Le nostre vite sono invase da bias cognitivi ovvero le distorsioni che le persone attuano nel valutare la realtà, suggestionati dalla propria storia e dalle proprie credenze.

La valutazione personale è spesso fortemente influenzata, infatti, da ideologie e pregiudizi avvalorando sempre più la propria posizione piuttosto che dare spazio alla tesi contraria. Siamo inevitabilmente inclini a informarci attraverso fonti che sappiamo già confermare le nostre credenze e in questo i media trovano un alleato di persuasione. Una riflessione sull’argomento può tenerci in guardia sia dagli input dei mezzi di comunicazione esterni e sia dalle nostre convinzioni interne.

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Le varie distorsioni dei bias cognitivi

Questo meccanismo inconscio si declina in svariate sfaccettature proponendosi in diverse situazioni: nei rapporti amorosi, lavorativi, in qualsiasi percezione di impulsi esterni. Qualsiasi valutazione porta sempre con sé un giudizio influenzato dalla propria storia personale, dalle nostre esperienze e dai nostri radicati valori i quali traghettano inconsciamente i nostri pensieri verso rive più confortevoli alle nostre idee.

Tra le diverse tipologie di bias sono, forse, più noti i bias di conferma, ovvero quando, per esempio, ci orientiamo ad ascoltare programmi tv più rappresentativi della parte politica da noi sostenuta piuttosto che quelli della controparte fortificando, così, la nostra posizione.

Anche nella pubblicità vengono sfruttati questi meccanismi: si punta, ad esempio, molto spesso sull’associazione del prodotto a un determinato valore sociale per smuovere le pance dei consumatori. In questo modo si spiana la strada alle reazione dei bias più che sulla credibilità del prodotto stesso cadendo così inconsapevolmente in trappole cognitive.

Essendo coscienti che i bias nel marketing sono un’arma eccezionale per la propaganda,  bisognerebbe alzare l’asticella di consapevolezza cercando di contrastare meccanismi naturali della nostra mente che ci allontanato da valutazioni oggettive.

I media bias: fortificazione delle nostre credenze

Si sa che quando sui social interagiamo a un post con commenti, like o condivisioni, il tutto viene monitorato per poi ritornarci come pubblicità o post inerenti alle preferenze da noi espresse. Così facendo, le nostre interazioni regalano al web sempre più dati per guidare i nostri consumi.

Il monitoraggio del nostro passaggio sul web porta inevitabilmente a essere più vulnerabili sulle informazioni a noi proposte. Lo si può notare, in modo semplice, in alcuni periodi in cui magari siamo presi dall’organizzare il prossimo viaggio in Messico, o dal nostro interesse sugli ultimi trend sulla moda o quando cerchiamo l’ultima trovata di Elon Musk. “Casualmente” inizieranno a comparire pagine di una travel blogger appena stata a Cancùn, o sull’ abito spry indossato da Bella Hadid alla Parigi Fashion Week o su robot umanoidi che sostituiranno le persone.

Le trappole dei bias e come difendersi

Nulla capita a caso e tutto ciò porterà ai bias di conferma prima citati, fortificando le nostre credenze tramite proposte confezionate apposta per noi dal momento che, per natura, siamo più attratti da ciò che si avvicina al nostro pensiero.

I media bias, inoltre, si basano su due effetti in particolare: l’effetto carrozzone e l’effetto fiamma. Il primo viaggia sulla scia del “se tanti la pensano così forse è vero” e il secondo innesca reazioni violente verso colui che non la pensa come noi, avvalorando ancora di più la nostra tesi e creando dal nulla un mostro da combattere in nome dei nostri giusti valori.

Per non parlare dei negativity bias per i quali le notizie negative provocano più attenzione di quelle positive. Con linguaggio vago, drammatico e sensazionale. Si trovano infatti molte più notizie in chiave negativa che positiva. O ancora i bias di omissione creati apposta per non dare strumenti a vantaggio di valutazioni positive della controparte.

Diventa, dunque, necessario acquisire degli strumenti di difesa per non cadere in quelle trappole cognitive che ci allontanano dalla realtà. Come per esempio:

  • riconoscere i propri pregiudizi e fare un passo indietro alimentando il beneficio del dubbio
  • fare pre-bunking: ovvero scartare le fake-news attenzionando le fonti e saper individuare quelle certe
  • rivalutare le nostre certezze più profonde aprendoci ad altre chiavi di lettura
  • scegliamo di seguire profili di gente che non la pensa come noi: magari il loro punto di vista ci sorprenderà

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Laura Corona

Laura Corona

Aspirante giornalista laureata in Lettere. Scrivo di Cultura e Lifestyle collaborando con BuoneNotizie.it, grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista

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