Il suicidio è la seconda causa di morte dei giovani in Unione Europea, inferiore solo agli incidenti stradali. Le possibili risposte, secondo l’UNICEF.

L’UNICEF  ha pubblicato un documento di analisi de La condizione dell’infanzia nel mondo: Nella mia mente. Il rapporto indica il numero dei decessi per suicidio tra i cittadini europei di età compresa tra i 10 e i 19 anni.  A fronte di questo dato allarmante, si avanzano alcune misure di prevenzione e contrasto del fenomeno che vengono ritenute prioritarie. A muoversi sono le istituzioni dell’UE che hanno presentato l’estratto europeo del rapporto in un convegno, tenutosi alla presenza della regina del Belgio.

I giovani e la salute mentale

1 adolescente su 7 soffre di un disturbo mentale accertato. Nel 40% dei casi si tratta di ansia e depressione. Le percentuali più alte di disturbi diagnosticati si concentrano in Medio Oriente, Nord Africa, Nord America ed Europa Occidentale. A questi dati sono collegati quelli sul suicidio, diventato una delle prime cinque cause di morte per i giovani. Ogni anno, infatti, muoiono 46.000 adolescenti. Terza causa di morte più comune per le ragazze tra i 15 e i 19 anni e quarta per i loro coetanei maschi. La situazione si è acuita con il Covid-19: 1 bambino su 7 ha vissuto l’esperienza del lockdown e circa 1,6 miliardi di bambini hanno perso in parte la loro istruzione, col conseguente stravolgimento della vita quotidiana.

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La salute mentale dei giovani in Europa

Secondo l’indagine il 19% dei ragazzi europei e il 16% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni soffre di problemi legati alla salute mentale. Parliamo quindi di 9 milioni di adolescenti (tra i 10 e i 19 anni). Ansia e depressione sono i disturbi più diffusi, colpiscono infatti oltre la metà dei casi. Questa situazione non incide solo sul benessere dei ragazzi colpiti e delle loro famiglie, ma ha un impatto anche economico sulla società. Secondo Geert Cappelaere, rappresentante UNICEF per le Istituzioni dell’Unione Europea, la perdita annuale di capitale umano che deriva dalle condizioni generali di salute mentale in Europa tra i bambini e i giovani tra 0 e 19 anni è quantificabile in 50 miliardi di euro.

Il suicidio tra i giovanissimi

Ogni giorno in Europa si spengono tre vite di bambini o adolescenti a causa di un suicidio. Questa è diventata la seconda causa di morte per gli adolescenti tra i 15 e i 19 anni, con 4 casi ogni 100.000 ragazzi. Gli incidenti stradali, prima causa di mortalità ne registrano 5 su 100.000. Un fenomeno che riguarda principalmente i ragazzi: nel 69% dei casi sono infatti coinvolti dei maschi. La fascia d’età più a rischio è quella tra i 15 e i 19 anni, con poco più di mille casi su 1200.

La situazione in Italia

In Italia si stima che, nel 2019, il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni soffrano di problemi legati alla salute mentale, circa 956.000 in totale. Fra le ragazze, la percentuale è maggiore col 17,2%, rispetto al 16,1% dei ragazzi. Le nazioni con la percentuale maggiore in Europa fra le 33 prese in esame nello studio sono Spagna (20,8%), Portogallo (19,8%) e Irlanda (19,4%).

Gli interventi prioritari per la prevenzione del suicidio tra i ragazzi

L’UNICEF indica nel rapporto alcuni interventi che ritiene prioritari per contrastare efficacemente il diffondersi di malattie e disturbi mentali e l’incidenza del suicidio tra i giovanissimi. Misure che si aggiungono a un raccomandato investimento sull’assistenza all’infanzia e sulle misure per le famiglie in tutti i settori. In primo luogo si sollecita a favorire l‘accesso, anche digitale e online, a servizi per la salute mentale, in particolare per persone e gruppi vulnerabili e con situazioni economiche fragili. Si auspica che programmi specifici siano inseriti nell’attività scolastica per favorire la capacità dei docenti di individuare e supportare studenti in situazioni di sofferenza. Implementando programmi di contrasto alla violenza domestica e al fenomeno della violenza a scuola si vogliono assicurare ai ragazzi luoghi sicuri ed empatici di vita e di studio. UNICEF insiste inoltre sull’importanza della formazione per docenti e personale sanitario. Si ritiene determinante infatti che gli adulti che lavorano a contatto coi ragazzi siano capaci di coglierne segnali di fragilità e siano preparati a situazioni particolari legate a minorenni stranieri e rifugiati.

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Davide Scorza

Davide Scorza

Davide Scorza, educatore in servizi dedicati ai giovani e allo sviluppo di comunità. Curioso delle potenzialità di applicazione dei media in ambito sociale. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista.

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