Anche in Italia, da alcuni anni, il grande pubblico ha iniziato a sentir parlare di persone con la sindrome di Asperger. Ciò si deve soprattutto al cinema – grazie a film come “Quanto basta” –, e a serie televisive come “Tutto può succedere”. Tuttavia, quando si chiede di dare una definizione di tale fenomeno, le idee non sempre sono chiare. A livello quotidiano, la sindrome di Asperger può essere scambiata per una semplice difficoltà a interagire con gli altri individui. In realtà, invece, è una condizione neurologica presente fin dall’età dello sviluppo, e dunque classificabile come neurodiversità.

I soggetti Asperger (o aspie) sono però in grado di inserirsi in modo efficace nel mondo del lavoro, fornendo anzi – con la loro tendenza a pensare fuori dagli schemi – un contributo originale. Essi stessi, perciò, avvertono la necessità di far conoscere il proprio mondo a quante più persone possibili. Per questo sono nati alcuni progetti mediatici che ruotano attorno alla neurodiversità. Riviste, network informativi o “social tv” (ovvero, programmi trasmessi in streaming sul web) gestiti da persone la cui esperienza di vita ha a che fare, a vari livelli, con la sindrome di Asperger.

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La sindrome di Asperger: una particolare forma di autismo

L’autismo è un tema di cui si parla spesso, anche se perlopiù in termini generici. A livello medico, si usa piuttosto l’espressione “spettro autistico”, che dà un’idea di quanto il fenomeno sia ampio. Perché di autismo, in realtà, non ce n’è soltanto uno. Ne esistono forme gravi, in cui l’autonomia quotidiana di un individuo risulta compromessa; e poi, sul versante opposto, esistono persone che presentano, dell’autismo, solo alcune caratteristiche. Al punto che, in molti casi, chi le incontra non pensa di doverle far rientrare in tale spettro clinico. Ciò accade, appunto, con la sindrome di Asperger.

Sebbene non comporti disabilità intellettive – pare ne fosse affetto anche Albert Einstein –, la sindrome di Asperger rende difficile interpretare il linguaggio “non verbale” degli altri. Con ciò, si intendono tutti gli atteggiamenti mimici ed espressivi con cui la gente comunica, ogni giorno, a un livello quasi inconsapevole. Gli stessi individui Asperger, del resto, tendono ad avere una mimica facciale limitata, oltre a un tono di voce abbastanza monocorde.

Questo modo di esprimere solo poche, essenziali emozioni, può essere fuorviante per chi interagisce con gli aspie. Si pensi al famoso esempio dell’attivista Greta Thunberg, alla quale molte persone hanno attribuito – in modo erroneo – un atteggiamento di distacco nei contesti sociali.

Sindrome di Asperger e neurodiversità

La sindrome di Asperger è una condizione neurologica presente fin dallo sviluppo, e dunque classificabile come neurodiversità

La neurodiversità: una possibile risorsa nel mondo del lavoro

I soggetti Asperger, d’altra parte, accanto ai limiti sopra elencati, presentano spesso qualità come la precisione, la logica, l’affidabilità e la creatività. Tutte quante caratteristiche assai richieste in svariati ambiti professionali. Lo dimostra – oltre al caso già citato di Greta Thunberg – anche quello dell’imprenditore Elon Musk.

Per questo motivo, anche in Italia, si compiono sforzi quotidiani per far conoscere in modo corretto la neurodiversità. In vari casi, a porsi tale obiettivo sono persone coinvolte in prima persona nel mondo dello spettro autistico. Un esempio è quello del giornalista e conduttore radiofonico Gianluca Nicoletti, il quale sta offrendo un grande contributo in tal senso.

Nicoletti ha scoperto di essere Asperger in età adulta, dopo la nascita del figlio Tommy – affetto da una forma di autismo più invalidante. Da quel momento, ha deciso di spendersi per promuovere l’inclusione dei soggetti neurodiversi nella società. Tra le tante sue iniziative, Nicoletti gestisce il sito web di informazione “Per noi autistici”. Concepito come aggregatore di notizie sull’autismo, ha già visto la pubblicazione di più di duemila articoli.

La sindrome di Asperger si fa conoscere sui social network

Per quanto riguarda il versante social, nel 2023 ha visto la luce una realtà del tutto inedita per la Penisola. “I FormidAbili TV” è la prima social tv italiana diretta da ragazzi con la sindrome di Asperger, che si dedicano alla conduzione delle trasmissioni. Fruibile in streaming su Torino Web TV o su YouTube, essa propone un nuovo approccio all’intrattenimento, basato su un modo informale di porsi davanti al pubblico. Senza la preoccupazione di dover tenere nascosta la propria neurodiversità – e anzi rendendola uno “stile”.

In ogni puntata i ragazzi intervistano, come ospite, qualcuno che si è dimostrato “formidabile” nel proprio lavoro. In questo modo, colgono la doppia occasione di crescere essi stessi – rapportandosi con gli intervistati – e far crescere gli spettatori, informandoli in modo creativo. Per dimostrare che la neurodiversità può trasformarsi in una risorsa, laddove se ne valorizzino i punti di forza.

I continui aggiornamenti sulla sindrome di Asperger

La ricerca sullo spettro autistico è in continua evoluzione, e produce molto materiale. A questo scopo è nata, nel 2017, la rivista cartacea “Asperger News”, fondata dall’imprenditore Marco Zanoni, padre di un ragazzo con la sindrome di Asperger. Trattandosi di un bimestrale che raccoglie i contributi di medici, psicologi e associazioni specializzate, essa ha lo scopo di fornire un’informazione aggiornata su ogni progresso riguardante la neurodiversità.

Oltre all’aspetto scientifico, sono però importanti anche le storie quotidiane di persone autistiche. Perciò lo stesso Zanoni – visti i feedback positivi ottenuti con la prima rivista – ha voluto lanciare anche un altro bimestrale, “Il Bello della Diversità”. Vi si parla, appunto, di vicende individuali: tanti piccoli e grandi successi che sono stati raggiunti a dispetto delle difficoltà di ogni giorno.

È chiaro che, per poter sensibilizzare sull’argomento sempre più persone, c’è ancora molto da fare. Le iniziative per far conoscere la neurodiversità, fino adesso, sono state intraprese perlopiù da persone direttamente interessate dalla condizione. Tuttavia, la potenza di tali progetti sta nel fatto di poter essere imitati in molti ambiti sociali, lavorativi e ricreativi. Essi nascono per trasmettere ispirazione agli individui: una strada che spesso è la migliore da percorrere.

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Edoardo Monti

Edoardo Monti

Ho lavorato per anni come freelance nell'editoria, collaborando con case editrici come Armando Editore e Astrolabio-Ubaldini. Nel 2017 ho iniziato a scrivere recensioni per Leggere:tutti, mensile del Libro e della Lettura, e dal 2020 sono tra i soci dell'omonima cooperativa divenuta proprietaria della rivista.

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