Presentata come la più grande ricerca mai realizzata sul ruolo della spiritualità nell’assistenza sanitaria, l’indagine condotta dai ricercatori dell’Università della Danimarca meridionale e pubblicata a marzo 2023 nella rivista Lancet Regional Health è una fotografia che, secondo gli esperti, punta i riflettori sulle forti esigenze spirituali di molti cittadini danesi e spinge ad una riflessione sull’importanza di considerare tali necessità come parte integrante in un’assistenza sanitaria incentrata sulla persona.

Spiritualità e salute in una società apparentemente secolarizzata

Sebbene la ricerca sostenga l’importanza delle questioni spirituali per la salute, l’attenzione alla cura spirituale è generalmente rara nell’assistenza sanitaria, specialmente nelle culture presumibilmente secolari – sostengono gli autori dello studio. Ciò è in parte dovuto alle informazioni limitate sul fatto che gli adulti nelle culture secolari abbiano bisogni spirituali”.

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La società danese è una società apparentemente secolarizzata. Come sottolineato nello studio, il 75% della popolazione è membro della Chiesa evangelico-luterana e solo il 2% partecipa al servizio ogni settimana. Tuttavia, i danesi dovrebbero essere visti come post-secolari, gli stessi ricercatori affermano infatti come la Danimarca stia assistendo a una rinascita della spiritualità in contesti privati, avvicinandosi ad un modello di riscoperta del valore della spiritualità. Con il termine “spiritualità” , nello studio specifico, si intende “la dimensione dinamica della vita umana che si riferisce al modo in cui le persone sperimentano, esprimono e/o cercano significato, scopo e trascendenza e il modo in cui si connettono al momento, a sé, agli altri, alla natura, al significativo e/o al sacro”.

“Viviamo in una società in cui la religione e la spiritualità sono tabù e qualcosa di cui raramente parliamo. In cosa crediamo, perché siamo qui, cosa succede quando moriamo. E potremmo essere indotti a credere che non sia importante, o qualcosa di cui non dovremmo preoccuparci nel sistema sanitario. Ma il nostro studio dimostra in modo convincente che questi argomenti sono importanti per i danesi”, afferma Tobias Anker Stripp, medico e dottorando, autore principale della ricerca.

Lo studio: la più grande indagine sulla spiritualità nell’assistenza sanitaria

La ricerca danese ha preso in considerazione un campione casuale di 104.137 danesi adulti che è stato esaminato in modo trasversale attraverso un sondaggio, al quale hanno risposto 26.678 partecipanti (il 25,6% del totale). La dimensione spirituale della salute può essere misurata mediante vari questionari; per questo studio è stato utilizzato lo Spiritual Needs Questionnaire (SpNQ). Ad ogni partecipante sono state poste 20 domande relative ai bisogni spirituali ed esistenziali volte a misurare gli stessi rispetto a quattro ambiti: religioso, esistenziale, generativo (necessità di dare qualcosa agli altri e aiutare altre persone) e della pace interiore.

I ricercatori hanno chiarito che il questionario non era limitato a un particolare sottogruppo di credenti o prevenuto verso alcuna comunità religiosa o spirituale.

I risultati. Spiritualità e salute, la pace interiore è una necessità

Oltre l’80% di coloro che hanno risposto ha riferito di aver sperimentato almeno un bisogno spirituale forte o molto forte nell’ultimo mese. I danesi hanno ottenuto il punteggio più alto nei bisogni di pace interiore con il 68,7% delle risposte,  seguiti dai bisogni generativi, esistenziali e, infine, religiosi. Dai dati è emerso che il 41,5% degli intervistati non credeva in alcuna forma di vita dopo la morte e il 75,6% non considerava Dio in controllo del proprio cammino.

Come riporta lo studio, “i bisogni spirituali erano più frequenti tra coloro che si considerano spirituali, religiosi, o entrambi, e per coloro che pregano o meditano regolarmente. Inoltre, una salute auto-valutata più scarsa, una minore soddisfazione della vita e un ridotto benessere erano associati a maggiori bisogni spirituali”.

Interpretazione e azioni

Lo studio dell’Università della Danimarca sembra dimostrare come i bisogni spirituali siano comuni tra i danesi. Tali risultati possono avere importanti implicazioni per le politiche di sanità pubblica e l’assistenza clinica, suggerendo che gli operatori sanitari nelle società post-secolari dovrebbero considerare di affrontare i bisogni spirituali con i pazienti, al fine di garantire un’assistenza olistica e centrata sulla persona. Impostazione condivisa negli ultimi decenni anche da OMS, Organizzazione mondiale dei medici di famiglia e altre istituzioni.

Come in Danimarca, l’esigenza potrebbe essere simile in altre culture europee post-secolari. I ricercatori sottolineano che sarà necessario condurre ulteriori studi per determinare le relazioni causali tra bisogni spirituali e risultati di salute fisica, mentale, sociale e spirituale, oltre a valutare l’efficacia degli interventi di assistenza spirituale sugli esiti clinici. A livello pratico, integrare l’attenzione ai bisogni spirituali nell’assistenza sanitaria può essere un’attività molto semplice, da realizzare attraverso l’assunzione di routine di una breve storia spirituale dei pazienti e la frequentazione da parte dei medici di corsi volti a migliorare le loro competenze di assistenza spirituale.

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Giulia Angelon

Giulia Angelon

Mi piace esplorare l’esistenza, osservandone i misteri e sperimentando la forza creatrice che genera l'atto di comunicare quando nasce dall’ascolto e dal dialogo. Per BuoneNotizie.it scrivo di benessere e innovazione in chiave culturale, imparando l’arte di esserci nelle cose con intensa leggerezza.

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