Ho imparato in fretta cosa vuol dire essere lontani da casa, fuori dalla propria zona di comfort, rispettare degli orari, non avere a disposizione un frigo pieno di cose buone, condividere uno spazio piccolissimo con altri ragazzi lontani da casa con le stesse paure e insicurezze, trovare veri amici e trovarne di sbagliatissimi, non potere mangiare e dormire quando si vuole e, nel mio caso, non avere una famiglia pronta a consolarti quando chiami casa e fingi che tutto vada bene.

Mi sono dovuta mettere alla prova, ho sempre voluto farcela con tutta la testardaggine di cui sono capace e ce l’ho sempre fatta, oggi sono fiera di quella ragazzina impaurita che oggi è diventata una donna, spesso impaurita ugualmente, ma che affronta tutto con il sorriso, con più fiducia e che ha fatto del “volere è potere” il proprio mantra.

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Tutto è iniziato lo scorso dicembre: vivevo a Varese e facevo la pendolare transfrontaliera. Lavoravo per una famosa casa di moda a Lugano e un giorno qualcosa dentro di me ha fatto “click”.

Ricordo ancora, non è avvenuto all’improvviso, ma qualcosa che lentamente è nato dentro, quella vocina scomoda che ti dice che qualcosa non sta andando perfettamente, anche se hai un lavoro che tutti invidiano, uno stipendio che in Italia spesso non hanno nemmeno i manager, vestiti, scarpe e borse gratuite. Anche se lavori in un’azienda che fa di tutto per farti sentire a proprio agio e che ascolta ciò che hai da dire, che ti paga trasferte in hotel di lusso per farti partecipare a corsi che tu hai scelto, che ti offre un sacco di benefits che tutti dovrebbero avere.

Nonostante un compagno accanto da sedici anni che mi adorava, nonostante la nostra bellissima casa all’interno di un parco con il nostro amato gatto con cui guardare la tv la sera su un super mega divano comodissimo. Nonostante l’abbondanza economica, le vacanze, le cene in posti esclusivi. Quella vocina che sempre più insistente continuava a dirmi “perché allora non sei felice? Perché non riesci più a mangiare e a dormire? Perché somatizzi? Perché piangi in silenzio mentre fai colazione?”

Ho dovuto farlo: ho dovuto prendere ogni singolo pezzo della mia “perfetta” vita e analizzarlo, affrontarlo, sradicarlo e capire che ogni singolo pezzo stava componendo una vita forse perfetta agli occhi di tutti, meno che per me, ma questa è la mia di vita.

Tanta sofferenza, silenzi, notti in bianco, fatica, coraggio e non so quale forza mi hanno portata a cambiare tutto ciò che per me non era più gioia, felicità e serenità.

Continua a leggere e scopri di più su di me e sul mio viaggio…

 

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Sara Capurso

Sara Capurso

Mi chiamo Sara, amo leggere, scrivere, meditare, viaggiare. Sono coach di Theta Healing, una tecnica che insegna come utilizzare la nostra naturale intuitività attraverso le nostre onde cerebrali che possono modificare le nostre convinzioni. Seguimi su BuoneNotizie.it, dove ti racconto come ho fatto a cambiare la mia vita, e come anche tu puoi cambiare la tua!

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