Il benessere di un individuo può essere minacciato anche da abitudini che nel giro di poco tempo possono degenerare in vere e proprie malattie come nel caso della ludopatia. Con il termine ludopatia si fa riferimento alla dipendenza da gioco d’azzardo nella sua accezione patologica.

Affinché si possa parlare di ludopatia, il DSM-5 – il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali alla sua quinta edizione – indica che è necessario che si verifichino in un anno almeno quattro delle seguenti condizioni: giocare quantità sempre maggiori di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata, irritabilità o irrequietezza in caso si smetta o si riduca la quantità di gioco; tentativi infruttuosi di sospensione dal gioco; pensieri compulsivi riferiti al gioco in circostanze diverse; la condizione di disagio quale spinta a giocare;  tornare a giocare nonostante le perdite anche ingenti; negazione rispetto al proprio coinvolgimento nel gioco; compromissione delle relazioni significative e degli impegno sul lavoro o nello studio; richieste di denaro e indebitamento per coprire le perdite.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Slot machine: il gioco d’azzardo a portata di bar

Uno degli aspetti più problematici della ludopatia è legato alla diffusione delle slot machine in diversi locali pubblici ma, nonostante siano noti gli effetti dannosi della dipendenza dal gioco, la questione continua ad essere urgente.

La legge non vieta in maniera assoluta la presenza di slot machine da bar all’interno dei locali, perché le apparecchiature rientrano nell’ambito dell’intrattenimento. Certamente queste non sono l’unico motivo a spingere verso la ludopatia e sono diversi i canali di accesso al gioco d’azzardo che possono generare comportamenti compulsivi, sia online che offline.

Gli affetti da ludopatia in Italia, stando ai dati ANSA del 2019, sono oltre 1,3 milioni con un forte propensione tra gli over 65 e solo il 10% del totale è in cura. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato che gestisce la parte legale del business, nell’edizione del 2021 del Libro Blu, ha presentato i dati principali relativi al fenomeno.

Dal 2015 al 2019 le dimensioni del gioco d’azzardo hanno seguito un trend crescente, tuttavia le chiusure dei luoghi fisici – a causa della pandemia – hanno alimentato ulteriormente il gioco a distanza, in ascesa da diversi anni. Nel 2020 si è assistito pertanto ad un temporaneo sorpasso: la “raccolta” online, cioè l’ammontare complessivo delle puntate effettuate, è stata pari a 49,2 miliardi di euro (+35% rispetto al 2019), il 55,7% delle giocate complessive in Italia.

Interventi locali per prevenire la ludopatia

Gli interventi dello Stato e degli enti locali per arginare il diffondersi della ludopatia ci sono. Tra questi, le limitazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali e l’inasprimento dei requisiti dei locali per il possesso di tali dispositivi, a cui si aggiungono le misure restrittive per la pubblicità del gioco d’azzardo fino ai provvedimenti adottati da molte Regioni e Comuni per contenere pratiche e abitudini che alimentano la ludopatia.

Esempi di tali interventi sono i vari ordinamenti locali per tutelare le fasce vulnerabili della popolazione. A questo proposito sono state stabilite distanze minime tra luoghi frequentati da persone potenzialmente sensibili e influenzabili, come bambini e adolescenti, e i locali in cui è possibile utilizzare le macchinette.

Altre misure agiscono attraverso incentivi per favorire la disinstallazione di slot machine negli esercizi pubblici, attraverso la riduzione della tassa rifiuti. È ciò che è avvenuto recentemente nel comune di Ruvo di Puglia, che ha dimezzato la tassa sui rifiuti per gli esercenti che se ne privano o le rimuovono. Le amministrazioni di Bologna e Ferrara hanno invece stretto accordi per eliminare o limitare i messaggi pubblicitari relativi al  gioco d’azzardo.

A Pavia, negli ultimi anni si è realizzato il progetto Quartieri No Slot che, attraverso feste di quartiere che coinvolgono i locali che hanno rinunciato alle macchinette, permette di compensare la perdita degli introiti provenienti dal gioco. Anche a Milano sono stati adottati provvedimenti simili di cui abbiamo già parlato.  Altre volte  si interviene con un inasprimento delle sanzioni.

Il problema della ludopatia è dunque sentito dalle realtà locali e assume sempre più contorni ben definiti che permettono di intervenire in maniera mirata per arginarne gli effetti e prevenirne i rischi.

Leggi anche:

Gioco online garantito AAMS: aumenta il perimetro del mercato legale

Fuori le slot machines, dentro il wi-fi: una piccola rivoluzione culturale

Libri al posto dello slot: la “scelta” di tre fratelli milanesi

Condividi su:
Giacomo Capodivento

Giacomo Capodivento

Insegno religione dal 2012. Laureato in Comunicazione e Marketing e studente in Comunicazione e innovazione digitale. Per me occuparmi di comunicazione è una questione politica. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici