La Commissione Europea vara un nuovo codice contro fake news e disinformazione: una pratica necessaria in tempo di infodemia.

La pandemia ha accelerato un processo già in atto. Fake news e disinformazione hanno giocato un ruolo di primo piano nella cosiddetta infodemia: il “panico” da accumulo di notizie negative o comunque affrontate in modo non costruttivo. Ora l’Europa vara un nuovo provvedimento che affiancherà il già esistente Digital Services Act.

Cos’è il Digital Services Act

Il Digital Services Act fa parte di un pacchetto di leggi proposte dall’Unione Europea che punta a tutelare il mercato unico digitale. Gli obiettivi sono la salvaguardia dei diritti dei consumatori e la tutela del mercato economico europeo. Il progetto punta a traghettare finalmente l’Europa nel mondo digitale, rafforzando il mercato unico dei servizi, promuovendo l’innovazione e la competitività.

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Insieme al Digital Services Act è stato presentato in Commissione Europea anche il Digital Markets Act, che tutela gli interessi dei consumatori e delle aziende europee dai colossi del big tech. L’aggiunta di un codice per combattere le fake news va nella direzione di aggiornare, nell’era dell’informazione e del mercato online, una legislazione non sempre al passo coi tempi.

Margrethe Vestager, il commissario dell’UE che guida la carica sulle questioni tecnologiche, ha commentato così i due pacchetti di legge: “Le due proposte hanno un unico scopo: garantire che noi, in quanto utenti, abbiamo accesso a un’ampia scelta di prodotti e servizi sicuri online. E che le imprese che operano in Europa possano competere online in modo libero ed equo, proprio come fanno offline”.

Il nuovo codice contro fake news e disinformazione

Lo scorso 26 maggio la commissaria alla trasparenza Věra Jourová e il commissario al mercato interno Thierry Breton hanno presentato una serie di orientamenti per una buona pratica dell’informazione e per la lotta alle notizie false. L’obiettivo è ottenere un maggiore impegno da parte dei firmatari e una maggiore adesione alle nuove regole.

La lotta alle fake news passerà attraverso la disincentivazione del ricorso all’informazione scorretta, spesso collegata a vantaggi pubblicitari. Si punterà molto sulla sensibilizzazione degli utenti, che avranno la possibilità di segnalare i contenuti abusivi e sarà migliorata la competizione tra gli Stati sotto questo aspetto.

Gli utenti saranno istruiti su come riconoscere e segnalare una fake news e sarà indicato chiaramente quando un contenuto è falso. Demonetizzare la disinformazione sarà la chiave  per combattere le fake news e per garantire la cooperazione tra i soggetti operanti nell’ambiente pubblicitario.

I firmatari predisporranno un Centro per la trasparenza che vigilerà sull’applicazione delle politiche in materia di contrasto alle fake news. Sarà inoltre costituita una task force a cui parteciperanno i firmatari, il Servizio europeo per l’azione esterna, i regolatori europei per i media audiovisivi e l’Osservatorio europeo dei media digitali.

La commissaria alla trasparenza Věra Jourová ha sottolineato come il nuovo codice non punta a censurare preventivamente i contenuti. La pandemia ha reso evidente che le fake news sono un problema reale che va affrontato a livello europeo con leggi che non pregiudichino la libertà di espressione.

Infodemia: un pericolo reale

Oltre ai rischi oggettivi legati alla pandemia, gli utenti digitali di tutto il mondo si sono scontrati con quelli, più subdoli, dell’infodemia. L’ingordigia di contenuti collegati all’emergenza non è sempre una conseguenza di una richiesta di informazioni. Sono gli organi di stampa a pubblicare una quantità eccessiva di notizie, spesso ripetitive o eccessivamente allarmistiche.

Ciò si traduce, oltre che in sintomatologie ansiose, in una perdita di fiducia nei confronti dell’informazione. Il giornalismo e la stampa non vengono più percepiti come un aiuto per comprendere la situazione, ma come un ostacolo e una fonte di preoccupazione. A ciò si aggiunge la scarsa fiducia nei mezzi di informazione che spesso, in nome della velocità, pubblica quelle che poi si rivelano fake news.

Nell’ultimo anno, secondo il Digital News Report del Reuters Institute, la fiducia degli italiani nei confronti della stampa si è ridotta: dal 40% del 2019 si è passati al 29% del 2020. Il risultato è che i lettori smettono di informarsi: il nuovo codice europeo va precisamente contro questa tendenza.

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Giulia Zennaro

Giulia Zennaro

sono una giornalista freelance di cultura e società, scrivo come ghostwriter, insegno in una scuola parentale e tengo laboratori di giornalismo per bambini. Scrivo per Hall of Series e theWise Magazine e, naturalmente, BuoneNotizie.it: sono diventata pubblicista grazie al loro laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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