ore pretendendo che qualcuno ci venga a prendere senza aver nemmeno comunicato l’orario di arrivo (ho assistito anche a questo). L’host è a disposizione ma non deve essere scambiato per la nostra balia. Viaggiare è anche sapersi organizzare e adattare, sta a noi rendere tutto facile, sicuro e divertente per noi, è prima di tutto nel nostro interesse farlo.
  1. Interagite: questa esperienza vi darà la possibilità di conoscere moltissime altre persone, locali o non, siate curiosi, open mind, fate domande, offrite il vostro aiuto, soprattutto a chi fa fatica a integrarsi, anche questo è un modo per viaggiare.
  1. Fate rispettare i vostri spazi e il vostro tempo: può essere visto come un controsenso del punto 5 ma, anche in questo caso, ci vuole un certo equilibrio. Se siete stanchi o avete voglia di leggervi un libro non sentitevi obbligati a fare le ore piccole tutte le sere. Ci sarà qualcuno che sta facendo la vostra esperienza mosso da altre motivazioni rispettabilissime, ma che magari non sono le vostre. Ricordatevi che è uno scambio, non lavoro. Per cui anche l’host dovrà comprendere che i vostri momenti liberi vanno rispettati. Sappiate valutare voi, ogni situazione è differente, usate il buon senso e fidatevi di ciò che sentite.
  1. Se qualcosa non va siate chiari: se decidete di andare via prima del periodo concordato, prenotarsi il viaggio di rientro e dirlo poi all’host non ripaga. Lo costringerete a correre ai ripari a cose fatte. Nessuno vi obbligherà a rimanere se non volete, ma siate sempre chiari e onesti.
  1. Godetevi questa esperienza: non siate “musoni” mentre lavorate o lamentosi, è un’esperienza fantastica che avete scelto voi. Prendete tutto il buono che vi sta dando e che vi lascerà quando andrete via.

A sabato prossimo!

 

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Sara Capurso

Sara Capurso

Mi chiamo Sara, amo leggere, scrivere, meditare, viaggiare. Sono coach di Theta Healing, una tecnica che insegna come utilizzare la nostra naturale intuitività attraverso le nostre onde cerebrali che possono modificare le nostre convinzioni. Seguimi su BuoneNotizie.it, dove ti racconto come ho fatto a cambiare la mia vita, e come anche tu puoi cambiare la tua!

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