Il progetto Opinion Leader 4 Future dell’Università Cattolica di Milano indaga i processi di costruzione dell’opinione pubblica.

È al suo secondo anno il progetto di ricerca triennale Opinion Leader 4 Future, promosso dall’Alta scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (ALMED) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Coordinato dalla direttrice Mariagrazia Fanchi e in collaborazione con CREDEM, il progetto vuole indagare e favorire il dibattito sugli opinion leader nello scenario politico, economico, culturale e dei mass media.

I leader di opinione, coloro che influenzano le idee di un gruppo di individui, erano in passato rintracciabili in gruppi circoscritti e limitati di popolazione. Con i cambiamenti dovuti all’era dell’online e la moltiplicazione dei mass-media lo scenario è totalmente ribaltato, creando una crisi dell’autorevolezza. Trovare e comprendere i meccanismi contemporanei della formazione di opinione – e i soggetti coinvolti – è l’obiettivo dell’iniziativa. La ricerca analizza a tal riguardo i punti di forza e di debolezza della società contemporanea. Quali sono dunque le differenze tra i leader di opinione del passato e quelli del presente? Come stanno trasformando il mondo dell’informazione?

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Chi sono gli opinion leader

«I leader di opinione nei secoli passati erano persone dotate di quelli che la letteratura chiama “i privilegi” – spiega Mariagrazia Fanchi. Anzitutto dotati di un privilegio di carattere conoscitivo: erano gli esperti di una disciplina, una materia, un oggetto, ecc. Poi erano portatori di un privilegio di tipo sociale, cioè erano unanimemente riconosciuti come autorità in quell’ambito. Da ultimo erano portatori di un privilegio normativo: ciò che dicevano aveva valore di norma. Oggi ci troviamo di fronte a una moltiplicazione degli opinion leader che rende più complesso il processo di costruzione dell’opinione».

Fenomeni come il click-bait (titoli acchiappa-clic) o le bolle di filtraggio (il sistema di personalizzazione dei risultati di ricerca) hanno creato quello che Gillo Dorfles definiva “horror pleni”. La quantità esagerata di informazione e contenuti crea cioè quel rumore di fondo continuo nel web in grado di occultare gli opinion leader. Tuttavia vi sono anche punti di forza nella complessa situazione attuale che Opinion Leader 4 Future sta evidenziando.

A cosa punta Opinion Leader 4 Future

Per l’Università Cattolica la ricerca Opinion Leader 4 Future è un momento di collaborazione col mondo dell’impresa nonché una raccolta di dati e analisi sui multiformi processi della formazione dell’opinione. La pandemia ha ulteriormente mutato lo scenario d’indagine, ma non ha fermato nel 2020 la partenza del progetto che è al suo secondo anno. Durante il primo anno sono state sviluppate tematiche come “la creazione delle opinioni durante il lockdown” per la generazione Z (la popolazione nata tra il 1995 e il 2010). Quest’anno la ricerca è proseguita con lo studio della generazione Y (1981-1996), la generazione X (1965-1980) e dei baby boomers (1946-1964).

Il progetto di ricerca procede per moduli indipendenti, in maniera tale da facilitare e moltiplicare le occasioni di disseminazione e public engagement. Ogni modulo è infatti comunicabile singolarmente, pur facendo parte di un quadro complessivo più ampio.

Più nello specifico la ricerca procede su tre filoni tematici:

  1. analisi dei processi informativi e di influencing sulle diverse coorti generazionali;
  2. monitoraggio dell’incidenza dell’attualità sulle pratiche di consumo informativo, con particolare attenzione alle diverse fasi dell’emergenza sanitaria Covid-19;
  3. analisi dei processi di networking e influencing in relazione a specifiche aree tematiche, in linea con i topic più urgenti e sfidanti dell’agenda sociale, economica, politica e culturale, del nostro Paese.

Considerando globalmente queste ampie aree di ricerca, come asserisce la direttrice Mariagrazia Fanchi, una prima osservazione è che lo scenario attuale si compone sia di punti di debolezza, come quelli sopra descritti, sia di punti di forza. Questi ultimi sono la capacità di valutazione e autovalutazione tipica del concetto di economia morale. Le comunità attuali di utenti o fruitori di contenuti riescono infatti a valutare e autovalutarsi al di fuori del perimetro consueto delle fonti di informazione.

Il contributo dell’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo

Approcci all’informazione come lo slow journalism o il giornalismo costruttivo si incastrano perfettamente tra gli strumenti in grado di riordinare la matassa ingarbugliata. È proprio per questo motivo per cui la ALMED dell’Università Cattolica ha invitato nell’advisory board del progetto Silvio Malvolti, fondatore e presidente dell’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. «Sono molto lieto di poter dare il mio contributo a questo progetto, – dichiara Malvolti – segno di una accresciuta attenzione e sensibilità nei confronti delle parole e dei toni usati nella comunicazione a qualsiasi livello: dall’informazione ai dibattiti politici, dalla comunicazione istituzionale a quella aziendale. Un’occasione per attuare un cambiamento divenuto necessario, per costruire una nuova normalità, dopo quasi due anni di pandemia caratterizzati da un’informazione spesso strillata e fuorviante».

Silvio Malvolti, che è anche direttore del percorso formativo per creare una nuova generazione di giornalisti, sperimenta il giornalismo costruttivo fin dalla nascita di BuoneNotizie.it, che ha fondato nel 2001 e di cui oggi è direttore editoriale. Con questo nuovo approccio l’obiettivo è quello di abbandonare totalmente il “giornalismo ansiogeno”, fatto di inutili allarmismi e di fake news. «Le notizie sono troppo spesso “mercificate”, – afferma Malvolti – costruite al solo scopo di essere “vendute”, senza curarsi dei danni sociali che possono causare quando non sono corrette o non sono verificate per la fretta di far uscire la cosiddetta breaking news. Il risultato è un effetto ansiogeno pericoloso per la società intera, e una percezione distorta della realtà. Tutto questo può sfociare in comportamenti disfunzionali o perfino generare depressione».

Le nuove dinamiche del giornalismo costruttivo si sposano dunque con la ricerca Opinion Leader 4 Future, in quanto strumento in grado di creare un’opinione più autorevole.

In occasione del primo incontro pubblico si dibatterà sul tema “Come costruire insieme la nuova normalità. Media e comunicazione al servizio della ripresa”, che vedrà coinvolto anche il Presidente del Gruppo Credem, Lucio Igino Zanon di Valgiurata. L’evento, moderato da Marco lo Conte, Head of Social Media Team de IlSole24ORE, potrà essere seguito in diretta sui canali digitali dell’Università Cattolica e di Credem il 22 settembre alle ore 17:00.

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Martina Tolaro

Martina Tolaro

Martina Tolaro, curator ed editor freelance. Ho collaborato con imprese culturali creative nazionali e artisti internazionali. Scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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