L’importanza di un buon sonno durante lo sviluppo infantile e in età adolescenziale è stata ampiamente studiata. La scarsa qualità del riposo e, ancor prima, dell’accompagnamento al sonno dei bambini possono compromettere il funzionamento neurocomportamentale, la reattività e la regolazione emotiva presente e futura. Allo stesso tempo, anche una costante mancanza di sonno tra gli adolescenti può generare un impatto negativo sulla salute fisica e mentale, favorendo il sovrappeso, il consumo di alcool, tabacco e droghe, uno scarso rendimento scolastico e il rischio di manifestare sintomi d’ansia e depressione.

L’accompagnamento al sonno e lo sviluppo comportamentale

Ogni cultura è portatrice di punti di vista e modi di fare che la caratterizzano: si tratta spesso di un mix tra insegnamenti del passato e conoscenze contemporanee. Anche il modo in cui i genitori aiutano i bambini ad addormentarsi risente di influenze culturali. Un gruppo di ricercatori internazionali ha esaminato i metodi di accompagnamento al sonno di 14 culture, scoprendo che le differenti abitudini sono correlate allo sviluppo del temperamento del bambino e possono avere effetti sul benessere mentale e fisico anche in età matura.

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Nello studio pubblicato su Frontiers in Psychology il team ha dimostrato che i metodi passivi per aiutare un bambino ad addormentarsi, come coccolarlo, cantare e leggere, sembrano essere positivamente correlati al temperamento, a differenza delle modalità più attive, come camminare, andare in macchina o fare un’attività insieme. I ricercatori hanno raccolto le informazioni da 841 caregiver che hanno riportato i tratti caratteriali dei bimbi tra i 17 e i 40 mesi e la tipologia di attività di supporto del sonno.

Nonostante lo studio necessiti di ulteriori conferme, l’autrice corrispondente Christie Pham, della Washington State University ha affermato che “le pratiche del sonno dei genitori potrebbero divenire oggetto di interventi culturalmente sensibili per mitigare il rischio rappresentato da profili di temperamento difficili, ad esempio, riducendo le tecniche attive associate a una maggiore predisposizione al disagio”.

L’importanza del sonno in adolescenza. Quando qualità e quantità vanno a braccetto

L’adolescenza è una fase della vita di grandi cambiamenti ormonali e interiori, che dovrebbe essere supportata da un buon sonno, cosa che spesso si scontra con la tendenza dei giovani a rimanere svegli fino a tarda notte e la necessità di alzarsi presto per gli impegni scolastici. L’American Academy of Sleep Medicine raccomanda agli adolescenti dai 13 ai 18 anni di dormire regolarmente dalle 8 alle 10 ore al giorno per una buona salute.

I ragazzi però risultano essere tra le persone più private del sonno. Come si legge su Focussecondo uno studio dell’Università di Adelaide in Australia, che ha esaminato oltre tremila ricerche effettuate in 20 Paesi su più di 690.000 soggetti tra il 1905 e il 2008, i bambini e i ragazzi di età comprese fra i 5 e i 18 anni hanno perso 75 minuti di sonno a notte, pur con grandi variazioni a seconda dell’area geografica”.

Se il buon sonno manca: effetti e possibili rimedi

Uno studio inglese pubblicato nel 2022 nell’International Journal of Environmental Research and Public Health e realizzato su un campione di 11.553 individui di età compresa tra 13 e 14 anni, ha indagato ulteriormente sulla relazione tra sonno e sviluppo della salute mentale.

I ricercatori hanno dimostrato che “la durata del sonno, i frequenti risvegli notturni e la lunga latenza dell’inizio del sonno sono correlati a diversi problemi di salute mentale in adolescenza”. Altri effetti della mancanza di un buon riposo nei giovani sono l’abuso di sostanze stupefacenti, lo sviluppo di disturbi metabolici come l’obesità e grandi difficoltà scolastiche.

Le famiglie possono fare molto, soprattutto agendo in sinergia con il personale educativo e sanitario, incoraggiando abitudini che aiutino a promuovere un buon sonno, concordando orari regolari per andare a dormire e alzarsi, abbassando l’illuminazione e favorendo un sano rapporto con la tecnologia.

Un’altra strada che molte ricerche suggeriscono di intraprendere è quella di posticipare l’inizio dell’orario scolastico, iniziativa spesso ritenuta logisticamente molto complessa, ma già applicata da alcuni istituti, come nello stato della California o all’Istituto Majorana di Brindisi. Quest’ultimo è stato oggetto di studio nel 2020 da parte del dipartimento di psicologia dell’Università La Sapienza di Roma che ha pubblicato i risultati nella rivista Nature and Science of Sleep, dove si legge che “gli studenti che avevano la possibilità di alzarsi un’ora dopo al mattino avevano migliori risultati scolastici, livelli maggiori di attenzione e facevano meno assenze”. Un modello che molti ritengono utile testare su ampia scala per valutare se possa effettivamente meglio conciliarsi con i cambiamenti culturali dei tempi moderni.

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Giulia Angelon

Giulia Angelon

Mi piace esplorare l’esistenza, osservandone i misteri e sperimentando la forza creatrice che genera l'atto di comunicare quando nasce dall’ascolto e dal dialogo. Per BuoneNotizie.it scrivo di benessere e innovazione in chiave culturale, imparando l’arte di esserci nelle cose con intensa leggerezza.

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