Formare i nuovi giovani consulenti degli agricoltori è l’obiettivo della prima accademia italiana di agricoltura sostenibile del Cai, Consorzi agrari d’Italia. Il percorso ha preso il via lo scorso 19 gennaio e si concluderà il 15 luglio prossimo. Si tratta di 6 mesi di formazione di 21 laureati selezionati in aula e sul campo.

Per capire come funzioni il tirocinio formativo e quali siano i suoi punti di forza, Buonenotizie.it ha intervistato tre studenti: Martina Contro, Davide Gentilini e Nicola Placì. Martina è di Modena e, dopo la laurea in Scienze gastronomiche a Parma, ha conseguito un master in sostenibilità alimentare a Torino. Davide, invece, viene da Rimini, mentre Nicola dalla provincia di Lecce ed entrambi sono laureati in agraria.

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Il programma delle attività sul campo: visitare le aziende, conoscerne i settori e relazionarsi con i clienti

Il calendario è molto fitto e varia per ciascuno a seconda delle conoscenze di base e degli studi passati. Gli studenti hanno trascorso la prima settimana in aula, ma poi hanno subito iniziato con la parte pratica. Il vantaggio, dicono, è che ognuno trascorre almeno una settimana in un particolare settore.

Ognuno, dunque, ha la possibilità di cimentarsi in attività differenti, confrontarsi tra loro e con i tutor e interfacciarsi con clienti diversi. I giovani aspiranti consulenti degli agricoltori, inoltre, trascorrono le loro giornate di lavoro a contatto diretto con i tecnici esperti, imparando sul campo. Prima, quindi, ruotano le attività e possono farsi un’idea della professione futura; poi potranno scegliere lo specifico settore d’interesse.

Punti di forza per i giovani agricoltori: esperienza lavorativa pratica e scoperta di eccellenze

Martina, Davide e Nicola concordano: “Il percorso del Cai consente di mettere in pratica ciò che hai appreso all’università e ti introduce nel mondo del lavoro. Infatti, conosci da vicino tutti i settori di un’azienda agricola: il reparto degli impianti per i vigneti e i frutteti, quello dei mangimi, dei concimi e quello alimentare.

Solo così puoi capire che cosa ti appassiona. Tutte le competenze acquisite, quindi, si traducono in un consiglio tecnico da dare all’agricoltore: come trattare o concimare una coltura, se raccogliere o meno, se ricorrere all’agricoltura 4.0. Infine, Cai è molto sensibile al tema della sostenibilità alimentare e sociale, un tema importante per noi giovani consulenti degli agricoltori.” 

Davide aggiunge: “Ho potuto scoprire come Cai serva moltissime aziende e, a prescindere dalla loro grandezza, queste ricevono gli stessi servizi. Grazie al percorso ho visitato eccellenze italiane e non che puntano sulla sostenibilità, sulla ricerca, sulla qualità dei prodotti e non hanno scarti.”

“Siamo molto contenti della scelta”: entusiasmo e nuove scoperte

Martina afferma: “Grazie al percorso in Cai ho scoperto un settore che non conoscevo, quello degli impianti e me ne sono appassionata. In questo ramo la tecnologia gioca un ruolo fondamentale, ma incontra ancora qualche resistenza.

Gli anziani sono più scettici rispetto ai giovani agricoltori: il primo ostacolo è il prezzo, il secondo la mentalità. Si tratta di macchine costose che lavorano in autonomia, sfruttano i satelliti e servono per esempio per le semine di precisione. Inoltre, il risultato non si vede nel breve periodo e i benefici richiedono tempo.”

Nicola dichiara: “Avevo iniziato a lavorare come ricercatore all’università e mi sono licenziato per iniziare l’accademia. Tornassi indietro, lo rifarei. Inoltre, in sede di colloquio, è emersa la mia indole commerciale, prima trascurata. Cai, quindi, mi ha permesso di affiancare il mio passato tecnico con questa mia dote naturale.”

I consigli dei giovani agricoltori: formatevi, guardate all’aspetto pratico e mettevi alla prova

Se Martina, Davide e Nicola dovessero dare un consiglio a un giovane laureato in agraria gli direbbero di continuare a formarsi, ma sul campo. Solo all’interno di un’azienda si può capire come essa funzioni e quale sia il lavoro del consulente agricolo. Un tirocinio formativo è un perfetto equilibrio tra formazione e attività pratica. È il modo migliore, quindi, per completare, arricchire e dare concretezza al percorso universitario appena concluso.

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Francesca Iaquinto

Francesca Iaquinto

Laureata in Lettere Moderne alla Statale di Milano, è stata studentessa di merito presso il Collegio di Milano per 5 anni. Nel dicembre 2019 ha vinto una Borsa di Studio per la scrittura della tesi presso la Duke University (North Carolina). Attualmente è docente di scuola secondaria, proofreader e scrive per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo costruttivo per diventare pubblicista.

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