Sesso, coppie, adolescenza, tradimenti: ecco come sono cambiate le nostre abitudini sessuali dopo la pandemia.

Quasi due anni di pandemia hanno sensibilmente condizionato le occasioni e le modalità di incontro e di relazione tra le persone. Ora che l’emergenza sembra superata, arriva il momento di una riflessione sulle innovazioni che hanno coinvolto anche la sfera dei rapporti interpersonali. Uno sguardo al futuro per capire cosa di queste novità potrà rimanere nel tempo. Il festival della sessuologia, organizzato da Giunti Psychometrics e il Centro Integrato di Sessuologia “Il Ponte”, in collaborazione con Psicologia.io, ha previsto interventi di professionisti specializzati per una panoramica sul tema.

Covid e sessualità: una riflessione sull’esito della pandemia sulle relazioni

In occasione di tragici eventi mondiali (pandemie o guerre) si registra solitamente un calo delle natalità, quindi una lenta risalita fino ad un boom delle nascite. Si presuppone che per la pandemia da Covid la situazione sarà diversa. In questo caso, sono state colpite le fasce d’età più avanzate, in un momento di vita non legato al desiderio di diventare genitori.

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In effetti, però, la pandemia ha visto un rallentamento della natalità, soprattutto dove sono state adottate misure anti pandemia più restrittive e dove le misure di sostegno alla genitorialità in vigore sono meno consistenti. Quali saranno gli esiti della pandemia sulla demografia futura e sul mondo della sessualità rimane però ancora un punto di domanda e un’interessante questione per gli studi del prossimo futuro.

Sesso e relazioni in adolescenza

Il programma del festival della sessuologia ha consentito un affondo su adolescenti e giovani. Durante la pandemia, la richiesta di interventi di educazione sessuale è arrivata direttamente dai ragazzi, spesso con domande su argomenti specifici. Tanti gli argomenti e le curiosità su fantasie, masturbazione, stimolazione, punto G e squirting, dimensione dei genitali, contraccezione, prima volta, consenso, identità sessuale, pornografia. In generale, si esprime il bisogno di avere un riferimento per confrontarsi sul proprio modo di vivere la sessualità, per avere la conferma che ciò che provo e vivo sia normale.

Uno studio su 1733 ragazzi condotto attraverso il profilo Instagram @sessuologia.it indica i 14 anni come l’età del primo rapporto per i ragazzi e i 15-16 per le ragazze. Altro dato interessante è l’accesso a visite specialistiche: il 70% delle ragazze ha fatto una visita ginecologica, sotto il 30% i ragazzi che hanno fatto una visita con una figura medica corrispettiva (andrologo, urologo).

Con chi parlare di sessualità?

A chi si rivolgono i ragazzi in cerca di informazioni e di occasioni di confronto sulla sessualità? Il 100% dei ragazzi e l’85% delle ragazze fa uso di pornografia. Fonte che non veicola però informazioni corrette, visto che punta all’intrattenimento e, per esempio, può alimentare l’ansia da prestazione. Con chi si può dunque parlare di sessualità? Si parla di sesso con gli amici, meno con genitori e a scuola. Con gli amici si parla di tutto: di contraccezione, di orientamento sessuale, del piacere e dei modi di provarlo. Con i genitori si parla di contraccezione e malattie sessualmente trasmissibili, delle prime esperienze di innamoramento e relazioni, visite ginecologiche e urologiche.

Pochi gli argomenti di cui invece si parla a scuola: contraccezione e malattie e di genitali (fisiologia).  Nelle scuole gli interventi di educazione sessuale vengono per lo più tenuti da professori e non da professionisti specifici. Si registra inoltre una resistenza diffusa ad ospitare interventi di specialisti per la preoccupazione delle istituzioni scolastiche della reazione dei genitori degli studenti.

Tradimento e relazioni: come stanno le coppie

Le ricerche di settore indicano che in una coppia su 4 uno dei partner ha tradito. Il luogo stesso del tradimento, anche per effetto della pandemia, si è spostato sulla rete. Il tradimento online ha un’accessibilità a un giro partner più ampio, dove si può rimanere nell’anonimato. Online si sono sviluppati strumenti per persone sposate o in relazioni stabili.

Il tradimento e le abitudini degli infedeli si è evoluto nell’ultimo anno e mezzo. Secondo i dati offerti dalla piattaforma Gleeden, specializzata nel facilitare l’incontro tra persone in rapporti stabili che desiderano una relazione extraconiugale, si è registrata un’esplosione di iscritti nelle prime due settimane di lockdown. Costretti a convivere 24 ore su 24 col proprio partner, gli utenti si sono connessi alla piattaforma durante le poche uscite permesse. Un infedele su tre ha violato le restrizioni per incontrare l’amante e fare sesso. Nella fase due della pandemia, quando è stata introdotta la possibilità di trovare i congiunti o gli affetti stabili e si è dato il via libera alla pratica di sport all’aperto, le opportunità di incontri extra-coniugali sono aumentate. La mascherina è stata un potente e inatteso alleato, facilitando l’anonimato.

Sesso e disabilità: gli stereotipi

Un focus del festival legato al mondo della disabilità evidenzia gli stereotipi che condizionano la possibilità delle persone con disabilità di accedere e vivere pienamente la propria sessualità. Ogni tipologia di disabilità vive dei propri stereotipi a seconda che siano in gioco limiti intellettivi, fisici o sensoriali. Le persone con disabilità vengono spesso ritenute fragili, da proteggere, eterni bambini disinteressati all’erotismo, incapaci di decidere in autonomia e spesso vengono considerati non attraenti. La difficoltà principale è quella di riuscire ad accettare che ogni persona possa cucirsi addosso il proprio tipo di sessualità e che invece non sia proposto un unico modello possibile. Anche per questo eventi come il festival della sessuologia sono importanti occasioni di sensibilizzazione.

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Davide Scorza

Davide Scorza

Davide Scorza, educatore in servizi dedicati ai giovani e allo sviluppo di comunità. Curioso delle potenzialità di applicazione dei media in ambito sociale. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista.

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