La cosmesi sostenibile è un settore che attrae sempre di più i consumatori. Basti pensare che solo nell’ultimo anno in Italia la spesa per i cosmetici eco-bio ha raggiunto quasi 2 miliardi di euro: il trend è in crescita anno dopo anno, a conferma che gli utenti sono sempre più attenti alla propria salute e al rispetto dell’ambiente. Secondo Cosmetica Italia, che ha fornito i numeri sui consumi, non è stato un compito facile elaborare i dati perché attualmente non esiste una definizione unica a livello normativo del concetto di naturale, biologico e sostenibile attribuita all’ambito della cosmesi.

Cosmetici naturali e sostenibili: gli acquisti sono in costante aumento

La domanda di prodotti di cosmesi naturale è in costante crescita. Il tema del naturale è di interesse non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per l’opinione pubblica. Per questa ragione, Gian Andrea Positano, responsabile del Centro Studi Cosmetica Italia, ha affermato l’esigenza di creare due categorie per chiarire ai consumatori la differenza tra cosmetici naturali e sostenibili.

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Quelli definiti naturali sono creati con soli ingredienti naturali mentre quelli sostenibili danno importanza al packaging o alla sostenibilità ambientale o sociale.

L’interesse all’acquisto di prodotti naturali e sostenibili ha prodotto un fatturato di oltre 1,8 miliardi di euro, pari al 16% del fatturato totale dell’industria cosmetica in Italia nel 2021. I più venduti sono i prodotti per il viso e per il corpo che rappresentano il 41,1% dei consumi, i prodotti per l’igiene della persona si attestano al 14,9% mentre per il make up la quota è pari al 10,8%.

Per quanto riguarda i canali commerciali, la grande distribuzione si aggiudica il primo posto per le vendite, ottenendo il 40% degli acquisti di cosmetici naturali e sostenibili; le farmacie e le parafarmacie raggiungono il 14,8% mentre le erboristerie conquistano il 14,2% delle vendite.

Cosmetici naturali e sostenibili: quale normativa li regolamenta?

I consumatori sono correttamente informati sulle normative che definiscono un prodotto naturale e un cosmetico sostenibile? In realtà non esiste una normativa univoca in materia. Un tentativo di dare un significato a questa definizione è stato fatto nel 2017 con la norma ISO 16128, un insieme di linee guida per individuare un cosmetico naturale e bio, ma è stata giudicata insufficiente e fuorviante da diversi enti certificatori di cosmetici biologici: considerata troppo indulgente poiché ammette anche ingredienti banditi dai disciplinari eco-bio come materie prime di origine OGM e sostanze sintetiche come i derivati del petrolio, che possono costituire fino al 50% in peso del prodotto finito.

Viene considerata quindi più come un esempio di greenwashing, un modo per attirare tutti quei consumatori che vorrebbero utilizzare prodotti naturali e sostenibili credendo che questa sia una garanzia.

Un concetto che è simile ai termini “Cruelty Free” o “Non testato su animali” scritte sulle etichette: un abile sistema per attirare l’attenzione dei clienti amanti degli animali, ma il prodotto non ha nessun valore aggiunto. L’etichetta è presente su tutti i cosmetici a partire dall’11 marzo 2013, quando è entrata in vigore una legge europea che vieta di condurre esperimenti e di importare ingredienti che risultino testati su animali.

Cosmetici naturali e biologici: ci sono delle differenze?

I cosmetici bio riportano sempre la garanzia di un ente certificatore. Ad esempio, NATRUE è il primo marchio riconosciuto a livello mondiale per riconoscere i bio cosmetici. I prodotti devono soddisfare diversi requisiti come ingredienti biologici, assenza di coloranti, oli al silicone, OGM e conservanti artificiali. In più vi è particolare attenzione all’impatto ambientale della produzione e al packaging.

L’etichetta “cosmetici ecologici e biologici” dell’ente ECOCERT, attesta che i prodotti devono essere costituiti da almeno il 95% di materie prime di origine biologica e bandisce l’utilizzo di profumi, coloranti, conservanti di sintesi chimica e sono realizzati nel pieno rispetto dell’ambiente.

La certificazione AIAB-ICEA è ideata dall’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica e l’Ente per la Certificazione Etica ed Ambientale. Sostiene i criteri di sostenibilità seguiti dall’azienda, come la riduzione degli imballaggi o la corretta gestione dei rifiuti e l’impiego responsabile dell’energia. 

I cosmetici biologici certificati offrono maggiori garanzie rispetto a quelli creati con soli ingredienti naturali. Questi ultimi possono essere conformi ,anche se privi di certificazione, perché magari l’azienda è nata da poco e l’iter richiede tempi lunghi.  Affinché l’acquisto sia consapevole, i consumatori possono consultare l’INCI posto sull’etichetta dei prodotti. L’elenco degli ingredienti è obbligatorio per legge ed elenca le sostanze presenti nella formula del cosmetico in ordine decrescente.

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Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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