Spesso si crea una grande confusione sul significato di canapa, cannabis e marijuana. Possiamo sicuramente dire che si tratta di parole analoghe, ma che presentano sottili differenze. In questo articolo sarà spiegata qual è la differenza tra questi termini e il loro utilizzo.

Quando in Italia si coltivava la canapa

La marijuana e la canapa appartengono allo stesso genere, la cannabis, e alla stessa famiglia, la Cannabis Sativa L. Ma presentano dei tratti distintivi che le dividono in due varietà diverse. La canapa è stata coltivata e selezionata con lo scopo di ottenere materie prime: produrre alimenti (semi, olio, farina), bio-carburante, carta, tessuti, cordame, prodotti cosmetici e materiali (spesso innovativi e molto efficienti) e per la bio-edilizia.

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È quasi priva di THC (o meglio ne contiene solo in minima concentrazione). La sua coltivazione in Italia è legale e regolamentata. L’Italia è stata per secoli, fino alle prime decadi del ‘900, il secondo produttore mondiale di canapa dopo l’Unione Sovietica.

Con il termine marijuana si intende invece la variante di canapa ricca di THC e quindi ad effetto psicoattivo. La marijuana è considerata una droga leggera e la sua coltivazione in Italia è vietata. In alcuni Paesi nel mondo è stata resa legale.

La distinzione del nome marijuana da quello di canapa avvenne negli anni ’30, quando fu deciso che era una droga da vietare, prima negli USA e poi in tutto il mondo.

Più ricerca sulla cannabis terapeutica

Da quando alla fine del 2006 l’Italia ha legalizzato la prescrizione di cannabinoidi per uso terapeutico, la cannabis è entrata nella vita di migliaia di persone con problemi di salute e che, fino ad allora, l’avevano considerata una droga. Forse “leggera”, ma comunque una droga.

Oggi la consapevolezza degli italiani, sulla possibilità di utilizzo terapeutico della cannabis è aumentata. A mostrarlo è il risultato emerso dall’indagine condotta da SWG.

C’è un ampio consenso, pari al 69%, verso un aumento della ricerca a scopi medici e scientifici.

Canapa terapeutica, dati analisi SWG

Ampio consenso verso un aumento della ricerca sulla cannabis terapeutica e della sua produzione nel nostro Paese

Sul sito del Ministero della Salute i dati sono chiari, la domanda per trattamenti con cannabis medicale sta crescendo in maniera costante.

Grafico consumi cannabis Italia

Grafico consumo nazionale di cannabis a uso medico dal 2014 al 2022 in grammi

La canapa nella lotta ai cambiamenti climatici

La canapa non viene sfruttata solo per scopi medicali, ma trova largo impiego anche come contrasto all’inquinamento. La pianta ha una crescita rapida (può arrivare a 4 metri in cento giorni) ed è due volte più efficace degli alberi nell’assorbire e bloccare il carbonio. Con 1 ettaro (2,5 acri) di canapa vengono assorbite da 8 a 22 tonnellate di CO2 all’anno, più di un qualsiasi bosco.

La canapa è quindi considerata ideale per la produzione di combustibili da biomasse come l’etanolo, considerato il carburante del futuro. È un’alternativa al petrolio e può essere prodotta su larga scala attraverso vari processi. L’imprenditore della BMW, Henry Ford, aveva scelto proprio la canapa per creare un’auto ecologica, rimasta oggi solo un prototipo, la Hemp Car.

Le proprietà della canapa possono essere una risorsa per l’ambiente: è facilmente coltivabile, cresce velocemente, le sue radici riescono a ripulire il terreno dagli agenti inquinanti e le sue foglie rendono l’aria più sana.

Canapa: sì o no? Un dibattito ancora molto acceso

In Italia la canapa è legale ad uso personale con la detenzione di più o meno 10-15 grammi di marijuana, con una percentuale di principio attivo intorno al 10%.

Nel 2016 il Parlamento italiano ha approvato le disposizioni di legge in tema di “promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”. Da non confondere con il processo di legalizzazione della cannabis attualmente stazionario. La marijuana resta lo stupefacente più sequestrato nel nostro Paese.

Seppur associabili al consumo di prodotti legali, come alcol e tabacco, anche l’utilizzo di marijuana crea dipendenza e comporta rischi per la salute. Si possono manifestare ansia intensa, depressione, allucinazioni, deliri e psicosi.

L’ultimo report dell’International Narcotics Control Board (INCB) delle Nazioni Unite rileva come in tutte le realtà dove “la cannabis è stata legalizzata i dati mostrano che i problemi di salute legati alla cannabis sono aumentati”. Inoltre “la legalizzazione non ha avuto successo nel dissuadere i giovani dall’usare la cannabis e i mercati illeciti persistono”.

Il dibattito rimane quindi acceso. Al contrario la International Narcotics Control Board (INCB) promuove politiche di decriminalizzazione e depenalizzazione dei consumi che offrono percorsi alternativi per gestire i reati legati alla cannabis.

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Carlotta Vercesi

Carlotta Vercesi

Parlo della nostra società e di come essa comunica. Il mio obiettivo è di scardinare la narrazione catastrofista e di raccontare le buone idee senza dimenticare i piani politici, sociali, economici. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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