Il 30 maggio si celebra la giornata mondiale per sensibilizzare sulla sclerosi multipla, una patologia ancora misteriosa ma con la quale è sempre più possibile convivere.

30 maggio, giornata mondiale della sclerosi multipla

Il 30 maggio 2022 è un giorno importante per chi nel nostro Paese convive con la sclerosi multipla, una patologia infiammatoria demielinizzante che colpisce oltre 118.000 persone in Italia (quasi tre milioni nel mondo). L’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, infatti, sarà presente alla Camera dei Deputati per presentare il Barometro della Sclerosi Multipla e delle patologie correlate 2022 e l’Agenda della Sclerosi Multipla e patologie correlate 2025. Si tratta di due documenti che hanno l’obiettivo di sensibilizzare sull’argomento e stabilire le priorità di intervento per i prossimi anni. Sarà anche possibile aderire alla nuova Carta dei diritti delle persone con sclerosi multipla e patologie correlate, già sottoscritta da oltre 60.000 persone in Italia.

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Una malattia ancora misteriosa

La sclerosi multipla è una delle malattie più comuni che colpiscono il sistema nervoso centrale. Colpisce la mielina, il rivestimento che ricopre parte del corpo dei neuroni, consentendo la trasmissione degli impulsi nervosi. La demielinizzazione determina una ridotta capacità dei nervi di condurre gli impulsi elettrici, dando origine a una vasta gamma di sintomi, che possono andare dalla vista offuscata alla paralisi, dall’afasia all’intorpidimento degli arti. Nelle aree del cervello in cui si verifica la demielinizzazione compaiono cicatrici o sclerosi: nelle fotografie in risonanza magnetica risultano ben evidenti le differenze tra un cervello “sano” e uno interessato da SM.

La causa della sclerosi multipla è ancora sconosciuta, ma si ipotizza sia dovuta a diversi fattori. Alcuni ipotizzano una componente ereditaria: ma non si tratta di una malattia genetica, dunque non è in alcun modo trasmissibile. Altre possibili cause sono infezioni virali, fattori autoimmuni e ambientali (inquinamento, latitudine: al di sotto dell’Equatore la malattia è praticamente inesistente). Se fino a pochissimi anni fa la diagnosi di sclerosi multipla era una sentenza quasi inappellabile di disabilità (anche grave: la forma più aggressiva, la SM progressiva, porta lentamente alla paralisi) ora, grazie alla ricerca, è possibile conviverci.

Le novità sul fronte farmacologico

Per trattare la sclerosi multipla nelle sue varie forme c’è una grande varietà di farmaci e la ricerca è sempre in movimento per fornire una risposta anche alle forme più gravi. Le ultime novità sul fronte della ricerca farmacologica sono l’utilizzo di un anticorpo monoclonale, Ocrelizumab, e Mavenclad, un nuovo farmaco che si somministra per via orale per i pazienti che soffrono della forma recidivante remittente, la più diffusa.

Ocrelizumab è frutto della ricerca del gruppo farmaceutico Roche, che ha da poco condiviso i dati dello studio Consonance, che ha testato l’anticorpo monoclonale su oltre 225.000 pazienti. Il farmaco potrebbe aiutare soprattutto i pazienti con sclerosi multipla progressiva, la forma più rara ma più aggressiva. Dopo un anno di trattamento con Ocrelizumab, somministrato con dosaggio semestrale, 3 pazienti su 4 hanno mostrato un rallentamento nell’azione progressiva della malattia, con un 70% di malati che hanno registrato stabilità o miglioramento delle proprie condizioni.

Per le persone che convivono con la forma recidivante remittente, la più diffusa, che causa frequenti ricadute, c’è invece un nuovo farmaco che si può assumere comodamente a casa: Mavenclad. Il principio attivo cladribina agisce sulla sintesi del DNA, interrompendo la cascata immunitaria che provoca l’infiammazione. I vantaggi sono diversi: il farmaco può essere assunto per via orale, senza doversi sottoporre a ricoveri ospedalieri e il trattamento dura solo due anni. Ogni ciclo consiste in 2 settimane di trattamento, una all’inizio del primo mese e una all’inizio del secondo mese dell’anno di trattamento corrispondente. Dal terzo e quarto anno non è più necessario assumere il farmaco.

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Giulia Zennaro

Giulia Zennaro

sono una giornalista freelance di cultura e società, scrivo come ghostwriter, insegno in una scuola parentale e tengo laboratori di giornalismo per bambini. Scrivo per Hall of Series e theWise Magazine e, naturalmente, BuoneNotizie.it: sono diventata pubblicista grazie al loro laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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