Oggi, 2 aprile, è la Giornata mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo. Come tutte le ricorrenze fissate istituzionalmente, il rischio è quello di narrare una storia e un rituale sterile pieno di stigma e false considerazioni che non apportano alcun contributo. Approfondiamo il tema con Red Fryk Hey: attivista autistica per i diritti delle persone autistiche.

Autismo: consapevolezza e non confusione

Con l’autismo siamo davanti ad una condizione del neurosviluppo molto complessa, da qui la necessità di stabilire un approccio multidisciplinare. Il 2 aprile, tanti comuni italiani, si limitano a illuminare di blu i loro palazzi, politici divulgano parole di circostanza e le televisioni e i giornali danno voce ai soliti stereotipi.

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Il problema delle semplificazioni è che spesso non corrispondono alla realtà delle cose.  Il 2 aprile di ogni anno si celebra la “Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo”, che quest’anno è giunta alla sua XIV edizione. L’assemblea generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione 62/139 del 18/12/2007 ha indetto questa giornata come un invito a tutti gli Stati per divulgare informazioni e supportare la ricerca scientifica, per aumentare l’inclusione e il benessere sia della persona autistica che della sua famiglia.

Il modo migliore per celebrare questo giorno è diventare più consapevoli delle caratteristiche delle persone che vivono questa condizione, contrastare la discriminazione e combattere gli stigmi.

Abbiamo approfondito il tema con Red Fryk Hey (non ama presentarsi con il suo vero nome e noi rispettiamo la sua scelta) e, nei suoi post su Instagram, consiglia di “ascoltare le persone autistiche che vogliono e possono raccontarsi“.

Chi è Red Fryk Hey

Red è una ballerina, una coreografa hip-hop e anche un’attivista autistica. A Red è stato diagnosticato l’autismo a 31 anni. Per tanto tempo si è sentita strana e sbagliata ma grazie ad un percorso diagnostico preciso e, aiutata dalla danza, ha capito che la sua mente non è un errore. Accettando se stessa così com’è ha iniziato il suo nuovo viaggio: “Mi occupo di divulgare, raccontarmi, dare informazioni riguardo all’autismo, attraverso le mie parole e la danza. Incontro famiglie, educatori e specialisti, collaboro con loro per provare a portare più consapevolezza e agire nella vita quotidiana e nella società che ha a che fare con noi persone autistiche.

Di recente, sulla sua pagina Instagram ha divulgato un post per aiutare le persone verso una nuova consapevolezza. A partire dal colore blu e dal simbolo del puzzle, colore e immagine scelta per la giornata del 2 aprile. Red spiega che i colori scelti dalla comunità autistica non sono il blu ma il rosso, l’oro e i colori dello spettro autistico.

Nessun pezzo di puzzle rappresenta la comunità autistica. Questi simboli sono stati scelti da persone non autistiche e ci rappresentano in maniera negativa“, spiega.

Il simbolo scelto dalla comunità è l’infinito con i colori menzionati sopra. Inoltre, spiega come la parola autismo si porti dietro ancora una narrazione profondamente stereotipata: “Si parla di patologia e malattia ed è sbagliato, l’autismo è una delle tante organizzazioni neurobiologiche della mente“, specifica Red nell’intervista e aggiunge “Non esistono persone autistiche più o meno autistiche di altre. Ogni persona autistica lo è al 100%.

Red Fryk Hey ballerina, attivista, autismo

Red Fryk Hey ballerina, coreografa hip-hop e attivista autistica e divulgatrice

“Non siamo difettosi: siamo una delle tante diversità umane”

Red, con la sua divulgazione, abbatte molti muri legati non solamente alla Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo. Far comprendere che gli autistici non sono persone difettose ma sono una delle tante diversità umane è il vero messaggio dietro al suo attivismo:

Sarebbe ora di smettere di pensare a una cura per l’autismo, provare a cambiarci. Anche quando si parla di persone autistiche con disabilità cognitiva o gravi compromissioni, non bisogna curare l’autismo in loro. Si lavora sulle loro gravi compromissioni, cercando di migliorare la loro vita. Pensare di doverci curare dal modo in cui funziona la nostra mente è una vera violenza. È importante capire che molte delle nostre caratteristiche sono sconosciute alle persone non autistiche, perché non le vivono in prima persona. Come potremmo mai convivere senza che le persone neurotipiche ci conoscano davvero per come siamo? Ci si basa spesso su stereotipi sbagliati su di noi… Queste false credenze porteranno a compiere azioni errate e pericolose per noi.”

Seguire Red e ascoltare le persone autistiche che, come lei, vogliono e possono raccontarsi è utile non solamente per scardinare gli stereotipi ma anche per conoscere la ricca diversità tra le persone e aumentare la giusta informazione sul tema dell’autismo.

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Carlotta Vercesi

Carlotta Vercesi

Parlo della nostra società e di come essa comunica. Il mio obiettivo è di scardinare la narrazione catastrofista e di raccontare le buone idee senza dimenticare i piani politici, sociali, economici. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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